Dialogo con l\u2019islam e sfida educativa: due dei \u201ctemi caldi\u201d per la Chiesa odierna si sono trovati uniti al VI Convegno del Comitato scientifico della Fondazione internazionale Oasis, istituita nel 2004 dal card. Angelo Scola per promuovere la reciproca conoscenza tra le due religioni. L\u2019incontro (Jounieh\/Beirut, Libano, 21-22 giugno) era dedicato al tema \u201cL\u2019educazione fra fede e cultura. Esperienze cristiane e musulmane a confronto\u201d; anzi, \u00e8 emerso che il dialogo interreligioso dovr\u00e0 passare proprio attraverso l\u2019educazione. \u201cCristiani e musulmani, uniamo i nostri sforzi affinch\u00e9 domani non manchino mai uomini e donne che, attraverso il loro coraggio, la loro dolcezza e perseveranza siano in grado di purificare la loro memoria e il loro cuore per far s\u00ec che la saggezza umana si incontri con la saggezza di Dio\u201d ha esortato il card. Jean-Louis Tauran, presidente del Consiglio per il dialogo interreligioso. Osservando che, di fronte alle due crisi fondamentali del nostro tempo, quella dell\u2019intelligenza e quella della trasmissione dei valori, si registra un \u201critorno del religioso\u201d, il card. Tauran ha affermato che le religioni offrono un contributo specifico all\u2019educazione. Esse danno infatti \u201cil gusto della vita interiore\u201d, sostenendo che \u201cl\u2019uomo non vive di solo pane\u201d, e danno \u201cla coscienza della propria identit\u00e0: l\u2019uomo \u00e8 l\u2019unica creatura che interroga e si interroga\u201d. Le religioni, inoltre, \u201cfavoriscono la pedagogia dell\u2019incontro\u201d e \u201caiutano a vivere la differenza nel rispetto\u201d. Compito possibileNon \u201cdovrebbe essere impossibile\u201d, ha sottolineato l\u2019esponente della Santa Sede, che fin da ora i leader religiosi \u201ccristiani e musulmani, uniti di fronte alla sfida dell\u2019educazione\u201d, sensibilizzino \u201clegislatori e insegnanti all\u2019opportunit\u00e0 di proporre regole di comportamento\u201d. Regole quali il rispetto \u201cverso chi cerca la verit\u00e0 di fronte all\u2019enigma della persona umana; il senso critico che permette di scegliere tra il vero e il falso; l\u2019insegnamento di una filosofia umanista che consente risposte umane alle domande sull\u2019uomo, il mondo e Dio\u201d. Ma anche \u201cl\u2019apprezzamento e la diffusione delle grandi tradizioni culturali aperte alla trascendenza, che esprimono la nostra aspirazione alla libert\u00e0 e alla verit\u00e0\u201d. L\u2019educazione nel senso pi\u00f9 ampio del termine, ha concluso il card. Tauran, \u201cnon pu\u00f2 trascurare la dimensione religiosa della persona umana\u201d. L\u2019educazione \u00e8 \u201cil migliore antidoto al fondamentalismo e alla violenza\u201d ha sottolienato da parte sua il patriarca di Venezia, card. Angelo Scola. Un modello per tuttiParlare di educazione \u201cin Libano \u2013 ha precisato il card. Scola \u2013 \u00e8 un\u2019opportunit\u00e0 straordinaria, perch\u00e9 questo \u00e8 un Paese che ha scelto di legare le proprie sorti al successo o al fallimento dell\u2019impresa educativa. Qui l\u2019educazione si rivela come il caso serio per eccellenza: dove riesce, assicura un essere-insieme che si \u00e8 guadagnato l\u2019ammirazione di tutto il mondo; ma quando fallisce, lascia il campo alle peggiori violenze\u201d. Oggi – ha evidenziato – mentre si diffonde la tendenza \u201ca celebrare una libert\u00e0 svincolata da ogni riferimento veritativo alla verit\u00e0-bene\u201d, si manifesta, \u201cper reazione uguale e contraria, la spinta ad affermare una verit\u00e0 che non domanderebbe il coinvolgimento della libert\u00e0 del soggetto. \u00c8 il fondamentalismo, una patologia dell\u2019educazione grave quanto la rinuncia a riconoscere l\u2019obiettiva \u2018pretesa\u2019 della verit\u00e0\u201d. Essa, dice Scola, \u201cpu\u00f2 arrivare fino all\u2019uso della violenza, nella quale lo spirito di parte lacera la comunit\u00e0 distruggendo il bene politico dell\u2019essere insieme: quel bene sociale pratico sul quale il Libano ha scelto di scommettere la sua stessa esistenza\u201d. Di qui la proposta dell\u2019educazione come \u201cantidoto\u201d, a condizione che essa \u201csappia tenere insieme verit\u00e0 e libert\u00e0\u201d. E quest\u2019ultima, conclude il Patriarca, \u201cnella sua dimensione personale e in quella comunitaria, comprende la libert\u00e0 d\u2019espressione e di critica\u201d e, \u201cquanto alla libert\u00e0 religiosa, anche la conversione\u201d. All\u2019incontro hanno preso parte, oltre ad autorit\u00e0 ecclesiastiche (tra cui il card. Nasrallah Sfe\u00efr, patriarca di Antiochia dei Maroniti), autorit\u00e0 civili (il ministro Tareq Mitri) e pedagogisti di area cristiana, una serie di esperti musulmani. Lo sheykh Ridwan al-Sayyed ha trattato il tema \u201cLa formazione degli ulema: continuit\u00e0 e riforma\u201d. Lo sheykh Hani Fahs ha approfondito \u201cSapere, saggezza ed educazione in una prospettiva sciita\u201d. Un particolare riguardo ha avuto il tema dell\u2019istruzione multiculturale: \u201cEducazione fra comunitarismo e costruzione dell\u2019identit\u00e0 nazionale (Antoine Messarra), \u201cIl sistema educativo libanese\u201d (Selim Daccache sj), \u201cLe scuole cattoliche in Medio Oriente\u201d (p. Marwan Tabet), \u201cLe istituzioni educative sciite in Libano\u201d (Mohammed Samaha). <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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