{"id":892,"date":"2012-03-02T00:00:00","date_gmt":"2012-03-01T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=892"},"modified":"2015-07-22T16:05:03","modified_gmt":"2015-07-22T14:05:03","slug":"internet-e-ormai-di-casa-ma-va-sorvegliato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/internet-e-ormai-di-casa-ma-va-sorvegliato\/","title":{"rendered":"Internet \u00e8 ormai di casa… ma va sorvegliato"},"content":{"rendered":"
Pornografia, cyberbullismo, ricezione di messaggi con contenuti sessuali, incontri faccia a faccia con persone conosciute on line, diffusione non autorizzata dei propri dati personali: sono alcuni dei rischi emersi dal nuovo rapporto del progetto Eu Kids online, finanziato dalla Commissione europea e promosso da London School of Economics e OssCom (Osservatorio comunicazione dell\u2019Universit\u00e0 cattolica). La ricerca, presenta in Italia nei giorni scorsi, si basa sulle interviste a 25.000 genitori e minorenni di 25 Paesi europei. Dai dati si avverte la necessit\u00e0 di un impegno \u201cpi\u00f9 attivo\u201d da parte di padri e madri nei confronti dei figli, \u201cincominciano dal parlare con loro di internet e assistendoli qualche volta personalmente online. Rispetto all\u2019imposizione di divieti, questo impegno pu\u00f2 ridurre il rischio di danni, senza precludere le opportunit\u00e0 di internet\u201d.Per quanto riguarda la situazione nel nostro Paese, si sottolinea che l\u201987% dei genitori dichiara di fissare regole per la diffusione d\u2019informazioni personali on line; il 56% sostiene di essere accanto ai figli quando usano internet e il 79% ne parla con loro. Solo il 13% dei genitori non ha attivato alcuna strategia di mediazione tra quelle esplorate nel questionario, mentre il 21% usa filtri per la sicurezza. \u201cNel complesso – spiega Sonia Livingstone, coordinatrice del progetto – si rivela un quadro positivo, in cui i minori ben accettano l\u2019interesse dei genitori, e i genitori esprimono fiducia nelle abilit\u00e0 dei propri figli. Ma ci sono padri e madri che non fanno molto, neppure per i figli pi\u00f9 piccoli\u201d. L\u2019attenzione dei genitori \u00e8 fondamentale ma non \u00e8 ancora abbastanza per garantire la sicurezza dei minori. Ad esempio, il 41% del campione esaminato si \u00e8 infatti imbattuto in uno o pi\u00f9 contenuti o contesti d\u2019interazione potenzialmente pericolosi, ma il 54% dei genitori ignorano che i propri figli hanno visto immagini a sfondo sessuale (mentre i ragazzi hanno ammesso – nel questionario – di averle viste). Questo quadro, ad avviso di Franco Mugerli, presidente del Comitato media e minori, mette \u201cin luce l\u2019urgenza di una tutela reale dei diritti dei minori in internet e negli altri media. Manca ancora una sensibilit\u00e0 condivisa – ha aggiunto Mugerli.- Senza questa e senza una maggior responsabilizzazione non si pu\u00f2 rendere incisiva un\u2019azione a livello politico e legislativo\u201d. Anche Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom (Coordinamento di 29 associazioni per la comunicazione) ha confermato l\u2019impegno a \u201cintensificare riflessioni, proposte e iniziative in questo ambito, coinvolgendo educatori, esperti, istituzioni e quanti hanno a cuore i diritti e la dignit\u00e0 dei minori\u201d. In questa prospettiva il Copercom anche per l\u2019anno in corso riproporr\u00e0 l\u2019esperienza dei laboratori on line per gli animatori di cultura e comunicazione. Su questa iniziativa rivolta in particolare al territorio (parrocchie, comunit\u00e0 associazioni, scuole\u2026) si possono avere informazioni visitando il sito www.copercom.it, dove nei prossimi giorni sar\u00e0 pubblicato il calendario del laboratorio, che inizier\u00e0 verso la fine marzo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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