{"id":8492,"date":"2010-05-28T00:00:00","date_gmt":"2010-05-28T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8492"},"modified":"2018-07-27T19:29:05","modified_gmt":"2018-07-27T17:29:05","slug":"i-signori-dellacqua","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/i-signori-dellacqua\/","title":{"rendered":"I signori dell\u2019acqua"},"content":{"rendered":"
Le firme a sostegno del referendum abrogativo della legge sull\u2019affidamento dei servizi idrici a societ\u00e0 private hanno superato quota 500 mila, ossia la soglia per l\u2019ammissibilit\u00e0. In 25 giorni, dicono dal Comitato del referendum per l\u2019acqua pubblica, sono 516.615 le firme raccolte in Italia. L\u2019obiettivo \u00e8 di almeno 700 mila firme entro il 4 luglio. Si chiede di abolire la possibilit\u00e0 di dare la gestione dei servizi idrici ai privati o a societ\u00e0 a capitale misto (con almeno il 40 per cento privato). Il Governo continua a ribadire che la propriet\u00e0 dell\u2019acqua rester\u00e0 pubblica. Ma il suo costo aumenta. Come altri servizi finiti, per volont\u00e0 politica, in mano a gestori privati. Privati che stanno garantendo \u2013 ormai da circa un decennio \u2013 parte di quegli investimenti per nuove opere e di manutenzione che il Pubblico, squattrinato, non faceva pi\u00f9. Adesso per\u00f2, i sindaci di alcuni Comuni italiani, che un tempo gestivano in proprio i loro acquedotti, hanno modificato i loro statuti \u2013 o lo stanno facendo – per tornare indietro a \u201cripubblicizzare\u201d l\u2019acqua. \u201cI Comuni possono cos\u00ec riappropriarsi dei loro acquedotti, i cittadini dell\u2019acqua\u201d, afferma la coordinatrice regionale della campagna \u201cAcqua bene comune\u201d, Elisabetta De Persio. \u201cL\u2019Umbria \u00e8 la terza regione pi\u00f9 cara d\u2019Italia per le tariffe idriche\u201d, continua Elisabetta De Persio, citando la rivista Altroconsumo. Dati che i gestori privati contestano. \u201cVogliamo togliere dalle mani dei privati – continua – la gestione di tanti acquedotti, gi\u00e0 pagati con le tasse dei cittadini. Nelle spa quali Umbra Acque, Vus e Sii, i privati, tramite i patti parasociali, esercitano un\u2019ingerenza totale sulle scelte strategiche, pur se la propriet\u00e0 della spa \u00e8 in mano ai Comuni e, dunque, alla sfera pubblica. Ma che l\u2019acqua sia pubblica \u00e8 ormai solo un\u2019apparenza\u201d. Umbra Acque, gli investimenti dei privatiSpa dell\u2019acqua. Sono loro \u201ci nemici\u201d dei referendari? No. Anche perch\u00e9 i loro investimenti migliorano la qualit\u00e0 dell\u2019acqua. Alcuni esempi dei lavori della sola Umbra Acque spa: l\u2019acquedotto per il rifornimento idrico del comprensorio della Media Valle del Tevere (costo: 14,30 milioni di euro, di cui 8,80 di fondi pubblici), il sistema acquedottistico per il rifornimento idropotabile dei Comuni dell\u2019Alta Valle del Tevere (18,50 milioni di euro, di cui 11,20 di fondi pubblici), l\u2019accorpamento della depurazione dei Comuni di Citerna, San Giustino e Citt\u00e0 di Castello (4,40 milioni di euro di cui 3 di fondi pubblici), il depuratore di Ponte Valleceppi e i collettori fognari (7,80 milioni di euro, di cui 3,20 di fondi pubblici), l\u2019acquedotto per il completamento dei rifornimento idrico del comprensorio del lago Trasimeno (10,60 milioni di euro, di cui 7,70 di fondi pubblici). I Comuni, prima dell\u2019avvento dei privati, avevano acquedotti \u201ccolabrodo\u201d, acque pi\u00f9 impure, meno controlli. Ma gli investimenti fatti dai privati per migliorare il servizio devono ripagarsi con la tariffa: tocca ai cittadini mettere mano al portafoglio, interessi compresi. \u201cNoi recuperiamo