{"id":8675,"date":"2010-08-06T00:00:00","date_gmt":"2010-08-06T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8675"},"modified":"2010-08-06T00:00:00","modified_gmt":"2010-08-06T00:00:00","slug":"miglioriamo-la-casa-comune","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/miglioriamo-la-casa-comune\/","title":{"rendered":"Miglioriamo la casa comune"},"content":{"rendered":"

Nel \u201cdialogo strutturato\u201d tra Chiese e istituzioni europee i passi sono ancora molto misurati e qualche volta incerti, tuttavia qualcosa si muove. Un piccolo segnale viene dal \u201cseminario di dialogo\u201d sull\u2019Anno europeo di lotta alla povert\u00e0 e all\u2019esclusione sociale tenutosi il 9 luglio a palazzo Berlaymont in Bruxelles per iniziativa di due organismi ecclesiali europei \u2013 Comece (Commissione degli episcopati della comunit\u00e0 europea) e commissione Chiesa e societ\u00e0 (CsC) della Conferenza delle Chiese europee (Kek) \u2013 e della Commissione europea rappresentata dal commissario per il Lavoro, gli affari sociali e l\u2019inclusione, L\u00e1szl\u00f3 Andor. Un altro, sullo stesso tema e certamente pi\u00f9 impegnativo, c\u2019\u00e8 stato il 19 luglio quando si sono incontrati i rappresentanti delle Chiese cristiane e di altre religioni con le pi\u00f9 alte cariche delle istituzioni Ue. Di fronte a 80 milioni di poveri, di cui 10 milioni sono bambini, le Chiese e le istituzioni si stanno incontrando per definire una prospettiva che, nel rispetto delle diverse identit\u00e0 e ruoli, sia in grado di offrire risposte efficaci in un tempo attraversato da crisi che non sono solo di ordine economico e finanziario. Sono, questi incontri, prove di maturit\u00e0 europea, momenti di confronto in cui prevale quella laicit\u00e0 positiva che nulla toglie alle parti in dialogo ma sostanzia lo sforzo di costruire un\u2019Europa pi\u00f9 decisa e visibile nelle sue scelte di giustizia e di solidariet\u00e0. Le Chiese cristiane hanno un\u2019occasione per rendere palese la loro sensibilit\u00e0 sociale sia nella direzione dell\u2019operosit\u00e0 sia in quella della riflessione e della cultura. Si presentano, le Chiese, non solo come realt\u00e0 attente e attive di fronte ai bisogni dei pi\u00f9 fragili ma come soggetti che, proprio per questa esperienza concreta sul territorio, sono portatori anche di un pensare politico senza frontiere ideologiche e senza interesse di parte. Le Chiese – \u00e8 l\u2019immagine che si ricava attraversando l\u2019Europa – non sono \u201cbarelliere della storia\u201d come qualcuno forse vorrebbe. Il loro andare in aiuto ai pi\u00f9 deboli \u00e8 sempre unito alla richiesta e alla proposta di politiche che siano nel segno della promozione della dignit\u00e0 di ogni persona e di ogni comunit\u00e0, piccola o grande che sia. Per le istituzioni il respiro europeo delle Chiese, che \u00e8 sempre parte di un respiro universale, offre l\u2019occasione e lo stimolo a trovare motivi e coraggio per guardare oltre gli steccati dei nazionalismi e osare una politica comune lungimirante all\u2019interno e all\u2019esterno. \u00c8 una risposta alla vocazione che i Padri pensarono per l\u2019Europa e trasformarono in quella grande avventura di pace e sviluppo che anche oggi \u00e8 nel mondo un riferimento di responsabilit\u00e0 e speranza. Sono i gesti di fiducia a rendere stabile e fecondo il \u201cdialogo strutturato\u201d togliendolo dalla logica della lobby, rischio che le Chiese cristiane europee per prime non intendono correre e per prime segnalano alle istituzioni come strada sbagliata per coinvolgerle nello sviluppo sociale e culturale dell\u2019Europa. L\u2019Anno europeo di lotta alla povert\u00e0 e all\u2019esclusione sociale, giunto a met\u00e0 percorso, si colloca nel contesto di Europa 2020 con l\u2019obiettivo della riduzione del 25% della povert\u00e0: si tratta di risultati da raggiungere perch\u00e9 l\u2019Ue ritrovi le ragioni pi\u00f9 vere del suo essere casa comune. A guidare le scelte verso queste mete \u00e8 il realismo di chi non chiude gli occhi di fronte ai passi incompiuti ma neppure li chiude di fronte a quelli compiuti. Le Chiese vi aggiungono il messaggio della speranza. Dicono che l\u2019ottimismo cristiano, soprattutto in tempo di difficolt\u00e0, non \u00e8 un allegro fischiettare al buio ma \u00e8 assunzione di competenza e responsabilit\u00e0. \u00c8 condivisione di quella idea di laicit\u00e0 positiva che istituzioni e Chiese, nella distinzione dei ruoli, sono chiamate a rendere visibile ed efficace con sempre maggior convinzione: per fedelt\u00e0 all\u2019Europa, a coloro che la abitano oggi e la abiteranno domani. In Europa 80 milioni di persone vivono in condizioni di povert\u00e0 I poveri in Europa sono, stando ai dati ufficiali dell\u2019Ue, circa 80 milioni, pari al 16-17% dell\u2019intera popolazione comunitaria. Per \u201cpoveri\u201d si intendono le persone, e dunque le famiglie, che vivono \u201calla soglia dell\u2019indigenza\u201d, con un reddito troppo modesto – in base al costo della vita, che varia da Paese a Paese – per assicurarsi beni materiali, una casa dignitosa, istruzione, cure sanitarie, opportunit\u00e0 professionali e sociali. La povert\u00e0 \u00e8 spesso presente nei Paesi in via di sviluppo in cui la malnutrizione, la fame e la mancanza d\u2019acqua potabile rappresentano la grande sfida per la sopravvivenza quotidiana. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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