{"id":8503,"date":"2010-06-04T00:00:00","date_gmt":"2010-06-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8503"},"modified":"2015-06-16T14:53:08","modified_gmt":"2015-06-16T12:53:08","slug":"nellattesa-della-sua-venuta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nellattesa-della-sua-venuta\/","title":{"rendered":"Nell\u2019attesa della Sua venuta"},"content":{"rendered":"

\u00c8\u2019 la festa tutta umbra, quella del Corpus Domini, in seguito al noto miracolo eucaristico di Bolsena del 1263: sangue che fluisce dall\u2019ostia consacrata nelle mani d\u2019un sacerdote dubbioso e cade sul corporale, poi trasferito ad Orvieto dove fu costruita in breve la splendida cattedrale. Papa Urbano IV, che per la impraticabilit\u00e0 di Roma risiedeva nelle pi\u00f9 sicure Viterbo, Orvieto, Perugia (ove poi mor\u00ec nel 1264), riconobbe l\u2019evento come miracoloso, e con la bolla Transiturus<\/em> dell\u20198 settembre 1264 istitu\u00ec la festa liturgica del Corpus Domini<\/em>. All\u2019eucarestia fu devotissimo san Francesco d\u2019Assisi (+1226), che lasci\u00f2 questa eredit\u00e0 spirituale ai suoi frati. Da allora il culto verso il segno sacramentale dell\u2019eucarestia crebbe sempre pi\u00f9, ed \u00e8 stato ulteriormente potenziato dal Concilio Vaticano II, che ne ha parlato in vari documenti sotto diversi aspetti: come fonte e culmine di tutta l\u2019evangelizzazione, della vita e della edificazione della Chiesa, della santificazione di tutti i fedeli, centro e radice della vita del presbitero, ecc.<\/p>\n

Per i cristiani di tutte le confessioni e riti, l\u2019eucarestia \u00e8 un continuo pungolo a camminare verso l\u2019unit\u00e0, che non \u00e8 uniformit\u00e0 ovviamente, ma fedelt\u00e0 a tutto l\u2019evangelo del Signore per realizzare quell\u2019essere una sola realt\u00e0 (ut unum sint<\/em>) unita dall\u2019amore, unit\u00e0 e comunione che \u00e8 segno inconfondibile di origine divina sia per i credenti che per gli increduli. L\u2019eucarestia \u00e8 il \u201cmemoriale\u201d del mistero pasquale lasciato da Ges\u00f9 agli apostoli con parole ben precise: \u201cFate questo in mia memoria\u201d. Non \u00e8 per\u00f2 una semplice commemorazione ricordativa, ma la rinnovazione attualizzante dell\u2019evento centrale della vita di Ges\u00f9 (il mistero pasquale: passione, morte, risurrezione, ascensione, Pentecoste), che rende presente qui – oggi – per me quell\u2019evento salvifico. C\u2019\u00e8 quindi nell\u2019eucarestia una qualit\u00e0 di presenza che non \u00e8 n\u00e9 simbolica n\u00e9 fantastica n\u00e9 celebrativa, ma vera, reale, sostanziale, per quanto sia dato all\u2019uomo di esprimere il mistero pasquale nella sua scaturigine umano-divina.<\/p>\n

Non a caso la Chiesa ci fa dire all\u2019esclamazione di lode \u201cmistero della fede\u201d: \u201cAnnunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell\u2019attesa della tua venuta!\u201d. Nelle letture che la Chiesa ci ha proposto per questa festa, incontriamo dapprima un personaggio singolare, Melchisedech, cui \u00e8 collegato, nella valenza profetica riferita a Ges\u00f9, sia il sacerdozio che il sacrificio all\u2019Altissimo. Il riferimento a Melchisedec, perci\u00f2, rimanda sia al sacerdote per antonomasia, che \u00e8 Ges\u00f9, sia alla sua offerta sacrificale nel segno sacramentale del pane e del vino. Questa offerta ne prefigurava altra pi\u00f9 singolare: quella che avrebbe fatto Ges\u00f9 sia con il proprio corpo immolato, sia con il proprio sangue versato sulla croce, cio\u00e8 l\u2019offerta della sua vita per la redenzione di tutti dal peccato.<\/p>\n

Nella seconda lettura, tratta dalla Prima lettera alla comunit\u00e0 di Corinto, abbiamo la pi\u00f9 antica testimonianza dell\u2019istituzione dell\u2019eucarestia nella santa cena che Ges\u00f9 fece con i suoi apostoli prima di essere \u201ctrad\u00ecto\u201d da Giuda e \u201ctr\u00e0dito\u201dalla plebaglia per essere ucciso (il verbo latino tr\u00e0dere<\/em> ha ambedue i significati: Ges\u00f9 \u00e8 donato a noi, con tradimento, per la nostra salvezza). Nel brano del Vangelo ascoltiamo il miracolo della moltiplicazione del pane per dar da mangiare ad una grande folla, che nel pomeriggio di quel giorno stava ad ascoltare Ges\u00f9 nutrendosi di parola di Dio, pane anch\u2019essa per la fame enorme che abbiamo di speranza, di bont\u00e0, di incoraggiamento. Tutto \u00e8 organizzato come in una messa vespertina della prima comunit\u00e0 cristiana, quando pi\u00f9 chiese domestiche (cio\u00e8 famiglie) si riunivano in assemblea per mangiare comunitariamente, come eccles\u00eca, popolo di convocati, il triplice pane: quello della Parola, quello dell\u2019eucarestia e quello dell\u2019agape fraterna anche con i bisognosi.<\/p>\n

Talvolta Ges\u00f9 nell\u2019eucaristia viene chiamato il \u201cGes\u00f9 dimenticato\u201d, perch\u00e9 non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 l\u2019abitudine di una visita personale in chiesa o di un\u2019adorazione eucaristica prolungata, o anche la partecipazione in folla al suo percorso tra le nostre case nella processione del Corpus Domini. La disciplina ecclesiale la vuole solennissima, quasi a far vedere al Signore le nostre povert\u00e0 e il bisogno che abbiamo di lui, del suo ritorno, chiedendoglielo a voce spiegata con il maranath\u00e0: \u201cVieni, Signore Ges\u00f9\u201d! Nella processione del Corpus Domini torniamo a fare ala al passaggio di Ges\u00f9 per le nostre strade!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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