{"id":8538,"date":"2010-06-18T00:00:00","date_gmt":"2010-06-18T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8538"},"modified":"2015-06-16T14:46:51","modified_gmt":"2015-06-16T12:46:51","slug":"laffermazione-piu-rivoluzionaria-del-n-t","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/laffermazione-piu-rivoluzionaria-del-n-t\/","title":{"rendered":"L\u2019affermazione pi\u00f9 rivoluzionaria del N.T."},"content":{"rendered":"

L\u2019affermazione pi\u00f9 rivoluzionaria di tutto il Nuovo testamento mi sembra possa essere proprio l\u2019espressione di Paolo nella Lettera ai Galati<\/em>: \u201cTra coloro che sono stati battezzati in Cristo non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 giudeo, greco, schiavo o libero, maschio o femmina, perch\u00e9 tutti sono uno in Cristo Ges\u00f9\u201d. Sono superate d\u2019un balzo le distinzioni e le divisioni etniche, sociali, linguistiche, culturali, persino sessuali, perch\u00e9 tutti sono egualmente figli di Dio e fratelli di Ges\u00f9 Cristo, cellule del suo Corpo ecclesiale. O, per dirla in forma ancora pi\u00f9 provocatoria con il beato Isacco della Stella, siamo \u201cil Cristo totale e integrale, Capo e Corpo\u201d; ed anzi \u201ctutto il Corpo che \u00e8 la Chiesa, con il Capo, che \u00e8 Cristo, Figlio dell\u2019uomo, Figlio di Dio, Dio\u201d. Sono certamente intuizioni mistiche, che dilatano gli spazi della fede, ma non certo quelli della presunzione.<\/p>\n

Eppure ci aiutano a capire anche il nostro ruolo nella storia, quello di creare la civilt\u00e0 dell\u2019amore, passando attraverso innumerevoli contraddizioni e contestazioni che sanno di croce. Il brano del Vangelo ci rimanda infatti all\u2019identit\u00e0 di Ges\u00f9, il quale fa una breve indagine conoscitiva tra i discepoli per sapere cosa la gente dica di lui, e tra i discepoli stessi per verificare che cosa, dopo tanti giorni che stanno con lui, abbiano effettivamente capito di lui. Risponde Pietro a nome di tutti con un preciso atto di fede: \u201cTu sei il Messia atteso che \u00e8 venuto, il consacrato di Dio\u201d. Pi\u00f9 tardi dir\u00e0 in maniera esplicita e definitiva: \u201cTu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente\u201d (Mt<\/em> 16,16), e meriter\u00e0 da Ges\u00f9 stesso l\u2019appellativo di \u201cbeato\u201d perch\u00e9 ha saputo accogliere l\u2019illuminazione interiore di Dio stesso.<\/p>\n

Ma nell\u2019uno e nell\u2019altro caso \u00e8 gi\u00e0 adombrata sia la Via crucis del Figlio di Dio, sia la Via crucis di coloro che vorranno seguirlo. A questi ultimi Ges\u00f9 dice di prendere ogni giorno la propria croce e di seguirlo. La \u201ccroce\u201d da portare al seguito di Ges\u00f9 \u00e8, prima di tutto, la croce della vita cos\u00ec come ci viene data, senza lamentazioni, accogliendola in pace e con gratitudine. Dice anche di non vergognarsi mai di Cristo, della fede religiosa che ci caratterizza: cosa oggi tutt\u2019altro che facile, per la paura che abbiamo di qualificarci e di comportarci anche pubblicamente come cristiani. \u201cChi si vergogner\u00e0 di me e delle mie parole – ammonisce per\u00f2 Ges\u00f9 -, anche il Figlio dell\u2019uomo si vergogner\u00e0 di lui\u201d. Se c\u2019\u00e8 qualcosa di cui dobbiamo vergognarci \u00e8 il male che facciamo, il peccato, che \u00e8 sempre offesa di Dio, di noi stessi, degli altri, della stessa natura di cui ci serviamo per fare e per organizzare il male.<\/p>\n

Gi\u00e0 il profeta Zaccaria aveva intuito nelle sue visioni profetiche la fatica di restare fedeli all\u2019Altissimo, intravvedendo un \u201ctrafitto\u201d che tutti poi piangono come si piange il primogenito, ed anzi volgeranno a lui lo sguardo perch\u00e9 in quel \u201cvinto\u201d troveranno la forza per portare con lui la croce della vita. Ma le nostre croci, dopo quella di Ges\u00f9, sono sempre \u201ccroci gloriose\u201d perch\u00e9 tale ne \u00e8 e ne sar\u00e0 l\u2019esito, se persevereremo nella fedelt\u00e0. L\u2019autore della Lettera agli Ebrei ci esorta: \u201cPensate attentamente a colui che ha sopportato contro di s\u00e9 una cos\u00ec grande ostilit\u00e0 dei peccatori, perch\u00e9 non vi stanchiate perdendovi d\u2019animo\u201d (12,3). Una invocazione frequente sulle labbra di santa Chiara d\u2019Assisi, in vita e soprattutto sul letto di morte, era: \u201cGrazie, Signore, perch\u00e9 mi hai creato\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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