{"id":8695,"date":"2010-09-10T00:00:00","date_gmt":"2010-09-09T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8695"},"modified":"2015-08-07T11:09:09","modified_gmt":"2015-08-07T09:09:09","slug":"scuola-e-adesso","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/scuola-e-adesso\/","title":{"rendered":"Scuola …e adesso?"},"content":{"rendered":"
Aumentano gli studenti, diminuiscono gli insegnanti, si incrementa il numero degli allievi per classe, diverse scuole elementari di montagna rischiano la soppressione. \u00c8 il panorama non certo entusiasmante della scuola umbra che si appresta ad avviare il nuovo anno scolastico.<\/p>\n
Sulla base dei parametri introdotti dal Governo \u2013 per i suoi effetti \u00e8 in corso a livello nazionale una dura protesta dei precari della scuola \u2013 rispetto allo scorso anno ci saranno 313 insegnanti in meno. La popolazione scolastica complessiva umbra \u00e8 passata dai 115.284 del 2009-2010 ai 117.067 di quest\u2019anno. In Umbria c\u2019\u00e8 il rischio concreto della soppressione di 28 classi alle primarie, soprattutto nelle zone montane, anche per l\u2019innalzamento del numero degli studenti per classe. Ora ogni classe deve avere un minimo di 18 studenti (prima 12) e un massimo di 27 (in passato 22).<\/p>\n
Questi provvedimenti seguono la direzione del risparmio e la continuit\u00e0 didattica, in questa logica, lascia il tempo che trova. Gli effetti della riforma Gelmini si fanno sentire e, oltre alla protesta dei precari, si leva anche quella dei Comuni che devono affrontare \u201cda soli la riduzione del servizio scolastico dell\u2019obbligo, garantito dalla Costituzione\u201d, ha sottolineato il presidente Anci Umbria e sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali facendo il punto della situazione in vista dell\u2019anno scolastico. \u201cC\u2019\u00e8 bisogno di maggior organico – ha spiegato Boccali – perch\u00e9 ridurre sulla scuola significa avere classi pi\u00f9 numerose, problemi di trasporto scolastico, problemi legati all\u2019accoglienza\u201d.<\/p>\n
In una nota l\u2019Anci Umbria ha sottolineato che \u201ccon l\u2019approssimarsi dell\u2019inizio dell\u2019anno scolastico 2010-2011 e con le nuove definizioni dei criteri e dei parametri del dimensionamento della rete scolastica si creano notevoli difficolt\u00e0 di organizzazione da parte dei Comuni della regione, in particolare modo dei pi\u00f9 piccoli e di quelli montani. Soppressione di classi e plessi scolastici, diminuzione del personale Ata, piccoli giovani costretti ad andare a scuola molto lontano da casa: \u00e8 quello che preoccupa molto gli amministratori umbri\u201d. Il coordinatore della Commissione istruzione di Anci Umbria e assessore di Terni, Simone Guerra, ha affermato che \u201ctagliare sulla scuola significa rallentare la crescita di molti giovani incidendo su quello che sar\u00e0 il loro futuro; la qualit\u00e0 della didattica in queste condizioni \u00e8 compromessa in quanto diminuiscono le ore e il numero dei docenti\u201d.<\/p>\n
Inoltre i Comuni montani, che gi\u00e0 risentono della forte emigrazione verso le citt\u00e0, \u201csenza la scuola rischiano di spegnersi e con essi l\u2019idea dell\u2019Umbria verde, dell\u2019Umbria dei piccoli comuni montani\u201d, ha ricordato il coordinatore dei Piccoli Comuni, Giuseppe Chianella: in Umbria sono il 75% del totale. L\u2019Anci Umbria ha inviato un documento al ministero dell\u2019Istruzione e a quello dell\u2019Economia nonch\u00e9 ai parlamentari eletti in Umbria, attraverso il quale gli amministratori dei Comuni umbri evidenziano che \u201cper la difesa dell\u2019istruzione pubblica le scuole dovrebbero rimanere aperte e diffuse sul territorio, a garanzia del diritto allo studio di tutti i cittadini, indipendentemente dal posto in cui si vive\u201d.<\/p>\n
