{"id":8770,"date":"2010-10-01T00:00:00","date_gmt":"2010-10-01T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8770"},"modified":"2015-06-16T12:57:27","modified_gmt":"2015-06-16T10:57:27","slug":"se-aveste-fede-come-un-granello-di-senape","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/se-aveste-fede-come-un-granello-di-senape\/","title":{"rendered":"Se aveste fede come un granello di senape…"},"content":{"rendered":"

La Chiesa torna a ricordarci, com\u2019\u00e8 suo dovere, snodi fondamentali del credente: in questo caso l\u2019impatto della fede con la storia, fatta per lo pi\u00f9 di sofferenza e di difficolt\u00e0. Nella prima lettura il profeta Abacuc, in un periodo confuso per la storia di Israele, sta come sentinella sugli spalti della fortezza per interpretare il progetto di Dio che si sta dipanando nella storia, e dialoga con Lui per chiedere spiegazioni: \u201cPerch\u00e9 resti spettatore dell\u2019oppressione?\u201d. E Dio risponde di voler punire i colpevoli servendosi di un popolo a sua volta colpevole; ma i persecutori non dureranno, mentre il \u201cgiusto vivr\u00e0 per la sua fede\u201d. Anche dentro queste dinamiche di violenza si ritrova perci\u00f2 il significato della storia umana, pur se piena di ingiustizie e di assurdit\u00e0. Certo \u00e8 che ognuno risponder\u00e0 a Dio per il male compiuto, mentre chi rimane fedele trover\u00e0 pace e sicurezza nei \u201ccieli nuovi e nella terra nuova\u201d che verranno.<\/p>\n

\u00c8 in quest\u2019ottica che Paolo, scrivendo dal carcere al discepolo prediletto Timoteo, lo esorta a non vergognarsi, nella persecuzione contro i discepoli di Cristo, di dare testimonianza al Signore, come far\u00e0 anche lui che \u00e8 in carcere per il nome di Cristo. Timoteo faccia appello allo spirito di forza, di carit\u00e0, di prudenza, ricevuto in dono mediante l\u2019imposizione delle mani di Paolo che gli ha trasmesso il ministero; non abbia paura di soffrire con Paolo per il Vangelo, e di custodire, \u201cmediante lo Spirito santo che abita in noi\u201d, il bene prezioso della fede missionaria. C\u2019\u00e8 un martirio rosso (del sangue) e un martirio bianco (della sofferenza silenziosa) che sono sempre propri della Chiesa.<\/p>\n

\u00c8 interessante la sottolineatura che Paolo fa dello Spirito santo, dono di Cristo risorto a ciascuno di noi e a tutta la Chiesa, che ci consente di avere un \u201cparaclito\u201d, e cio\u00e8 un difensore, un consolatore, un rammentatore della presenza e delle parole del Maestro, del quale lo Spirito ha preso il posto, garantendo come Cristo alla Chiesa la vittoria sul mondo: \u201cAbbiate fiducia: io ho vinto il mondo!\u201d (Gv<\/em> 16,33). Il tempo presente ci ha portato a capire che le persecuzioni non vengono solo dall\u2019esterno della Chiesa, ma anche dall\u2019interno, per il peccato dei suoi figli prediletti, i preti, per i quali Paolo ripeterebbe quel che scrisse a Timoteo: \u201cCon la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo\u201d.<\/p>\n

Con la forza di Dio, ovviamente, invocando lo Spirito: Lava quod est sordidum<\/em>, riga quod est aridum<\/em>, sana quod est saucium<\/em>. Flecte quod est rigidum<\/em>, fove quod est frigidum<\/em>, rege quod est devium<\/em>. Da<\/em> tuis fidelibus<\/em>, in te confidentibus<\/em>, sacrum settenarium<\/em> (ossia: \u201cLava ci\u00f2 che \u00e8 sporco, bagna ci\u00f2 che arido, sana ci\u00f2 che sanguina. Piega ci\u00f2 che \u00e8 rigido, scalda ci\u00f2 che \u00e8 gelido, guida quelli che dev\u00ecano. Da\u2019 ai tuoi fedeli – che in Te confidano – i tuoi sette doni\u201d). Nel brano evangelico, che fa parte degli ammonimenti di Ges\u00f9 ai discepoli, c\u2019\u00e8 una apertura che in certo modo fa da legame tra le tre letture riguardanti le fragilit\u00e0 della fede e le necessit\u00e0 di rafforzarla continuamente per vincere il Maligno, che \u00e8 sempre in opera. \u00c8 inevitabile che avvengano scandali, dice Ges\u00f9 ai suoi, ma \u201cguai a colui a causa del quale essi vengono\u2026 State attenti a voi stessi!\u201d. Sono scandali che riguardano l\u2019ingenuit\u00e0 e la fede semplice di bambini, o quelli che nascono dagli insegnamenti dei falsi maestri, o gli abbandoni della fede in tempo di persecuzione: sempre gravi minacce per i rapporti di fraternit\u00e0, e \u201cscandalo\u201d per chi \u00e8 ancora agli inizi del cammino di fede.<\/p>\n

Gli apostoli perci\u00f2 chiedono: \u201cAccresci in noi la fede!\u201d. E Ges\u00f9 risponde: \u201cNon si tratta di accrescere la fede, ma di averla, cambiando tutto il modo di pensare la vita. Anzi, se aveste fede quanto un granello di senape, quasi impercettibile per la sua piccolezza, potreste sradicare anche un albero mandandolo altrove, ed esso vi obbedirebbe\u201d. L\u2019esempio che Ges\u00f9 porta del servo obbligato dal padrone a prestare servizi nonostante la sua stanchezza, quasi stride ai nostri orecchi; ma intende collegare la potenza della fede all\u2019umilt\u00e0 del servizio del discepolo. Quanto pi\u00f9 il discepolo \u00e8 umile, tanto pi\u00f9 Dio lo fa potente. I miracoli dei \u201csanti\u201d stanno a ricordarci sempre la loro umilt\u00e0, come cant\u00f2 Maria, la schiava del Signore, nel suo Magnificat : \u201cHa rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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