{"id":836,"date":"2012-02-10T00:00:00","date_gmt":"2012-02-10T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=836"},"modified":"2018-07-27T19:28:58","modified_gmt":"2018-07-27T17:28:58","slug":"in-umbria-una-piccola-finlandia-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/in-umbria-una-piccola-finlandia-2\/","title":{"rendered":"In Umbria una piccola Finlandia"},"content":{"rendered":"

Per dire che si tratta di un\u2019ondata di gelo \u201cstorica\u201d bisogner\u00e0, certo, attenderne la fine (forse anche oltre la met\u00e0 di febbraio) e valutarne attentamente i dati, ma non si \u00e8 troppo nell\u2019errore se alla serie 1929, 1956 e 1985 si aggiunge il 2012. Si tratta delle cicliche ondate di gelo, il pi\u00f9 delle volte coincidenti proprio con il mese di febbraio, che hanno interessato tutta l\u2019Europa, Italia compresa, negli ultimi 100 anni. In particolare, \u00e8 forte la somiglianza con quella del 1956. L\u2019origine \u00e8 analoga: un blocco esteso di aria gelida, formatasi sopra le steppe asiatiche in concomitanza con un eccezionale rafforzamento dell\u2019alta pressione russo-siberiana, si riversa sull\u2019Europa, grazie alla favorevole posizione \u201cdi blocco\u201d dell\u2019anticiclone delle Azzorre, interagendo con aria fredda artica e con l\u2019aria pi\u00f9 calda del Mediterraneo: un incontro che d\u00e0 origine a freddo polare in Europa e a tanta neve in gran parte dell\u2019Italia centro-settentrionale. Grazie alla svolta del 31 gennaio (con una strabiliante coincidenza col 1956) l\u2019inverno 2011-2012, arido di piogge e di sorprese, si \u00e8 dunque trasformato in una stagione memorabile. Chi lo ricorder\u00e0 saranno soprattutto la Romagna e le Marche, dove nevicate di tale portata (fino a due metri e mezzo in meno di una settimana) non si ricordavano da almeno mezzo secolo.<\/p>\n

L\u2019Umbria \u00e8 rimasta (fortunatamente o sfortunatamente), un po\u2019 in disparte. Sin dal 31 gennaio la neve ha iniziato a cadere, dapprima grazie ad un\u2019irruzione di aria artica dalla Valle del Rodano: in questi casi, a ricevere pi\u00f9 precipitazioni, \u00e8 di solito l\u2019Umbria nord-occidentale. Alla ribalta, quindi, l\u2019alta Valtiberina (Citt\u00e0 di Castello e San Giustino hanno avuto oltre 25 cm di neve, oltre 40 le localit\u00e0 collinari circostanti), Citt\u00e0 della Pieve (40 cm) e le localit\u00e0 circostanti il Trasimeno (tranne Castiglione), poi il centro storico di Perugia (15 cm) ma non la sua la periferia. Il 2 febbraio, \u00e8 giunto, invece, il burian, il vento delle steppe russe, e sono saliti alla ribalta Gualdo Tadino e Gubbio ma, soprattutto, la fascia appenninica da Scheggia a Fossato di Vico. Qui, come al solito, la situazione si \u00e8 complicata a causa dei forti venti, delle violente bufere e delle temperature rigidissime che hanno completamente bloccato, in sole 24 ore, tutta la viabilit\u00e0 stradale e ferroviaria, con accumuli di neve che, nella fascia pedemontana, hanno superato i due metri. Contenti solo alunni e studenti, a casa per otto giorni.<\/p>\n

In questo contesto, ci\u00f2 che ha fatto la differenza \u00e8 stato il terzo apporto: le correnti miti, di origine tirrenica, che hanno preso a scorrere da sud-ovest sopra l\u2019aria gelida siberiana; si sono verificate, cos\u00ec, numerose \u201cnevicate da scorrimento\u201d, che hanno interessato particolarmente l\u2019Orvietano, il Ternano (dove cos\u00ec tanta neve non si vedeva da molti anni), lo Spoletino, i Martani e la Valnerina; specialmente a Terni non sono mancati i problemi alla viabilit\u00e0, per la scarsa abitudine degli automobilisti al gelo. Spruzzate qua e l\u00e0, o poco pi\u00f9, in Valle umbra e, a parte pochi fiocchi, nulla a Foligno. La spiegazione \u00e8 semplice per i meteorologi: troppo lontane rispetto all\u2019azione delle tre componenti sopra elencate e \u201criparate\u201d dalla posizione dei quattro minimi depressionari che l\u2019irruzione di aria fredda ha generato nel Mediterraneo in due settimane. In comune a tutte le citt\u00e0 umbre, per\u00f2, se non la neve, il freddo: per una settimana sempre sotto lo zero, hanno avuto medie fra i -3 \u00b0C e i -6 \u00b0C. Roba da Finlandia meridionale a gennaio!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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