{"id":8749,"date":"2010-09-24T00:00:00","date_gmt":"2010-09-24T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8749"},"modified":"2015-06-16T14:18:59","modified_gmt":"2015-06-16T12:18:59","slug":"nulla-e-impossibile-a-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nulla-e-impossibile-a-dio\/","title":{"rendered":"Nulla \u00e8 impossibile a Dio"},"content":{"rendered":"
\u00c8 ancora il rude profeta Amos, di cultura contadina, a dare l\u2019impronta alla nostra lettura della Parola di Dio. Comincia con il \u201cguai agli spensierati di Sion e ai tranquilloni di Samaria\u201d, che vivono da nababbi sdraiati su letti d\u2019avorio, mangiando le carni tenere degli animali riservati ai sacrifici religiosi, canterellando al suono dell\u2019arpa, inebriandosi con larghe coppe di vino, ungendosi con gli unguenti pi\u00f9 raffinati, offendendo con questi loro comportamenti d\u2019opulenza i poveri e gli oppressi\u2026 Ma cesser\u00e0 l\u2019orgia dei bontemponi! E ci sar\u00e0 pure un Dio che far\u00e0 giustizia!<\/p>\n
Un po\u2019 di giustizia umana potremmo anche aspettarcela dagli uomini, ma chi ha preteso di metterla in atto e di fare eguaglianza, con la sua rabbia distruttiva ha fatto ingiustizia su ingiustizia e ha trasformato le nazioni in cimiteri, con centinaia di milioni di persone uccise: e questa, sia chiaro, non \u00e8 giustizia, ma delinquenza assassina! Saranno mai capaci gli uomini di governare nella giustizia e nella pace? Papa Benedetto XVI, parlando nella Spe salvi<\/em> n. 45 del Giudizio finale e della giustizia di Dio, afferma che \u201calcune figure della stessa nostra storia lasciano discernere in modo spaventoso profili di persone in cui tutto \u00e8 diventato menzogna, che hanno vissuto con l\u2019odio e hanno calpestato in se stesse l\u2019amore\u2026 \u00c8 questo che si indica con la parola inferno\u201d. La risposta di Paolo \u00e8 tutta giocata invece sulla esemplarit\u00e0 di vita dell\u2019uomo di Dio. C\u2019\u00e8 una buona battaglia della fede da perseguire, camminando per le vie delle virt\u00f9 forti: dalla giustizia alla piet\u00e0, alla fede, alla carit\u00e0, alla pazienza, alla mitezza.<\/p>\n Virt\u00f9 che consentono di rinnovare la bella professione di fede che fu gi\u00e0 di Timoteo, e che deve essere anche di ciascuno di noi nella anemica e contraddittoria societ\u00e0 di oggi, che rifiuta Dio o lo ignora. In questo testo di Paolo c\u2019\u00e8 una affermazione magisteriale inequivoca: Radix omnium malorum cupiditas est, e cio\u00e8 \u201cl\u2019avidit\u00e0 del denaro \u00e8 la radice di tutti i mali\u201d (v. 10). Quello che doveva essere uno strumento di servizio, il denaro, \u00e8 diventato un despota che guida i nostri pensieri, le nostre scelte, la nostra libert\u00e0. Ci saremmo forse aspettati che, come radice di tutti i mali, Paolo avesse indicato l\u2019orgoglio, la lussuria, la violenza, la menzogna, o altro ancora. Paolo invece non dice cos\u00ec: la radice, forse pure a tratti dormiente, \u00e8 la bramosia delle ricchezze che ti fanno potente, rendendo te \u201cmartello\u201d e tutti gli altri \u201cchiodi da battere!\u201d.<\/p>\n Ai ricchi e ai potenti perci\u00f2 Paolo raccomanda, a chiusura di lettera: \u201cFacciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: cos\u00ec metteranno da parte un buon capitale per il futuro onde acquistarsi la vita vera\u201d (v. 19). Ed anche Ges\u00f9 interviene nella querelle dei beni terreni con la parabola del povero Lazzaro, un mendicante tutto piagato cui solo i cani andavano a leccare le ferite; e del ricco Epulone, un uomo che vestiva sempre di porpora e di bisso e banchettava lautamente tutti i giorni. Epulone non \u00e8 il nome proprio del ricco, che rimane anonimo, con l\u2019appellativo datogli dalla tradizione per indicare l\u2019uomo che fa banchetti tutti i giorni vivendo tra le epule. Chiede almeno la carit\u00e0 di mandare Lazzaro ai suoi cinque fratelli, epuloni come lui; ma, Abramo risponde bruscamente: \u201cHanno Mos\u00e8 e i profeti: li ascoltino!\u201d. Nel tempo della giustizia di Dio, la situazione s\u2019\u00e8 capovolta: ed \u00e8 il tronfio epulone a bruciare di sete e l\u2019umile mendicante a vivere nella consolazione. Come ben sappiamo, l\u2019evangelista Luca mostra un particolare gusto nel proporre esempi di vita o racconti con personaggi specularmente opposti, per far risaltare la stupidit\u00e0 e l\u2019autolesionismo dei presuntuosi e la virt\u00f9 premiata degli umili e degli ultimi della vita.<\/p>\n \u00c8 Ges\u00f9 stesso che conclude la predicazione prepasquale con l\u2019amara considerazione: \u201cCom\u2019\u00e8 difficile per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio! \u00c8 pi\u00f9 facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!\u201d (Lc<\/em> 18,24-25). Non si tratta ovviamente d\u2019una pietra tombale definitiva sulla sorte dei ricchi, ma \u00e8 certamente qualcosa di pesante che solo Dio, con il dinamismo delle virt\u00f9 sollecitato dalla sua grazia, pu\u00f2 risolvere compiutamente (Lc<\/em> 18,27). Non \u00e8 male, comunque, farci investire dalla forte perplessit\u00e0 della gente: Quis potest salvus fieri?, \u201cE chi pu\u00f2 essere salvato?\u201d, per entrare nella logica austera della conversione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" \u00c8 ancora il rude profeta Amos, di cultura contadina, a dare l\u2019impronta alla nostra lettura della Parola di Dio. 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