19 dicembre 2009, 13 marzo 2010, 26 novembre 2010. L\u2019incontro regionale promosso venerd\u00ec dai vescovi delle otto diocesi umbre segna la terza tappa del cammino di riflessione sul \u201cbene comune\u201d\u00a0e sul contributo dei cattolici alla costruzione del futuro della nostra regione. In questo percorso c\u2019\u00e8 anche la Settimana sociale dei cattolici italiani celebrata poco pi\u00f9 di un mese fa a Reggio Calabria, alla quale hanno partecipato i delegati delle diocesi umbre e nella quale \u00e8 stato diffuso il volume \u201cPoliarchia e bene comune – Chiesa, economia e politica per la crescita dell\u2019Umbria\u201d in cui sono raccolti i contributi del seminario del 19 dicembre di un anno fa. La presentazione del libro, in programma prima di Natale, sar\u00e0 un\u2019altra tappa di questo percorso avviato con un seminario aperto ai politici ed alle istituzioni sociali ed economiche della regione e proseguito il 13 marzo scorso con un secondo incontro \u201cpi\u00f9 strettamente ecclesiale, rivolto in primo luogo alle nostre comunit\u00e0 (ecclesiali) per riflettere sulle responsabilit\u00e0 proprie dei cristiani relativamente a questo tema\u201d. Cos\u00ec spiegava il senso di quell\u2019incontro, di cui quello di venerd\u00ec costituisce il seguito, il presidente della Ceu, mons. Vincenzo Paglia nell\u2019intervista pubblicata nell\u2019inserto speciale realizzato da La Voce in collaborazione con la Gazzetta di Foligno per dare conto dell\u2019incontro del 13 marzo. \u201cTra noi vescovi c\u2019\u00e8 la convinzione unanime della indispensabilit\u00e0 di pensare, parlare, lavorare insieme\u201d aveva detto in quell\u2019intervista mons. Paglia, spiegando che insieme, i vescovi, avevano deciso di \u201cconvocare un seminario a cui potessero partecipare assieme ai vescovi alcuni rappresentanti (preti, religiosi e laici) delle otto diocesi umbre, per scambiarsi riflessioni comuni in vista del futuro delle nostre Chiese in una prospettiva regionale\u201d. Riproponiamo una parte dell\u2019intervista del 19 marzo scorso, in cui mons. Paglia precisava il senso di questo \u201critrovarsi insieme\u201d. Molti degli interventi di sabato pomeriggio hanno riguardato il modo di essere Chiesa, con un forte accento pastorale. La finalit\u00e0 ultima era questa o piuttosto una riflessione sull\u2019efficacia di una presenza, quella dei cattolici, in questa regione? \u201cUna preoccupazione sta al fondo del nostro incontrarci: superare la tentazione dell\u2019individualismo che caratterizza tanta parte di quel cattolicesimo contemporaneo, anche nella nostra regione, e che si riflette sia nella vita delle parrocchie che delle diocesi. Per ridisegnare il futuro delle otto Chiese dell\u2019Umbria \u00e8 indispensabile \u2018pensare assieme, dibattere assieme, operare assieme\u2019. \u00c8 indispensabile, all\u2019inizio di questo nuovo secolo, nella attuale condizione culturale e sociale di estrema fragilit\u00e0, che le otto diocesi ritrovino uno sguardo sempre pi\u00f9 condiviso per la loro vita e per quella dell\u2019intera regione\u201d. La ragione di questo lavorare insieme \u00e8 di tipo logistico, organizzativa, in risposta ad esigenze poste dalle dimensioni della regione, oppure nella vostra riflessione di Vescovi c\u2019\u00e8 anche una scelta di un modo di essere Chiesa? \u201cNon si tratta semplicemente di porre mano ad una prospettiva semplicemente organizzativa. \u00c8 un problema ben pi\u00f9 profondo, che riguarda il modo stesso di concepire la Chiesa e di concepirsi all\u2019interno di essa. Direi che si deve irrobustire uno stile \u2018sinodale\u2019 anche tra le diverse nostre Chiese. \u00c8 un modo nuovo, in verit\u00e0 antico, di vivere l\u2019esperienza ecclesiale sia all\u2019interno delle singole diocesi che tra loro. Le misure modeste delle diocesi e della stessa regione possono anche suggerire la messa in atto di forme organizzative comuni. Ma l\u2019ambizione \u00e8 ancor pi\u00f9 profonda del semplice piano organizzativo. Si richiede il superamento di una visione autoreferenziale della propria esperienza ecclesiale, per cogliere quell\u2019apertura che a livelli successivi ci impegna ad affrontare l\u2019orizzonte regionale, nazionale, europeo e mondiale. \u00c8 necessaria pertanto una visione nuova, una energia spirituale pi\u00f9 forte, una pi\u00f9 attenta elaborazione culturale, una pi\u00f9 evidente solidariet\u00e0 tra i credenti\u201d. Il programma dell\u2019incontro\u201cDopo la Settimana Sociale di Reggio Calabria: il bene comune in Umbria\u201d \u00e8 il tema dell\u2019incontro regionale promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) ad Assisi, presso il Seminario regionale, venerd\u00ec 26 novembre (ore 16.30). Introduce i lavori mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Ceu; seguir\u00e0 la relazione \u201cUn\u2019agenda per l\u2019Umbria: il contributo dei cattolici\u201d del prof. Luca Diotallevi, docente di Sociologia all\u2019Universit\u00e0 Roma III, vice presidente del Comitato organizzatore delle Settimane Sociali. Alle 17.30 i lavori proseguono in quattro gruppi di studio: \u201cCittadinanza, istituzioni politiche, poliarchia\u201d, \u201cCrescita economica, lavoro e bene comune\u201d, \u201cQuestione educativa\u201d e \u201cClero e realit\u00e0 ecclesiale\u201d, coordinati rispettivamente da: Giorgio Armillei, Pierluigi Grasselli, Giovanni Carlotti e mons. Paolo Giulietti. Alle ore 20 conclude l\u2019incontro mons. Vincenzo Paglia. Coordina i lavori Vincenzo Menna, direttore della Commissione regionale per il Lavoro, la Pace e la Salvaguardia del Creato della Ceu.5<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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