Collescipoli ha ricordato don Gino Paiella, anzi mons. Gino Paiella, cameriere segreto soprannumerario di Sua Santit\u00e0, cos\u00ec insignito da Giovanni XXIII nel 1963. Lo ha ricordato con una pubblicazione nata per iniziativa dell\u2019attuale parroco, don Vincenzo Greco, che scrive nella prefazione del libro: \u201cLa mia intenzione era quella di tributare un ricordo alla figura di don Gino Paiella nell\u2019Anno sacerdotale, tracciandone un profilo che potesse aiutare a cogliere la statura umana e spirituale di questo uomo, sacerdote che ha amato Collescipoli e per essa ha speso tutta la sua vita e il suo ministero. Ma non \u00e8 stata solo una ricerca di archivio perch\u00e9 tra i ricordi personali e di famiglia c\u2019era una vecchia agenda su cui don Gino aveva raccolto i suoi ricordi. Leggendo quegli appunti ho subito compreso che don Gino voleva prendere lui la parola! Cos\u00ec ho pensato che non serviva scrivere \u2018su don Gino\u2019, ma sarebbero state le sue stesse parole a dare la pi\u00f9 bella testimonianza sulla sua vita di prete e di uomo\u201d. Don Gino nacque a Narni nel 1914 e divenne sacerdote nel 1940 consacrato da mons. Felice Bonomini. Svolse il ministero di parroco dal 1940 al 1944 a S. Urbano di Narni e poi a Collescipoli fino alla morte nel 1987. Fu parroco nel senso pi\u00f9 profondo del termine, cos\u00ec come descritto nel sottotitolo del libro: \u201cFede, coraggio e opera di un prete in tempi difficili\u201d. E che i suoi tempi siano stati difficili non c\u2019\u00e8 dubbio: a S. Urbano la guerra, l\u2019occupazione tedesca e la lotta partigiana, in un paese che per dieci anni era stato privo di un parroco. A Collescipoli nel dopoguerra, tempo di fame, di ricostruzione, di lotte dure tra i partiti, con connotazioni anticlericali fortissime da parte della sinistra, in un paese di tradizioni garibaldine e di insediamento operaio alla periferia di una citt\u00e0 \u201crossa\u201d come Terni. Malgrado tutto don Gino, pur impegnato senza riserve e titubanze dalla parte della Chiesa, fu il parroco di tutti; pur avversato da alcuni, fu stimato da tutti ed amato dai suoi fedeli. La sua attivit\u00e0 pastorale fu intensissima e senza risparmio alcuno. Con la sua guida fiorirono in parrocchia le organizzazioni ecclesiali, dall\u2019Azione cattolica alle Acli, ai Coltivatori diretti. Secondo le necessit\u00e0 dell\u2019epoca, organizz\u00f2 colonie estive per bambini, sostenne l\u2019asilo d\u2019infanzia, riapr\u00ec chiese danneggiate dal tempo e si interess\u00f2 a fondo delle condizioni di vita dei parrocchiani. Fu un \u201cgrande\u201d sacerdote, come gli preconizz\u00f2 il rettore al seminario regionale prima dell\u2019ordinazione: \u201cO sarai un traditore di Cristo o un grande sacerdote\u201d. E don Gino non trad\u00ec mai. Va letto, il libro, e pu\u00f2 essere richiesto alla parrocchia di Collescipoli. Meritoria \u00e8 l\u2019iniziativa di don Enzo Greco per ricordare un sacerdote da portare ad esempio. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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