gli investimenti fatti, ripianiamo i costi e proviamo a fare utile\u201d, afferma l\u2019amministratore delegato di Umbra Acque, uomo di Acea, il quarantaduenne Alessandro Carf\u00ec. Il suo ragionamento non fa una grinza. Di conseguenza Umbra Acque, dopo ripetuti inviti a pagare, chiude l\u2019erogazione dell\u2019acqua ai morosi. Chi non paga non beve, n\u00e9 si lava. Mentre i Comitati dell\u2019acqua tuonano contro quei politici che hanno dato ai privati l\u2019incarico di gestire una risorsa \u201cbene comune\u201d. In tre anni l\u2019acqua \u00e8 aumentata dal 20 al 40%Nell\u2019aprile 2009, il primo – e ultimo, finora – focus sulle tariffe del servizio idrico integrato dell\u2019Agenzia Umbria ricerche (Aur), curato da Marina Ripavella, aveva messo in evidenza la lievitazione delle stesse. I ricercatori dell\u2019Osservatorio tariffe e tributi locali dell\u2019Aur hanno calcolato gli aumenti dal 2005 al 2008, confrontando le tariffe applicate nell\u2019ipotesi che i metri cubi di acqua fatturati siano gli stessi per il servizio idrico, di fognatura e di depurazione. Nell\u2019Ati 1 e 2 dove opera Umbra Acque Spa, una famiglia di 4 persone ha subito un aumento pari al +21,5% con un consumo di 200 metri cubi annui (dai 149 euro del 2005 ai 180 del 2008). Nell\u2019Ati 3 dove opera la Valle Umbra Servizi spa, la stessa famiglia ha subito un aumento del +27,3% all\u2019anno (dai 159 euro del 2005 ai 203 del 2008). Nell\u2019Ati 4 dove opera il Sii, la stessa famiglia ha subito un aumento del +41,5% all\u2019anno (dai 128 euro del 2005 ai 181 del 2008). Chi gestisce gli acquedotti umbriUMBRA ACQUE SPADove opera38 comuni degli Ambiti territoriali integrati (Ati) 1 e 2 (area di Gubbio, Citt\u00e0 di Castello, Umbertide, la zona del Lago Trasimeno, Perugia, Todi e Citt\u00e0 della Pieve). Il capitale sociale e legato all\u2019azionariato \u00e8 di 15.549.889 euro, ripartito per il 60 per cento tra soggetti pubblici (il Comune di Perugia \u00e8 titolare della quota di maggioranza, pari al 33 per cento) e per il 40 per cento tra soggetti privati (Acea Spa). I numeri del servizio idrico integrato460 mila abitanti, pari a circa 220 mila utenze. 90 mila metri cubi di acqua distribuiti in media ogni giorno140 mila metri cubi di acqua depurati in media ogni giorno; 5 mila chilometri di acquedotti3.500 chilometri di condotte fognarie140 stazioni di acquedotto161 stazioni di depurazione e di fognatura170 impianti di depurazione. VALLE UMBRA SERVIZI (VUS) Dove operaAti 3 (territori di Spoleto, Foligno e la Valnerina). Azienda multiutility, distribuisce anche gas e fa raccolta dei rifiuti. \u00c8 costituito dalla capogruppo Valle umbra servizi spa e dalle aziende controllate Vuscom, Vusgpl, Centro Ambiente e Trec. Complessivamente la multiutility fattura circa 60 milioni di euro all\u2019anno. I numeri del servizio idrico integrato152.311 abitanti 335 dipendenti e 198 mezzi2.910 chilometri di acquedotti864 chilometri di fognature119 depuratori900 fra sorgenti, pozzi e serbatoi. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO (SII) Dove opera32 comuni dell\u2019Ati 4 (provincia di Terni) Sciet\u00e0 consortile per azioni. Composizione societaria: 51% degli stessi Comuni riuniti in consorzio; 25 % di Umbriadue Scarl; 18% di Asm Terni Spa; 6% di Aman Spa. I numeri del servizio idrico integrato220 mila abitanti61 sorgenti e 81 pozzi3000 chilometri di reti di adduzione e distribuzione di acqua247 serbatoi per oltre oltre 45 mila metri cubi108 impianti di depurazione900 chilometri di reti fognarie252 impianti di sollevamento fognario. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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