{"id":8647,"date":"2010-07-30T00:00:00","date_gmt":"2010-07-30T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8647"},"modified":"2015-06-16T14:31:53","modified_gmt":"2015-06-16T12:31:53","slug":"non-potete-servire-due-padroni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-potete-servire-due-padroni\/","title":{"rendered":"\u201cNon potete servire due padroni\u201d"},"content":{"rendered":"
Il tema di fondo che pervade tutte le letture di questa domenica sono i beni del mondo, cio\u00e8 le \u201cricchezze\u201d, nelle quali tanta fiducia viene riposta da tutti noi. Di fatto siamo convinti che i soldi, i beni materiali, le azioni, i titoli onorifici siano un\u2019assicurazione che ci spalanca tutte le porte del potere, ci garantisce tutte le sicurezze umane possibili, ci d\u00e0 il piacere, il godimento, la capacit\u00e0 di cavarsi tutte le soddisfazioni. Ma \u00e8 proprio cos\u00ec? Dio non vuole la miseria di alcuno, ma neppure l\u2019accumulo considerato gi\u00e0 in se stesso \u201ciniquo\u201d, o il mammona, che \u00e8 la ricchezza idolatrata. Dice ripetutamente Ges\u00f9: \u201cNon potete servire due padroni, Dio e mammona (Mt<\/em> 6,24, Lc 16,13). (Mammona \u00e8 parola aramaica per indicare la ricchezza senza misura).<\/p>\n La misura ordinaria del necessario \u00e8 il possesso equilibrato, sobrio, parsimonioso, che basti al vivere e consenta anche la carit\u00e0, sapendo peraltro che la misura della carit\u00e0 \u00e8 il bisogno dell\u2019altro (Paolo VI). La storia della Chiesa \u00e8 ricca di dibattiti a questo proposito: \u201cQuale ricco mai si salver\u00e0?\u201d, scriveva a commento della frase evangelica san Giovanni Crisostomo; \u201cSorella povert\u00e0\u201d gridava san Francesco d\u2019Assisi; voto di \u201cpovert\u00e0, castit\u00e0, obbedienza\u201d chiede la Chiesa ai sacerdoti e ai consacrati per essere liberi e testimonianti nel loro servizio. D\u2019altra parte le parole di Ges\u00f9 sono inequivocabili: \u201cDifficilmente un ricco entrer\u00e0 nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: \u00e8 pi\u00f9 facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio!\u201d (Mt<\/em> 19,23-24).<\/p>\n \u00c8 dalla povert\u00e0 cristianamente intesa, e quindi fatta anche di sobriet\u00e0 e di parsimonia di possesso, che nasce l\u2019autentica libert\u00e0. Il nodo problematico che presentano questa volta a Ges\u00f9 \u00e8 una disputa su un\u2019eredit\u00e0, disputa che vuol coprire in realt\u00e0 comportamenti di bramosia e cupidigia di possesso. Ges\u00f9 ovviamente non pu\u00f2 essere interessato a questi problemi apparentemente giuridici, ma in realt\u00e0 cupidinosi.. E lo fa notare con il realismo della vita, parlando dell\u2019arricchito che fa costruire grandi silos per le granaglie accumulate, dicendo poi a se stesso: \u201cAdesso mangia, bevi e datti alla pazza gioia\u201d. Senonch\u00e9 quella stessa notte mor\u00ec. E tutto il tesoro accumulato a che \u00e8 servito? Giustamente Ges\u00f9 conclude: \u201cCos\u00ec succeder\u00e0 a chi accumula tesori per s\u00e9, ma non arricchisce davanti a Dio\u201d. Con la morte, infatti, si lascia tutto, assolutamente tutto: conti in banca, palazzi, quote azionarie ecc., che dinanzi a Dio sarebbero valsi a qualcosa se fossero stati divisi con i poveri o usati a fin di bene. Cos\u00ec serviranno solo agli scialacquatori.<\/p>\n Ges\u00f9 invece ci invita ad investire le ricchezze, anche legittimamente accumulate nella banca del cielo: non solo sono pi\u00f9 sicure, ma \u201cfruttano\u201d di pi\u00f9 (Mt<\/em> 19,21). Si rilegga con attenzione, a questo proposito, il libro del Qohelet<\/em>, che solitamente tutti giudicano come riflessioni d\u2019un pessimista! Eppure non \u00e8 cos\u00ec, trattandosi solo d\u2019un realista che, semmai, non sembra conoscere le buone regole di societ\u00e0. Potremmo anche scorrere il Salmo sapienziale n. 49: \u201cPeriranno insieme lo stolto e l\u2019insensato, e lasceranno ad altri le loro ricchezze. Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa: quando muore, infatti, con s\u00e9 non porta nulla, ma scende con lui la sua gloria. Nella prosperit\u00e0 l\u2019uomo non comprende, \u00e8 simile alle bestie che muoiono\u201d.<\/p>\n Queste riflessioni semplicissime sono un po\u2019 troppo crude per la nostra sensibilit\u00e0; ma c\u2019\u00e8 bisogno anche di questi scossoni, che peraltro Ges\u00f9 stesso ha fatto pi\u00f9 volte, per richiamarci a vita pi\u00f9 seria. Anche il Siracide biblico ci ricorda realisticamente: Memorare novissima tua et non peccabis<\/em>, \u201cIn ogni cosa pensa al tuo ultimo destino, e non sceglierai il male\u201d (Sir<\/em> 7,36). In talune chiese medievali sulla parete di controfacciata sono raffigurati proprio i \u201cnovissimi<\/em>\u201d (morte, giudizio, inferno, paradiso, cio\u00e8 le ultimissime faccende da sbrigare nel nostro passaggio al cielo di Dio). E questa era una scelta pedagogica molto importante della Chiesa, per ricordare ad ogni cristiano il fine e la fine della sua esistenza terrena.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il tema di fondo che pervade tutte le letture di questa domenica sono i beni del mondo, cio\u00e8 le \u201cricchezze\u201d, nelle quali tanta fiducia viene riposta da tutti noi. 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