{"id":8680,"date":"2010-09-03T00:00:00","date_gmt":"2010-09-03T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8680"},"modified":"2015-04-30T11:25:40","modified_gmt":"2015-04-30T09:25:40","slug":"bella-armonia-tra-culto-e-cultura","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/bella-armonia-tra-culto-e-cultura\/","title":{"rendered":"Bella armonia tra culto e cultura"},"content":{"rendered":"

Visitando la splendida citt\u00e0 di Foligno, giungendo a largo Carducci, si rimane \u201cincantati\u201d dall\u2019imponenza della cattedrale di San Feliciano e dall\u2019incantevole Museo capitolare e diocesano di Foligno, situato nel palazzo delle Canoniche, antica residenza dei canonici. Il Museo si presenta cos\u00ec con una duplice connotazione, da un lato come luogo di valorizzazione e conservazione delle opere e della suppellettile liturgica, dall\u2019altro come racconto della storia della diocesi folignate e del suo Duomo. Un\u2019attenta conoscenza del Museo la intraprendiamo con il direttore, mons. Paolo Aquilini<\/strong>.<\/p>\n

Quali sono le peculiarit\u00e0 del Museo di cui \u00e8 direttore? \u201cHo assunto la responsabilit\u00e0 della struttura museale solo da poco tempo, ma da subito ho potuto constatare l\u2019egregio lavoro svolto da coloro che mi hanno preceduto in questo incarico. Il Museo ripercorre la storia della nostra cattedrale, cuore della diocesi e della citt\u00e0 di Foligno\u201d.<\/p>\n

Quali sono le tappe principali della storia del Museo? \u201cAll\u2019inizio del Novecento fu mons. Michele Faloci Pulignani (1856-1940) che promosse l\u2019idea di un museo sacro, mentre stava sovrintendendo sia i lavori di rinnovamento del duomo (1902-1904), sia quelli del palazzo delle Canoniche (1923-1925), che gli diedero l\u2019aspetto attuale. In un secondo tempo, molti arredi e opere d\u2019arte della cattedrale sono stati riuniti in una prima Raccolta capitolare, grazie all\u2019opera del canonico don Mariano Filippini, mentre dalla diocesi affluivano in vescovado numerosi oggetti, suppellettili liturgiche, dipinti e sculture, poich\u00e9 nei luoghi di appartenenza potevano essere soggetti a furti e dispersioni. La cattedrale ha sub\u00ecto vari danni con il sisma del settembre 1997, ai quali sono susseguiti dei lavori di consolidamento e restauro dell\u2019intero complesso, che hanno interessato anche il Museo. La progettazione e l\u2019allestimento della nuova struttura espositiva \u00e8 stata curata dall\u2019architetto Nello Teodori e successivamente dall\u2019arch. Giampiero Carini, che ancora oggi sta sviluppando e coordinando l\u2019opera di restauro della cripta di San Feliciano, che sar\u00e0 annessa al percorso museale. Nel corso degli anni, il Museo ha raggiunto il suo pieno sviluppo sotto l\u2019attenta direzione di mons. Giuseppe Bertini, con l\u2019obiettivo di offrire ai visitatori ed agli studiosi la conoscenza del patrimonio storico-artistico che caratterizza la diocesi di Foligno. Il nuovo itinerario espositivo \u00e8 stato inaugurato il 26 gennaio 2008 dal vescovo mons. Arduino Bertoldo\u201d.<\/p>\n

Quali sono le opere pi\u00f9 importanti in esso contenute? \u201cLe opere pi\u00f9 significative del nostro museo diocesano sono: una scultura lignea del XV secolo che raffigura san Feliciano, vescovo e patrono di Foligno; una coppia di busti in marmo, che raffigurano Bartolomeo e Diana Roscioli, di Gian Lorenzo Bernini (donazione della famiglia Roscioli); una copia antica su tela della celebre Madonna di Foligno di Raffaello; il Martirio di san Crispino e san Crispiniano di Cesare Sermei; l\u2019edicola della Crocifissione dipinta nel 1463 da Niccol\u00f2 Alunno; Santa Maria Giacobbe, olio su tela dipinta ai primi del Cinquecento da Lattanzio di Niccol\u00f2; la Bottega di san Giuseppe, olio su tela del Maestro di Serrone, un\u2019artista di cultura franco-fiamminga, eseguita presumibilmente nel secondo decennio del Seicento\u201d.<\/p>\n

Oggi il Museo diocesano quali messaggi pastorali e culturali vuole comunicare ai suoi utenti? \u201cIl Museo costituisce il collegamento tra la storia della comunit\u00e0 cristiana e il suo cammino di fede, creando cos\u00ec un\u2019armonia tra la conservazione dei beni culturali e l\u2019originale funzione di culto. Le opere create ed esposte sono forti espressioni di fede, ma allo stesso tempo vogliono comunicare l\u2019inscindibile legame esistente tra bellezza e fede\u201d.<\/p>\n

