Nei giorni scorsi alcuni organi di stampa nazionale hanno ritenuto di dare spazio a dichiarazioni rese note da un signore che l\u2019opinione pubblica internazionale ha avuto modo di conoscere, Al\u00ec Agca, il turco che attent\u00f2 alla vita di Giovanni Paolo II nel maggio 1981. Al\u00ec Agca avrebbe dichiarato che fu spinto a commettere l\u2019attentato dal card. Agostino Casaroli, che all\u2019epoca era segretario di Stato del Papa. Non sappiamo se la notizia sia stata capace di provocare meraviglia o umorismo. Casaroli che ordiva una losca trama per uccidere il Papa facilmente pu\u00f2 conquistare spazio nei mezzi di informazione; molto pi\u00f9 difficile \u00e8 convincere l\u2019opinione pubblica internazionale, non prevenuta, della veridicit\u00e0 del complotto che non pu\u00f2 essere dimostrato senza inoppugnabili prove, che non ci sono n\u00e9 possono esserci. Dopo aver letto la notizia, abbiamo ripensato al personaggio Casaroli come rivive nelle molte centinaia di pagine del suo archivio, che abbiamo la fortuna di consultare e di studiare, contenente appunti, riflessioni, relazioni, osservazioni, lettere. Era un personaggio che, con un impegno politico-diplomatico molto complesso, con una fede profonda e con altrettanto disinteresse, ha voluto servire la Chiesa e i Papi che lo facevano viaggiare come persona di assoluta fiducia. Era sempre capace di non dare importanza alle difficolt\u00e0 che colpivano la sua persona e la sua attivit\u00e0, specialmente quando nei Paesi dell\u2019Est europeo doveva cercare di convincere quei pochi vescovi che rimanevano dopo le persecuzioni che la sua Ostpolitik intendeva sostenerli. Quando fu eletto Papa, Giovanni Paolo II aveva 58 anni: era molto giovane. Fu il card. Wyszynski, primate di Polonia, protagonista del Conclave del 1978, a consigliare il nuovo Papa, non molto introdotto nelle questioni di politica internazionale che all\u2019epoca si presentava assai complessa, a scegliersi Casaroli come segretario di Stato, una persona ben nota nella Chiesa e nelle cancellerie diplomatiche. \u00c8 normale che sia stato necessario un po\u2019 di tempo perch\u00e9 due personaggi cos\u00ec diversi fra loro da un punto di vista umano, culturale, politico ed ecclesiastico trovassero una solida intesa nei loro rapporti e nella loro azione. Casaroli, con grande naturalezza, spiegava questo fatto: \u201cIl rapporto di un Papa con i suoi collaboratori non pu\u00f2 essere semplicisticamente ridotto a comando-obbedienza senza che alla doverosa obbedienza conclusiva abbia a precedere uno scambio e, al bisogno, una discussione di idee seria, e da parte dei collaboratori, rispettosa sempre, ma aperta e leale\u201d. Poi i due personaggi si integrarono; l\u2019arte diplomatica e la conoscenza della Curia romana di Casaroli si amalgam\u00f2 con l\u2019immagine di protagonista e di comunicatore di Papa Wojtyla. Agli occhi dell\u2019opinione pubblica mondiale ambedue furono considerati protagonisti; il Papa, con la sua azione pastorale all\u2019interno della Chiesa e viaggiando in tutto il mondo; Casaroli, ricoprendo nella sua lunga carriera incarichi di grande prestigio, alcuni dei quali lo hanno portato a trattare con i grandi della Terra. Vien fatto di pensare che il turco Al\u00ec Agca, con le sue accuse, potrebbe aver fiutato un affare, con la speranza che un\u2019emittente radio-televisiva o un editore gli possa dare spazio, dietro compenso, naturalmente. Risulta spontaneo anche chiedersi che cosa il turco Al\u00ec Agca pu\u00f2 aver sussurrato all\u2019orecchio di Giovanni Paolo II quando il Papa lo visit\u00f2 in carcere. Non lo sapremo mai. Del Papa tutti ricordano la bont\u00e0 che in quel momento il suo viso irradiava; Al\u00ec Agca, con i suoi occhi furbastri, sapeva di essere divenuto un personaggio a dimensione mondiale e che la sua immagine avrebbe fatto di nuovo il giro del mondo, insieme alle sue farneticazioni che abbiamo letto. * Docente emerito di Diritto ecclesiastico all\u2019Universit\u00e0 di Perugia, esperto internazionale di ostpolitik, collabora con l\u2019ufficio Osce del ministero degli Esteri. Ha pubblicato diversi lavori riguardanti gli Stati socialisti, la diplomazia vaticana, e la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa. Gli ultimi due libri pubblicati sono Pagine di storia contemporanea. La Santa Sede alla Conferenza di Helsinki, Cantagalli, 2010; La diplomazia di mons. Agostino Casaroli, Libellula (Tricase), 2009. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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