{"id":8683,"date":"2010-09-03T00:00:00","date_gmt":"2010-09-02T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8683"},"modified":"2015-05-27T10:13:08","modified_gmt":"2015-05-27T08:13:08","slug":"senza-famiglia-non-ce-futuro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/senza-famiglia-non-ce-futuro\/","title":{"rendered":"Senza famiglia non c\u2019\u00e8 futuro"},"content":{"rendered":"
Uno sguardo sereno e costruttivo su matrimonio e famiglia \u00e8 quello offerto dal card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in occasione della solennit\u00e0 della Madonna della Guardia. Nelle omelie del 29 agosto, pronunciate durante il pontificale del mattino e la messa del pomeriggio presso il santuario che dalle alture sovrasta Genova e la Liguria, l\u2019Arcivescovo ha ripercorso l\u2019iter naturale dell\u2019amore umano. Lo ha fatto perch\u00e9 matrimonio e famiglia sono un bene per la societ\u00e0; il mondo potr\u00e0 guardare con fiducia al suo futuro \u201cfinch\u00e9 un uomo e una donna uniranno le loro vite per sempre nel vincolo del matrimonio\u201d. Ascoltando le parole del card. Bagnasco sembra cos\u00ec strano che oggi si giochi a minare e screditare quella cellula fondamentale che \u00e8 la famiglia. Che cosa si pensa di guadagnare? Quale futuro si vuole preparare? Colpisce, soprattutto che la Chiesa sia, praticamente, l\u2019unica a promuovere e difendere la famiglia in tutti i suoi aspetti. Raramente capita di ascoltare nella societ\u00e0 apprezzamenti per il matrimonio fedele e aperto alla vita. Il contesto attuale non aiuta la scelta responsabile e fedele dell\u2019uomo e della donna; si teorizzano nuovi diritti \u2013 mai doveri! \u2013 individuali e si presenta la vita come un frammento, senza n\u00e9 capo n\u00e9 coda, da spremere il pi\u00f9 possibile. Si tratta di una musica \u2013 cos\u00ec l\u2019ha definita il Cardinale \u2013 che viene continuamente suonata: \u201cLa vita \u00e8 solo tua; dopo la morte non c\u2019\u00e8 nulla; godi il pi\u00f9 possibile e approfitta di tutto senza scrupoli; fai quello che ti senti di fare, lasciati guidare dalle sensazioni\u201d. La suonano taluni organi di informazione, la propongono cattivi maestri; purtroppo, talvolta, viene rilanciata nelle sedi dove si programma il governo dei cittadini. La Chiesa \u00e8, pressoch\u00e9, l\u2019unica voce fuori da questo coro, ma sa di rispondere alle vere attese degli uomini del nostro tempo. In tutte le fasi difficili della storia si guarda alla Chiesa, che talvolta si trova ad esercitare per il bene dell\u2019uomo, via di Cristo Signore, un ruolo anche sociale. Richiama la responsabilit\u00e0 di tutti, soprattutto di chi ha in mano il bene comune, affinch\u00e9 si guardi con realismo al momento presente. \u201cChe l\u2019Italia non goda di buona salute sul piano della natalit\u00e0 \u2013 ha detto l\u2019Arcivescovo di Genova \u2013 \u00e8 sotto gli occhi del mondo intero\u201d. A chi spetta occuparsene? \u201cChe gli altri Paesi non se ne preoccupino \u00e8 scontato, ma che non ce ne preoccupiamo e non ce ne occupiamo noi, \u00e8 stolto\u201d. Gli effetti negativi a tutti i livelli di questo inverno demografico sono noti a chi riflette e vuole informarsi: sul piano economico, politico, sociale, psicologico, culturale, ecclesiale. Tra questi il Cardinale ne ha aggiunto uno, sul quale poco si riflette: quello democratico. \u201cSembra strano parlare di rapporto tra demografia e democrazia, ma bisogna tuttavia riconoscere che l\u2019equilibrio demografico non solo \u00e8 necessario alla sopravvivenza fisica di una comunit\u00e0 \u2013 che senza bambini non ha futuro! \u2013 ma \u00e8 anche condizione per quella alleanza tra generazioni che \u00e8 essenziale per una normale dialettica democratica\u201d. Anche per questo motivo la Chiesa da molto tempo va dicendo che, in Occidente, dietro ad una bassa demografia sta una catastrofe culturale grave. La scarsit\u00e0 di bambini significa non solo un futuro autunnale, ma gi\u00e0 ora crea squilibri tra le generazioni, causa una povert\u00e0 educativa non solo perch\u00e9 gli adulti sono sottratti al compito di educare, ma anche perch\u00e9 non educano pi\u00f9 se stessi. \u201cI ragazzi e i giovani, infatti, ci costringono a metterci in discussione; ci provocano a uscire da noi che, per et\u00e0 e acciacchi, tendiamo a ripiegarci sui nostri bisogni immediati\u201d. Non sono solamente i genitori che, avendo dei figli, devono cambiare prospettive e stili, devono pensare e organizzarsi in rapporto ai figli nelle diverse et\u00e0. \u00c8 la societ\u00e0 nel suo insieme che deve pensarsi e organizzarsi in tal senso. Per assurdo, una societ\u00e0 senza bambini e ragazzi, cos\u00ec come una societ\u00e0 senza anziani, sarebbe gravemente mutilata, non potrebbe funzionare. Si dir\u00e0, allora, che la bassa natalit\u00e0 \u00e8 dovuta a questioni economiche? Certo, da questo punto di vista, i figli sono un impegno non indifferente e pertanto la societ\u00e0 ha il dovere \u2013 se non vuole asfissiare \u2013 di intervenire, mettendo in atto concrete politiche familiari. Per\u00f2, c\u2019\u00e8 anche da dire che bisogna attuare un cambio culturale: occorre essere critici nei confronti dei livelli economici imposti da una societ\u00e0 consumistica. I figli non hanno bisogno di tutto quello che si propaganda e vanno educati ad un consumo responsabile. Semmai, necessitano di esperienze familiari forti, di semplici gioie, di considerare la vita come l\u2019occasione per donare se stessi. Hanno bisogno di una forte rete relazionale, che comincia con i genitori, prosegue con i nonni e gli altri parenti, si affaccia nella societ\u00e0 e vive nella comunit\u00e0 ecclesiale. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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