{"id":8657,"date":"2010-08-06T00:00:00","date_gmt":"2010-08-06T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8657"},"modified":"2010-08-06T00:00:00","modified_gmt":"2010-08-06T00:00:00","slug":"diversamente-credenti-chi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/diversamente-credenti-chi\/","title":{"rendered":"\u201cDiversamente credenti\u201d. Chi?"},"content":{"rendered":"
In un incontro svolto il 30 luglio scorso a Chianciano nel quadro di una sessione ecumenica, un ebreo, un protestante, un musulmano e un cattolico si sono confrontati sul tema \u201cSotto la tenda di Abramo\u201d. Il senso dell\u2019espressione si rif\u00e0 ovviamente alla Bibbia, libro della Genesi 18, 1-15. Un testo stupendo che esalta l\u2019accoglienza e l\u2019ospitalit\u00e0 di Abramo. Siccome – per ragioni storiche e religiose diverse – ebrei, cristiani e musulmani si ritengono debitori della fede di Abramo e continuatori del suo esempio, in questo incontro ecumenico si voleva verificare se oggi abbiamo in comune, come discendenti di Abramo, un atteggiamento di vicendevole accoglienza, sentendoci metaforicamente insieme sotto la stessa tenda del padre di Isacco e Ismaele, e padre della nostra fede. Su tale argomento ci sarebbe molto da parlare. In questo momento storico mi sembra opportuno notare una novit\u00e0da trasmettere ai lettori de La Voce: il rappresentante della religione islamica, Ezzedin Elsir, imam di Firenze e presidente dell\u2019Ucoi, ha affermato che non si deve pi\u00f9 parlare di infedeli ma di \u201cdiversamente credenti\u201d. Ha detto proprio cos\u00ec, l\u2019ho sentito con le mie orecchie. Non ci sono pi\u00f9 da una parte i musulmani e da un\u2019altra gli infedeli, dichiarati tali con disprezzo. Questi devono essere considerati credenti che seguono una diversa religione: \u201cdiversamente credenti\u201d. L\u2019affermazione \u00e8 stupefacente e singolare perch\u00e9 il libro sacro della fede musulmana, il Corano, \u00e8 pieno del termine \u201cinfedeli\u201d e perci\u00f2 indica una cambiamento di rotta. Ci si pu\u00f2 legittimamente domandare se quanto afferma il presidente dell\u2019Ucoii rappresenti una captatio benevolentiae, rivolta agli uditori, oppure un modo per accattivarsi simpatia e considerazione di modernit\u00e0 e tolleranza, oppure una parola convinta e sincera, una convinzione personale forse non condivisa da nessun altro musulmano. Un segno dei tempi? Una forma di dissimulazione? Un tentativo di lettura modernista del libro sacro dell\u2019Islam? Lascio a chi legge di riflettere e giudicare. Penso, comunque, che meriti mettere a confronto una simile posizione con quanto \u00e8 avvenuto nella storia cristiana pi\u00f9 recente, in cui non si usano pi\u00f9 termini \u201ceretico, scismatico, apostata, rinnegato, pagano\u201d o simili, e nei confronti dei non credenti si usano termini rispettosi e tolleranti o almeno non offensivi della persona. Su questa linea si pu\u00f2 leggere quanto ha detto Benedetto XVI in alcuni interventi, nel dicembre 2009 e nel maggio scorso, quando ha evocato il \u201ccortile dei Gentili\u201d, nel quale ritiene che possano stare coloro che, pur non credendo, non sono lontani dalla presenza di Dio. Il discorso vuole essere un\u2019apertura alla comprensione, al dialogo, al rispetto e alla riflessione, per una conoscenza di s\u00e9 e degli altri sempre pi\u00f9 completa. La comprensione e quindi la pace incomincia dalle parole, se sincere. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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