Normalmente non raccontiamo fatti di cronaca nera. Per questa storia facciamo un\u2019eccezione e la riportiamo come ce l\u2019ha esposta una signora presente. Si tratta in fondo solo di uno \u201cspiacevole incidente\u201d. La signora G. ha notato una coppia di signori di una certa et\u00e0 davanti alla chiesa di Sant\u2019Ercolano di Perugia, quando un giovane sui vent\u2019anni, ben vestito, senza alcun segno particolare di degrado, si avvicina alla coppia e tenta di strappare la borsa alla signora. Lei resiste, ma nello sforzo perde l\u2019equilibrio e cade in terra. Il ragazzo a quel punto tenta la fuga, ma una persona che ha assistito alla scena con uno sgambetto riesce a fermarlo. Anche il giovane cade e si fa qualche escoriazione. Intanto due carabinieri in borghese che passavano di l\u00ec hanno preso il giovane e poi \u00e8 arrivata l\u2019ambulanza chiamata con i cellulari da qualcuno dei presenti. La donna \u00e8 stata portata al pronto soccorso e il giovane in caserma e in carcere. Si \u00e8 saputo che la signora non si \u00e8 fatta nulla di grave. Un fatto pi\u00f9 banale che tragico. Sembra che nelle tasche del giovane ci fossero due siringhe. La signora G. mi confida che avvicinandosi all\u2019aggressore, che a quel punto piangeva, gli ha chiesto, come una madre ad un figlio, perch\u00e9 si comportasse in quel modo, rovinandosi la vita. Il risvolto triste della storia \u00e8 che quella coppia, straniera, veniva dalla Scozia a Perugia per festeggiare l\u2019anniversario di matrimonio che avevano celebrato quarant\u2019anni fa proprio nella nostra citt\u00e0, di cui sono stati sempre innamorati. Peccato. La signora G., confessando la sua amarezza, confidava di non sapere se compatire pi\u00f9 la donna, vittima del tentato scippo, o il giovane, vittima di se stesso. E noi dobbiamo confessare che da 40 anni ad oggi la citt\u00e0, almeno per quella coppia, non \u00e8 pi\u00f9 la stessa e con fatti del genere rischia di non far innamorare pi\u00f9 nessuno. Un processo di decadimento \u00e8 avvenuto un po\u2019 dappertutto, anche nelle nostre citt\u00e0, e nei centri minori. Prenderne atto \u00e8 d\u2019obbligo. Serve per\u00f2 cercarne cause e rimedi. Senza stanchezza e noia, percorrendo varie direzioni di ricerca. Da qualche tempo nelle nostre pagine trattiamo di educazione. In questo numero se ne parla in modo curioso e originale usando l\u2019immagine dell\u2019ombrello. L\u2019ombrello serve, dice il saggio, ma solo se qualcuno ci sta sotto. Fuori di metafora significa che non bastano insegnamenti, scuola, dottrine pedagogiche, catechesi, prediche e sermoni, se nessuno sta ad ascoltare. Il ragazzo dello scippo probabilmente ha conosciuto, ha saputo, \u00e8 stato informato, infatti era pentito e ha detto: \u201cNon lo far\u00f2 pi\u00f9\u201d. Ma al momento non \u00e8 servito. \u00c8 corso via da solo all\u2019avventura, sulla spinta di pulsioni, imitazioni, richiami del gruppo (non mi piace dire \u201cbranco\u201d). Chi poteva trattenerlo dall\u2019avventurosa trasgressione? Solo un grande, forte, convinto, amore, attivo e passivo, amando e sentendosi amato. Solo un legame affettivo con i genitori, maestri, educatori, amici, guide spirituali pu\u00f2 sostenere un giovane nel cammino di ricerca della propria felicit\u00e0, a stare in se stesso e con se stesso, al riparo da sgambetti e cadute. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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