{"id":8847,"date":"2010-10-29T00:00:00","date_gmt":"2010-10-29T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8847"},"modified":"2010-10-29T00:00:00","modified_gmt":"2010-10-29T00:00:00","slug":"ac-compagnia-di-vita-e-di-fede","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ac-compagnia-di-vita-e-di-fede\/","title":{"rendered":"Ac: compagnia di vita e di fede"},"content":{"rendered":"

Sabato 30 ottobre pi\u00f9 di 80 mila bambini e giovanissimi dell\u2019Azione cattolica italiana (Ac) incontreranno Benedetto XVI in piazza San Pietro. Slogan dell\u2019iniziativa: \u201cC\u2019\u00e8 di pi\u00f9. Diventiamo grandi insieme\u201d. L\u2019appuntamento segna l\u2019avvio del nuovo anno associativo e si colloca all\u2019inizio del decennio che la Chiesa italiana dedica all\u2019educazione. Ne parliamo con don Vito Piccinonna, assistente nazionale settore Giovani di Ac. Qual \u00e8 il significato dell\u2019iniziativa? \u201cSi tratta di un incontro nazionale che mette insieme i nostri ragazzi (Acr e giovanissimi, cio\u00e8 dai 6 ai 18 anni) provenienti da tutt\u2019Italia per un momento di ascolto, preghiera e festa. Si vuole cos\u00ec ribadire la centralit\u00e0 dell\u2019educazione, soprattutto delle giovani generazioni, per tutta l\u2019Ac. I ragazzi saranno accompagnati a Roma da genitori, educatori, responsabili e sacerdoti, e anche da alcuni vescovi, per dimostrare che non si cresce se non insieme, in quella sorta di \u2018compagnia della vita e della fede\u2019 che l\u2019Azione cattolica fa gi\u00e0 ordinariamente loro sperimentare. La presenza del Papa fa s\u00ec che questa \u2018compagnia\u2019 sia davvero solida. Da parte nostra vogliamo ridire a Benedetto XVI il grande amore che da sempre l\u2019associazione nutre nei confronti della sua persona\u201d. Da dove nasce la scelta dello slogan? \u201cVogliamo gridare quel \u2018di pi\u00f9\u2019 che \u00e8 gi\u00e0 contenuto nella vita dei ragazzi e dei giovanissimi. Gi\u00e0 la loro et\u00e0 rappresenta una sfida al mondo adulto; una sfida che invoca vicinanza, tenerezza e capacit\u00e0 di far crescere i sogni depositati da Dio nel loro cuore per farli diventare grandi non solo in et\u00e0, ma anche in sapienza e grazia. Una grandezza che \u00e8 in fondo la santit\u00e0 che ci sta a cuore\u201d. Nel discorso tenuto il 4 maggio 2008 all\u2019Ac per il 140\u00b0 anniversario di fondazione, il Papa ha sollecitato i suoi appartenenti a \u201cessere annunciatori instancabili ed educatori preparati e generosi\u201d\u2026 \u201cIl compito educativo fa parte del nostro Dna. Il Papa ha chiesto a tutti i presenti di fare della propria vita un capolavoro di santit\u00e0: \u00e8 questo l\u2019impegno che ci siamo assunti di fronte alla Chiesa. Il 30 ottobre non \u00e8 un evento slegato dagli altri; \u00e8 un momento forte che conclude un anno di preparazione a livello locale, e anticipa altri momenti ordinari che saranno vissuti nelle comunit\u00e0 diocesane e parrocchiali\u201d. L\u2019incontro cade ad una settimana dall\u2019intervento sull\u2019educazione di mons. Crociata al Consiglio nazionale di Ac, e all\u2019inizio del decennio dedicato dalla Cei al tema. \u201cIl Segretario generale della Cei ha voluto ribadire come l\u2019impegno associativo debba essere soprattutto di vicinanza alle comunit\u00e0 diocesane e parrocchiali. Solo cos\u00ec la sfida dell\u2019educazione pu\u00f2 essere raccolta e portata avanti in modo significativo. L\u2019impegno educativo \u00e8 volto al perseguimento di un umanesimo integrale. Sono certo che una vita piena, buona, vissuta secondo il Vangelo, affascini i giovani, che non hanno paura della fatica di proposte esigenti, ma della mediocrit\u00e0. Oggi i ragazzi coltivano il mito della libert\u00e0, parola di cui la nostra societ\u00e0 fa uso e abuso slegandola tuttavia dalla verit\u00e0. La libert\u00e0 deve invece essere vincolata a valori grandi: nella misura in cui i giovani intercettano verit\u00e0 forti e vengono allenati a scoprire la propria vocazione, anche la loro libert\u00e0 si pu\u00f2 aprire a nuovi orizzonti di senso\u201d. Quale, allora, il compito dell\u2019adulto-educatore? \u201cDeve anzitutto essere un testimone che ha compiuto scelte di vita e di fede chiare e trasparenti, e per questo \u00e8 in grado di \u2018contagiare\u2019 gli altri, come ci rammentano i santi e i beati della nostra associazione. Una vita piena e vissuta a 360 gradi – imperniata intorno a una spiritualit\u00e0 forte che sa illuminare la carit\u00e0 verso gli altri, in particolare i pi\u00f9 poveri, e un generoso impegno nella comunit\u00e0 ecclesiale e nella citt\u00e0 – educa senza tante parole perch\u00e9 parla da s\u00e9. Ci\u00f2 richiede tuttavia all\u2019educatore di accettare la fatica della propria continua autoformazione. Alle radici dell\u2019odierna crisi educativa c\u2019\u00e8 una crisi di fiducia, avverte il Papa. Credo che le nuove generazioni abbiano bisogno di educatori che facciano leva su una fiducia pi\u00f9 alta verso la vita, e devono inoltre poter vedere questi valori incarnati in persone che non hanno paura di ammettere difficolt\u00e0 e fallimenti. Un vero educatore conosce anche le sconfitte, ma \u00e8 sempre disposto a ripartire, e ha davanti a s\u00e9 l\u2019immagine di quel grande maestro che \u00e8 Cristo, fonte e culmine di ogni impegno educativo\u201d. Che cosa direbbe a un adolescente convinto che la fede sia un inutile reperto del passato? \u201cAi giovani va dimostrato che essere cristiani non \u00e8 una limitazione della propria umanit\u00e0 e libert\u00e0, bens\u00ec l\u2019espressione di un\u2019umanit\u00e0 piena e realizzata con gioia secondo il Vangelo. Essere cristiani \u00e8 bello, rende la vita pi\u00f9 ricca di senso. Gli educatori devono mettersi accanto alle nuove generazioni e dire loro come Ges\u00f9 agli apostoli: \u2018Venite e vedete\u2019. I giovani non hanno bisogno di lezioni o risposte prefabbricate, ma di sostegno e accompagnamento per dare seguito a quanto Dio ha seminato nel loro cuore\u201d. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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