{"id":8435,"date":"2010-05-07T00:00:00","date_gmt":"2010-05-06T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8435"},"modified":"2015-07-10T15:45:26","modified_gmt":"2015-07-10T13:45:26","slug":"il-coraggio-di-un-prete","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-coraggio-di-un-prete\/","title":{"rendered":"Il coraggio di un prete"},"content":{"rendered":"

La giornata del ritiro mensile per il clero della diocesi, svoltasi a Spagliagrano di Todi gioved\u00ec 29 aprile, si \u00e8 aperta con la recita dell\u2019ora media, l\u2019esposizione e l\u2019adorazione eucaristica, seguite dalla proclamazione del Vangelo del giorno e la meditazione dettata da mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi. I partecipanti hanno poi ascoltato nella sala delle conferenze il prof. Giancarlo Pellegrini, docente di Storia contemporanea all\u2019Universit\u00e0 di Perugia, che ha presentato la figura e l\u2019opera di don Luigi Sturzo. Nacque a Caltagirone il 26 novembre 1871 e mor\u00ec a Roma l\u20198 agosto 1959. Ordinato sacerdote nel 1894, si laure\u00f2 in Teologia nel 1896 alla Gregoriana e si iscrisse all\u2019 universit\u00e0 della Sapienza di Roma e all\u2019Accademia di San Tommaso d\u2019Aquino perch\u00e9 grande era il suo desiderio di potersi dare allo studio e all\u2019insegnamento della filosofia. Preso dal ministero sacerdotale e a contatto con tante necessit\u00e0 del suo popolo, messa da parte la sua passione per gli studi filosofici, nel 1897 istitu\u00ec a Caltagirone una Cassa rurale e una Mutua cooperativa e fond\u00f2 anche La Croce di Costantino, un vivace periodico di orientamento politico-sociale che raccolse le pi\u00f9 fervide intelligenze del mondo cattolico siciliano. Com\u2019era ovvio, i metodi chiari e coraggiosi di don Luigi ben presto suscitarono le ire dei massoni, che bruciarono sulla piazza principale del Paese una copia della Croce di Costantino, il giornale da lui fondato. Dopo i fatti del 1898 e la repressione antioperaia e il processo a Davide Albertario, apparve chiara l\u2019impossibilit\u00e0 di convivere tra conservatori e democratici cristiani nello stesso partito dell\u2019 Opera dei Congressi. Nel 1900 dissent\u00ec dal Murri: non fu tra i fondatori della Democrazia cristiana e non prese la tessera. Nel 1902 guid\u00f2 i cattolici di Caltagirone alle elezioni amministrative, e nel 1905 fu eletto consigliere per la Provincia di Catania; nonostante il \u201cnon expedit\u201d, mantenne la carica fino al 1920. Nel 1912 fu eletto presidente dell\u2019Associazione nazionale dei Comuni d\u2019Italia; nel 1915 fu segretario generale della Giunta nazionale dell\u2019Azione cattolica. Nel 1919 fond\u00f2 il Partito popolare italiano e il 18 gennaio, dall\u2019albergo S. Chiara di Roma, lanci\u00f2 l\u2019Appello ai liberi e forti e dette vita al giornale Il Popolo nuovo. Sotto la guida di don Sturzo il Partito popolare nel 1922 imped\u00ec a Giolitti di assumere il potere, consentendo l\u2019insediamento di Facta. Al Congresso di Torino del 12 -14 aprile 1923 Sturzo fece passare la tesi dell\u2019incompatibilit\u00e0 tra la concezione \u201cpopolare\u201d dello Stato e il \u201ctotalitarismo fascista\u201d con la conseguente uscita dal governo Mussolini dei ministri cattolici. Ogni intesa con la destra, \u201cn\u00e9 opposizione, n\u00e9 collaborazione\u201d risult\u00f2 impossibile. Mussolini, poi, brig\u00f2 al di l\u00e0 del Tevere e don Luigi perdette la protezione delle gerarchie vaticane. Non gli rest\u00f2 che dimettersi dal partito e andare esule prima a Londra dal 1924 al 1940, poi a Parigi e infine a New York. Nel 1945, finita la guerra, Sturzo rientr\u00f2 in Italia e il 17 dicembre 1952 il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo nomin\u00f2 senatore a vita, ma don Luigi, perch\u00e9 sacerdote, accett\u00f2 solo dopo avere ottenuto la dispensa dal Papa Pio XII. Mor\u00ec l\u20198 agosto 1959 a 88 anni. A 40 anni dalla morte, a Caltagirone una lapide lo ricorda lungo la scalea del Palazzo di citt\u00e0. Le sue spoglie mortali riposano a Caltagirone nella chiesa del SS. Salvatore. I suoi princ\u00ecpiDa evidenziare alcuni principi di cui Sturzo fu strenuo sostenitore: la necessit\u00e0 di dare voce in politica ai cattolici per avere una alternativa cattolica e sociale; i cattolici devono impegnarsi in politica mantenendo assoluta autonomia tra politica e Chiesa; la libert\u00e0 della persona; la societ\u00e0 si fonda su libere attivit\u00e0 relazionali e deve riconoscere le aspirazioni di ogni singolo individuo; la a-confessionalit\u00e0 del partito popolare: la religione pu\u00f2 influenzare ma non imporre; il regionalismo per contrastare il centralismo statale negatore dell\u2019ampia autonomia individuale. In campo economico, poi, lo stesso Sturzo denunci\u00f2 il capitalismo di Stato, pur senza negare la possibilit\u00e0 di interventi dello Stato per un tempo breve e finalizzato a risultati. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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