Si celebra il 14 novembre la Giornata del ringraziamento, per la quale la Cei ha diffuso un messaggio dal titolo Tu apri la Tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente (Sal 144,16). Abbiamo intervistato padre Renato Gaglianone, consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti. La religiosit\u00e0 del mondo rurale \u00e8 messa alla prova dalle grandi trasformazioni culturali, scientifiche ed economiche… \u201cL\u2019umanit\u00e0 si trova oggi di fronte ad una sfida indubbiamente di ordine economico e tecnico, ma ancor di pi\u00f9 di ordine etico-spirituale e politico. La fiducia cieca nel progresso tecnologico e l\u2019affermarsi di una mentalit\u00e0 volta al solo profitto e al consumo hanno portato l\u2019uomo, in molte occasioni, a causare dissesti e squilibri nella natura. Il mondo rurale si trova a fare i conti con questa situazione\u201d. Come affrontare tali difficolt\u00e0? \u201cAnche in questi ultimi giorni (vedi alluvioni in Veneto) sperimentiamo come con molta facilit\u00e0 ci si pu\u00f2 dimenticare che la terra \u00e8 un dono ricevuto, da rispettare. Ma proprio dal contatto con la terra e a partire da esso il mondo rurale ritrova le energie necessarie per riaffermare i suoi valori di riferimento. I grandi problemi del settore agricolo vanno affrontati non solo come tecnici o politici, ma in radice, come problemi morali, come ricord\u00f2 Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000. La Coldiretti, che s\u2019ispira alla dottrina sociale della Chiesa, sempre pi\u00f9 si rafforza nel convincimento che, se l\u2019uomo perde il senso della vita e la sicurezza degli orientamenti morali, nessuna politica potr\u00e0 essere efficace nel salvaguardare congiuntamente le ragioni della natura e quelle della societ\u00e0\u201d. Nel messaggio si parla di \u201dconsapevolezza etica\u201d. \u201cIl mondo agricolo, nella sua parte predominante, risponde con il progetto della \u2018rigenerazione dell\u2019agricoltura\u2019. Essa \u00e8 importante non solo per ci\u00f2 che significa in termini di riconciliazione e di riavvicinamento tra uomo e natura, ma anche perch\u00e9 innesta un processo virtuoso che si riflette sull\u2019intera societ\u00e0 civile. Credo di non poter essere smentito se ricollego la \u2018rigenerazione dell\u2019agricoltura\u2019 alla concretizzazione degli obiettivi della sfida educativa richiamati al n. 50 dell\u2019ultimo documento dei vescovi: \u2018Favorire condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, consapevoli che cos\u00ec \u00e8 possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona\u2019\u201d. Come realizzare una pastorale del mondo agricolo in sintonia con l\u2019attivit\u00e0 delle parrocchie? \u201cOccorre formare sacerdoti aperti alle parrocchie rurali, sensibili alle problematiche proprie all\u2019intima connessione, per esempio tra terra ed eucaristia, produzione e salvaguardia del territorio e rigenerazione culturale. Operatori pastorali, sacerdoti e\/o laici formati sulle tematiche proprie del mondo rurale, non possono non concretizzare quella relazione che responsabilizza tutti all\u2019impegno per la ricerca del bene comune\u201d. Che dire ai giovani laureati che vogliono tornare a dedicarsi all\u2019attivit\u00e0 agricola? \u201cCredo che l\u2019accresciuta sensibilit\u00e0 per l\u2019ecosistema favorisca l\u2019attenzione dei giovani per tale ambito. Soprattutto per chi crede, la sollecitazione della Chiesa, non ultimo il messaggio per la Giornata della pace 2010, nel quale si sottolinea l\u2019intima connessione tra pace e salvaguardia del creato, mette le ali al desiderio, molto radicato nei giovani, di spendersi per una pace a partire dal ricostruire l\u2019armonia uomo-creato. Non credo quindi che possano essere solo motivi occupazionali e\/o economici\u201d. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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