IL PERCORSO<\/p>\n

Il Museo ha sede nel palazzo delle Canoniche, sul fianco sinistro della cattedrale, nel luogo dove erano le antiche canoniche, costruzioni di diverse epoche tra cui alcune dimore dei Trinci, con il cui palazzo sono tuttora collegate tramite il cavalcavia sopra via XX Settembre. Si accede al Museo da un portale che si apre su largo Carducci o dall\u2019interno del Duomo. Il Museo \u00e8 anche museo del Capitolo della cattedrale; del maggiore edificio religioso esso racconta le trasformazioni succedutesi dai primi secoli della cristianit\u00e0 fino al volto neoclassico con cui il duomo oggi si presenta al suo interno. Il percorso museale si snoda attraverso tre piani: i locali del primo piano sono destinati ad ospitare mostre temporanee; al secondo \u00e8 possibile visitare la raccolta museale; il terzo sar\u00e0 adibito all\u2019esposizione dei paramenti sacri. L\u2019esposizione si articola in quattro settori: lapidario, costituito da frammenti lapidei di et\u00e0 paleocristiana, altomedievale, romanica e rinascimentale; dipinti su tela (pale d\u2019altare) pertinenti agli altari del duomo post-tridentino; suppellettili d\u2019uso liturgico, essenzialmente preziose oreficerie (croci astili, reliquiari) e parati tessili antichi; donazioni di opere d\u2019arte, come nel caso della celebre raccolta Roscioli, purtroppo in gran parte dispersa, ma di cui restano i bellissimi busti marmorei attribuiti al Bernini. Essenziale per lo sviluppo del percorso museale sono i collegamenti: con la cripta (antico cuore della civitas sancti Feliciani) che ospita la cappella delle Reliquie. \u00c8 previsto il recupero e la valorizzazione del vasto ambiente (sala del pilastro) ubicato tra i bracci della cripta, da destinare a esposizioni temporanee ed iniziative culturali; con il campanile, al cui interno si sviluppa una rampa che d\u00e0 accesso alla cella del beato Crisci, con affreschi del primo quattrocento; con il palazzo Trinci e con gli ambienti di recente acquisiti di via XX Settembre.<\/p>\n

L\u2019OPERA<\/p>\n

La scultura lignea, del primo Quattrocento, rappresenta l\u2019immagine pi\u00f9 antica di san Feliciano. Si \u00e8 salvata attraverso fortunose vicende ed \u00e8 stata recuperata grazie a un restauro complesso e difficile che ci ha restituito un capolavoro fino ad oggi ignorato. Dopo l\u2019anno Mille, in et\u00e0 comunale, il martire e protovescovo Feliciano, per di pi\u00f9 di mezzo secolo pastore della comunit\u00e0 cristiana di Forum Flaminii, martirizzato sotto l\u2019imperatore Decio (met\u00e0 del III secolo d. C.), si afferm\u00f2 come indiscusso patrono della citt\u00e0 che, sorta nel luogo del suo sepolcro, lo riconobbe come suo protettore. La tradizione vuole che l\u2019immagine di san Feliciano, raffigurata su un vessillo, proteggesse i folignati durante il bellum perusinum del 1283, mentre nel 1442 veniva registrato nel Libro della Croce un busto di San Feliciano in rame dorato, di cui purtroppo si \u00e8 persa ogni traccia. Questa scultura, dopo alcuni interventi seicenteschi per adattarla alla sedia d\u2019argento di cui la si era voluta dotare, fu sostituita nel Settecento dalla scultura argentea barocca che ancora oggi viene portata in processione. Successivamente, il simulacro \u00e8 stata restaurato, liberandolo dalle inopportune integrazioni e dalle precedenti ridipinture; l\u2019opera ha cos\u00ec rivelato una pregevole esecuzione riferibile al primo Quattrocento ed una vicinanza allo scultore senese Francesco di Valdambrino. Il recupero architettonicodella cripta di san FelicianoLa cripta (dal greco krypte: luogo nascosto) o \u201cconfessione\u201d \u00e8 un ambiente sotterraneo situato in corrispondenza sia della navata che dei transetti del duomo, nel quale si custodivano le reliquie di san Feliciano, vescovo e martire. La cripta, risalente ai secoli VII – IX, presenta una pianta a croce latina; vari documenti storici ci descrivono le trasformazioni rispetto all\u2019originario vano quadrangolare. Le indagini, effettuate dopo il terremoto del 1997, con la collaborazione dell\u2019Osservatorio \u201cA. Bina\u201d di Perugia, hanno messo in evidenza un dissesto diffuso di tutta la porzione coperta a volte e del colonnato, ben evidenziato anche dalle lesioni presenti nella pavimentazione marmorea della cattedrale; per questo si \u00e8 attuata un\u2019operazione di consolidamento e recupero architettonico. Completate le fasi propriamente strutturali, il restauro ha interessato l\u2019apparato artistico e decorativo della cripta sia per la parte pittorica, sia per quella lapidea, attraverso vari fasi di consolidamento delle pellicole pittoriche e dei frammenti di pietra, pulitura e restituzione estetica del complesso nella sua attuale configurazione. L\u2019intervento, finalizzato alla salvaguardia del bene ed alla sua conservazione, restituisce alla cattedrale e alla citt\u00e0 di Foligno un importante, storico, luogo di devozione, nonch\u00e9 un completo ed organico itinerario storico-artistico che sar\u00e0 strettamente collegato al percorso del Museo diocesano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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