L\u2019inizio delle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado della regione, il 13 settembre prossimo, segna inevitabilmente una svolta nello svolgimento ordinario nella vita delle famiglie e nel complesso delle attivit\u00e0. I bambini, gli adolescenti e i giovani che si recano a scuola sono oggetto di grande attenzione da parte di genitori, insegnanti ed educatori. Uno sguardo particolarmente intenso e pieno di interesse \u00e8 quello rivolto dalla comunit\u00e0 ecclesiale alla scuola, per molteplici ed evidenti ragioni.<\/p>\n
La Chiesa da sempre ha dato all\u2019educazione una cura privilegiata. Un particolare segno di questo interesse, nel momento attuale, \u00e8 dato dalla presenza attiva degli insegnanti della Religione cattolica, che persegue l\u2019obiettivo di trasmettere alle giovani generazioni la tradizione religiosa che sta a fondamento della storia del nostro Paese, comparata anche con le esperienze dei vari popoli e con il fatto religioso in se stesso. In Umbria, come in altre regioni italiane, abbiamo una Commissione regionale per l\u2019educazione, scuola, universit\u00e0, in cui sono presenti membri delle associazioni di insegnanti e famiglie (Cresu), presieduta dal prof. Giovanni Carlotti, docente di Fisica al dipartimento omonimo, e dall\u2019arcivescovo Sorrentino, vescovo di Assisi. A Giovanni Carlotti abbiamo chiesto cosa stia facendo la Commissione in riferimento alla scuola che inizia. \u201cStiamo raccogliendo le riflessioni di tutti i membri – dice – per mettere a punto una lettera che invieremo al mondo della scuola nel suo complesso, studenti, genitori e insegnanti. Porter\u00e0 la data del 4 ottobre, festa di san Francesco d\u2019Assisi, patrono d\u2019Italia\u201d.<\/p>\n
In questa lettera – ci ha anticipato Carlotti – sar\u00e0 messa in evidenza la necessit\u00e0 che tutti assumano in proprio la \u201csfida educativa\u201d, perch\u00e9 sia assunta con responsabilit\u00e0 da tutte le agenzie educative: famiglia, scuola, parrocchie, oratori, associazioni sportive e ricreative. \u201cNessuna di queste realt\u00e0 pu\u00f2 svolgere un\u2019azione efficace da sola\u201d. In particolare Carlotti considera una grave questione attuale la mancanza di una seria azione di orientamento scolastico: \u201cI giovani molto spesso non riescono a trovare la loro strada, e risultano vittime di scelte sbagliate\u201d. Su questo tema sar\u00e0 svolta una riflessione da parte della Commissione, e intanto ne sar\u00e0 fatto un cenno nella lettera annunciata. Intanto, agli studenti e insegnati umbri un vivo augurio da la Voce<\/em>!<\/p>\n PARLA UN INSEGNANTE <\/strong><\/p>\n Inizia un nuovo anno scolastico, e tra i plotoni di esecuzione di chi vorrebbe eliminare le contraddizioni della riforma, le rimostranze del mondo del precariato, la demotivazione degli insegnanti\u2026 io torno a scuola come professore di Religione. Siccome entro come \u201cprecario\u201d – solidale ai tanti -, mi abituer\u00f2 ad entrare in classe e riannodare le passioni tristi di tanti giovani alla speranza che qualcuno voglia ascoltare ancora un\u2019esperienza di vita e di cultura. I giovani si annoiano a scuola quando diventa un meccanismo, ne sono invece affascinati quando