{"id":8472,"date":"2010-05-21T00:00:00","date_gmt":"2010-05-21T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8472"},"modified":"2010-05-21T00:00:00","modified_gmt":"2010-05-21T00:00:00","slug":"una-tenda-che-invita-tutti-a-essere-risorti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-tenda-che-invita-tutti-a-essere-risorti\/","title":{"rendered":"Una Tenda che invita tutti a essere \u201crisorti\u201d"},"content":{"rendered":"
In merito all\u2019evento \u201cTenda del Risorto\u201d, il vescovo mons. Domenico Sorrentino ha accettato di approfondire il tema. Diamo un nome al Risorto: chi deve ancora risorgere? \u201cIl Risorto ha un nome e solo uno: Ges\u00f9! Senza la sua risurrezione, vana sarebbe la nostra fede. Ma dalla sua risurrezione deriva la nostra: come credenti in Lui, pur con tanti limiti e peccati, siamo uomini risorti, animati dal suo Spirito, chiamati alla santit\u00e0. L\u2019invito a \u2018risorgere\u2019 \u00e8 rivolto a tutti\u201d. In una societ\u00e0 secolarizzata, quanto pu\u00f2 essere recepito il significato del risorgere? \u201cIl ritmo della vita contemporanea e il clima culturale in cui siamo immersi non sempre aiuta. Tuttavia si sente anche necessit\u00e0 di recupero spirituale sebbene, tante volte, attraverso percorsi discutibili. Noi vogliamo dare testimonianza che l\u2019incontro con Ges\u00f9 in una comunit\u00e0 cristiana viva \u00e8 capace di dare alla nostra esistenza un senso nuovo che ci fa vivere, nonostante la croce, nella gioia, nella operosit\u00e0, nella speranza\u201d. Quale motivo ha indotto a valorizzare la tenda? \u201cLa tenda \u00e8 un simbolo biblico. Ricorda il Dio dell\u2019Esodo che cammina con il suo popolo. La realizzazione piena \u00e8 Ges\u00f9, il Figlio che ha messo tenda nella nostra umanit\u00e0. Riprendere questo simbolo significa ricordare che Egli viene ad illuminare la nostra esistenza nella concretezza delle dimensioni quotidiane. Significa anche assumere l\u2019impegno di essere comunit\u00e0 missionaria, che si proietta nell\u2019annuncio per le strade e nelle case degli uomini\u201d. La sofferenza nelle sue molteplici manifestazioni mette talvolta a dura prova la fede… \u201cTra le cose che Ges\u00f9 chiede agli apostoli, quando li invia ad annunciare il Regno di Dio, c\u2019\u00e8 anche questa: \u2018Guarite gli infermi\u2019. Egli stesso lo faceva con i suoi miracoli di guarigione. Dio non vuole la nostra sofferenza, \u00e8 venuto a guarirla. Quando non c\u2019\u00e8 la guarigione fisica, quella spirituale aiuta a sopportare anche la sofferenza fisica. La croce che Ges\u00f9 ci chiede di portare \u00e8 la croce dell\u2019amore, il darci reciprocamente la mano, perch\u00e9 nessuno si senta solo nel suo dolore\u201d. Quale differenza tra progresso e sviluppo? \u201cIl magistero sociale della Chiesa ha dato su questo tema indicazioni illuminanti. Nella Tenda del Risorto, con il prof. Zamagni e altri esperti, abbiamo voluto fare il punto. In una parola potremmo dire: non c\u2019\u00e8 progresso vero se allo sviluppo economico, tecnico, scientifico non corrisponde la crescita di tutto l\u2019uomo e di tutti gli uomini. Si tratta di pensare allo sviluppo in tutte le dimensioni, in particolare aprendosi al Trascendente e tenendo saldi i valori morali. Tutto questo in termini di mondialit\u00e0. Alla globalizzazione della cultura e dell\u2019economia, deve far da contrappeso la globalizzazione della solidariet\u00e0\u201d. Si pecca di integralismo a ridimensionare l\u2019arte per l\u2019arte, preferendo il concetto dell\u2019arte come strumento di elevazione? Di ascesi spirituale? \u201cNella Tenda abbiamo voluto dare uno spazio al discorso sull\u2019arte, perch\u00e9 siamo convinti che l\u2019arte ha sempre un rimando al Trascendente. La \u2018via della bellezza\u2019 conduce a Dio. Non si tratta allora di strumentalizzare l\u2019arte, ma di coglierne la sua intima direzione, quando la sperimentiamo e la valorizziamo nel contesto della liturgia e del sacro. \u00c8 un fatto che la storia dell\u2019arte ha nelle nostre chiese \u2013 e in Assisi a titolo speciale \u2013 uno dei suoi luoghi pi\u00f9 significativi\u201d. Il mondo giovanile \u00e8 in fibrillazione: incomprensione generazionale, mancanza di occupazione o di un lavoro gratificante, amori spezzati, matrimoni in rapida crisi, frustrazioni. E questo diffuso malessere esiste anche nella nostra diocesi: suona retorico un invito alla speranza? \u201cLa crisi c\u2019\u00e8 e i giovani ne risentono pi\u00f9 degli altri. Ma essi rimangono pur sempre una grande risorsa. Quando ricevono un annuncio autentico di Cristo, avvertono che corrisponde profondamente alle loro esigenze di gioia e di vita. E allora si gettano a capofitto nell\u2019avventura della speranza cristiana. Lo vediamo con tanti di loro che stanno partecipando ai vari momenti della pastorale diocesana e parrocchiale. Anche nel contesto della Tenda si sono dati da fare per dei momenti significativi. No, non \u00e8 retorica: quella che viene da Cristo \u00e8 la speranza che salva il mondo. E parla al cuore di tutti, anche dei giovani\u201d. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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