{"id":8642,"date":"2010-07-30T00:00:00","date_gmt":"2010-07-30T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8642"},"modified":"2015-04-29T14:09:25","modified_gmt":"2015-04-29T12:09:25","slug":"santegidio-non-si-lascia-spaventare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/santegidio-non-si-lascia-spaventare\/","title":{"rendered":"Sant\u2019Egidio non si lascia spaventare"},"content":{"rendered":"
Per rendersi conto dell\u2019importanza strategica che l\u2019aeroporto di Sant\u2019Egidio ha per gli umbri, \u00e8 sufficiente aprire una cartina geografica. Da Roma a Firenze \u00e8 l\u2019unico scalo aereo internazionale che c\u2019\u00e8, la sua centralit\u00e0 \u00e8 pi\u00f9 che evidente. Le altre due superfici di volo umbre sono tutt\u2019altra cosa, nonostante i soliti campanilismi vorrebbero farle apparire molto pi\u00f9 di ci\u00f2 che esse sono: Foligno \u00e8 la pista della Protezione civile (e non a caso, la nuova avveniristica sede della Protezione civile in Umbria \u00e8 stata costruita proprio a Foligno), Terni pu\u00f2 diventare \u2013 se ancor meglio organizzato \u2013 uno scalo utile a servire il decollo e l\u2019atterraggio di piccoli voli privati di uomini d\u2019affari interessati a sbarcare direttamente nell\u2019industrializzata Conca ternana.<\/p>\n
I campanilismi, purtroppo, sono malattia che colpiscono altre regioni del centro Italia: il caso pi\u00f9 eclatante \u00e8 quello di Viterbo, che vorrebbe pure far chiudere ai voli civili lo scalo romano di Ciampino con la \u201cmodica\u201d spesa di 500 milioni di euro: allontanando i passeggeri dalla Capitale, con l\u2019obbligo poi di riportarceli appena sbarcati. Secondo lo studio One Works-Kpgm Nomisma, il Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano, basato su stime numeriche, sarebbero 24, la met\u00e0 di quelli oggi in funzione, gli scali da chiudere o da ridimensionare a causa di un bacino di traffico insufficiente o vincoli infrastrutturali insuperabili. A questi scali lo Stato non dovrebbe pi\u00f9 fornire nessun aiuto o sostegno finanziario, promuovendo lo spostamento del traffico verso scali pi\u00f9 efficienti.<\/p>\n
Le vittime pi\u00f9 illustri sarebbero Brescia Montichiari, Cuneo, Foggia e, appunto, Roma Ciampino. Gli altri aeroporti destinati a chiudere, secondo lo studio, sarebbero quelli di Aosta, Albenga (lo scalo di casa dell\u2019ex ministro Scajola), Parma, Bolzano, Elba, Siena, Grosseto, Forl\u00ec, Rimini, Ancona, Perugia, Pescara, Salerno, Taranto, Portol\u00ec (Sardegna), Crotone, Reggio Calabria, Pantelleria, Lampedusa e Comiso. In molti non raggiungono i 50 mila passeggeri all\u2019anno, alcuni sono molto al di sotto. \u201cIn questi giorni, i politici umbri stanno difendendo compatti il nostro aeroporto – afferma il presidente della Sase, Mario Fagotti. – Per noi, leggere dal rapporto Nomisma che Sant\u2019Egidio \u00e8 uno dei 24 scali di minore importanza rispetto agli hub di Roma, Milano-Malpensa e Venezia e ai 14 aeroporti che movimentano dai 3 ai 5 milioni di passeggeri all\u2019anno, non \u00e8 una notizia e non sposta di una virgola il nostro progetto di crescita. Che \u00e8 ben pensato e serio\u201d.<\/p>\n
Fuori dalle finestre della direzione Sase, le nuove strutture aeroportuali disegnate dall\u2019architetto Gae Aulenti vengono su a ritmo veloce. \u201cVeniamo da un percorso di lavoro durato ben 6 anni, a Sant\u2019Egidio sono stati investiti circa 50 milioni di euro, con l\u2019accordo di tutti: chiuderlo adesso \u00e8 semplicemente impensabile\u201d, continua Fagotti, che poi tira il coniglio fuori dal cilindro e ti d\u00e0 la notizia che non ti aspetti. \u201cLa mattina del 2 agosto prossimo, qui in aeroporto, dovrebbe arrivare il coordinatore dello stesso studio Nomisma, l\u2019architetto Giulio De Carli a spiegare perch\u00e9 l\u2019allarme sulla chiusura di Sant\u2019Egidio \u00e8 infondato\u201d.<\/p>\n
Le preoccupazioni estive potrebbero dunque svanire cos\u00ec, con una semplice smentita da parte degli stessi autori dello studio sulla sorte di Sant\u2019Egidio. Intanto, il 14 luglio scorso, i soci pubblici e privati hanno tenuto l\u2019assemblea per la approvazione del bilancio e l\u2019aumento del capitale sociale di 2 milioni di euro, varati all\u2019unanimit\u00e0. Con l\u2019aumento di capitale, l\u2019assemblea svoltasi alla Camera di commercio perugina e presieduta da Mario Fagotti ha deliberato anche il ripianamento delle perdite del 2009, attestatesi a 928.000 euro, con una riduzione di circa il 10 per cento rispetto al 2008.<\/p>\n
Tutto bene, allora? \u201cSiamo un po\u2019 preoccupati – spiega il presidente Sase, Fagotti – della resa del nostro volo su Milano, dove non \u00e8 stata fatta un\u2019adeguata campagna di marketing territoriale. Stiamo pensando di atterrare a Linate, piuttosto che a Malpensa. Laddove invece gli umbri si sono impegnati, Regione in primis, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: vanno molto bene i nostri voli verso Londra, dove ogni aereo \u00e8 riempito al 70 per cento da inglesi che vengono in Umbria e verso la Spagna (il 40 per cento dei viaggiatori sono iberici), grazie anche al progetto universitario Erasmus\u201d.<\/p>\n
OBIETTIVI<\/p>\n
Fino a quota 500.000<\/p>\n
Nel 2009 sono transitati da Sant\u2019Egidio 123.432 passeggeri, con un incremento dell\u20198,2 per cento rispetto ai 114.072 utenti registrati nel 2008. La Sase, societ\u00e0 che gestisce lo scalo, ha effettuato una stima sull\u2019impatto dei nuovi collegamenti sull\u2019incremento del traffico annuale: l\u2019obiettivo \u00e8 quello di raggiungere a breve i 150 mila passeggeri trasportati in un anno. Nel medio periodo, si punta alle 500 mila utenze. Inserita tra le strutture di missione nell\u2019ambito delle celebrazioni per i 150 anni dall\u2019Unit\u00e0 d\u2019Italia, l\u2019aeroporto di Sant\u2019Egidio sta beneficiando di un finanziamento di 42.468.226,35 euro. Il finanziamento \u00e8 ripartito tra la struttura di missione, per circa 25,8 milioni di euro, la Regione Umbria per un importo pari a 12 milioni di euro e l\u2019Enac per i restanti circa 3,3 milioni di euro.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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