trovano un docente che comunichi la sua umanit\u00e0, la sua cultura, la sua ipotesi e muova la loro libert\u00e0 a cercare la risposta ai loro perch\u00e9. Ci\u00f2 che tu sai, nel momento in cui lo trasmetti ad altri, lo veicoli tramite il tuo \u201cio\u201d: proprio per questo \u00e8 impossibile dare una vera e propria oggettivit\u00e0 ad una lezione in classe. Se per strumento del mio lavoro intendessi i libri, e li facessi \u201cparlare\u201d al mio posto (come molto spesso accade anche all\u2019insegnante pi\u00f9 accorto, vuoi per stanchezza, vuoi per convenienza), allora la lezione diventa tecnicismo, un do ut des (\u201cti faccio leggere il libro con me, poi tu me lo ripeti\u201d), un procedimento meccanico in cui manca la libert\u00e0 dell\u2019umano, perch\u00e9 il mio \u201cio\u201d non entra in gioco di fronte alla classe.<\/p>\n La lezione, invece, dovrebbe non essere meccanica o tecnica (fattori che spengono l\u2019interesse e l\u2019entusiasmo del discente), ma una traditio \u2013 una consegna da un\u2019umanit\u00e0 (il docente) ad un\u2019altra (la classe) \u2013, non solo di un apprendimento, ma anche della modalit\u00e0 umana con cui si \u00e8 giunti a tale apprendimento. Ci\u00f2 che l\u2019insegnante veicola maggiormente con la sua persona \u00e8 l\u2019approccio alla materia dell\u2019apprendimento, in una parola: il metodo. Non esistono formule, pi\u00f9 o meno \u201cmagiche\u201d: per insegnare-imparare a studiare non c\u2019\u00e8 un aggettivo valido per tutti, perch\u00e9 il metodo \u00e8 personale. Tanto pi\u00f9 importante diventa allora la modalit\u00e0 con cui l\u2019insegnante trasmette il proprio metodo, guidando ciascuno nella classe alla ricerca del proprio, instaurando un confronto aperto, nel vivo del lavoro, sul \u201ccome fare a\u2026\u201d.<\/p>\n \u00c8 solo tramite un\u2019interazione personale che avviene la trasmissione di tutti i fattori determinanti per l\u2019apprendimento. Quindi fare l\u2019insegnante vuol dire essere continuamente chiamato e ri-chiamato ad esprimere se stesso, la propria libert\u00e0, il proprio sapere e metodo; ad essere attento e vigile sulla realt\u00e0 di chi sta di fronte, perch\u00e9 se la mia umanit\u00e0 non tiene conto dell\u2019altra che ho di fronte, la traditio (cio\u00e8 la consegna tramite interazione) non \u00e8 possibile. Solo l\u2019umano veicola il sapere. Dice Hannah Arendt: \u201cL\u2019insegnamento \u00e8 una tradizione che tu comunichi in modo sempre diverso\u201d. Mi accingo ad entrare in classe, sento tutta l\u2019emozione e l\u2019urgenza educativa, sento gi\u00e0 le coppie di 26 occhi che mi squadreranno e mi interrogheranno in ogni classe, sui miei tic e le mie movenze (quanti \u201cprof\u201d ho imitato nella mia vita) e poi, appena comincer\u00f2 a fare l\u2019appello e li chiamer\u00f2 per nome, mi verr\u00e0 spontaneo non pensare pi\u00f9 ai problemi della riforma e le parole d\u2019ordine della scuola, per immergermi nel vissuto e trasmettere una speranza di vita e di curiosit\u00e0 che, a quasi 50 anni, mi resta ancora dentro come il primo giorno di scuola, grazie ai miei migliori insegnanti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Aumentano gli studenti, diminuiscono gli insegnanti, si incrementa il numero degli allievi per classe, diverse scuole elementari di montagna rischiano la soppressione. \u00c8 il panorama non certo entusiasmante della scuola umbra che si appresta ad avviare il nuovo anno scolastico. 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