{"id":8318,"date":"2010-03-19T00:00:00","date_gmt":"2010-03-18T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8318"},"modified":"2015-07-23T15:31:45","modified_gmt":"2015-07-23T13:31:45","slug":"il-dramma-della-pedofilia-usato-come-bavaglio-per-la-chiesa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-dramma-della-pedofilia-usato-come-bavaglio-per-la-chiesa\/","title":{"rendered":"Il dramma della pedofilia usato come bavaglio per la Chiesa"},"content":{"rendered":"

Quando il card. Joseph Ratzinger durante la Via crucis del Venerd\u00ec santo del 2005, alla nona stazione in cui si medita la terza caduta di Ges\u00f9 sotto la croce, parl\u00f2 di \u201csporcizia nella Chiesa\u201d, molti di noi ci sentimmo delusi e in qualche modo traditi, come se avessimo subito un\u2019offesa alla nostra onorabilit\u00e0 e dignit\u00e0 presbiterale. Il cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che sarebbe divenuto Papa a distanza di pochi giorni, doveva avere gravi ragioni per confessare, in diretta televisiva trasmessa in mondovisione, quella dichiarazione di autoaccusa. Disse esattamente: \u201cQuanta sporcizia c\u2019\u00e8 nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui!\u201d. Capimmo poi, sempre pi\u00f9 chiaramente, che quel grido di angoscia si poneva nel solco della Giornata di richiesta del perdono per i peccati dei figli della Chiesa, commessi nei secoli passati, fatta con lealt\u00e0 e coraggio da Giovanni Paolo II durante il grande Giubileo del 2000. Pi\u00f9 ancora, in questi giorni siamo costretti a legare quanto accade alla tradizionale lotta che la Chiesa ha dovuto sostenere al suo interno contro gli scandali e le colpe, i delicta graviora, i delitti pi\u00f9 gravi di fedeli, ecclesiastici e laici. Uno degli organismi predisposto per la purificazione della Chiesa durante i secoli \u00e8 stato la Penitenzieria apostolica, uno dei pi\u00f9 antichi dicasteri della Curia romana; e accanto a questo, innumerevoli iniziative volte alla formazione e santificazione del clero, ricorrendo anche a severi provvedimenti disciplinari. Oggi non si usano pi\u00f9 le celle carcerarie dove rinchiudere preti accusati di colpe o colti in flagranza di reato, come faceva san Carlo Borromeo, vescovo di Milano. Sono altri i mezzi per confermare i preti nelle loro scelte, curarne la preparazione, sviluppare la loro formazione umana e sacerdotale, selezionare i candidati al sacerdozio e la vita nei seminari, facendo attento discernimento sulle inclinazioni dei seminaristi, giungendo, come \u00e8 avvenuto in certi casi, a denunciare i trasgressori ai tribunali ecclesiastici e civili. Questo per sfatare l\u2019idea che la Chiesa nel suo complesso sia colpevole di connivenza. La Congregazione per la dottrina della fede, attraverso il promotore di giustizia – attualmente impersonato da mons. Charles J. Scicluna -, tiene in mano la situazione. Ha ripercorso e reso noto, in un\u2019intervista ad Avvenire del 13 marzo scorso, i dati ed il sistema di controllo e repressione dei delitti nella Chiesa a partire dal 1922 fino ad oggi, ridimensionando e precisando i casi del doloroso e delicato problema. La bagarre mediatica, per\u00f2, sembra piuttosto strumentale, ponendo l\u2019accento sulle colpe dei preti piuttosto che sulla sofferenza delle vittime, non riuscendo neppure a percepire che tra queste c\u2019\u00e8 proprio anche la Chiesa. Chi ha sub\u00ecto violenze e soprusi deve essere risarcito del danno psicologico e morale, senza, peraltro, cedere a ricatti di speculatori che non mancano mai di intrufolarsi in tali controverse situazioni, prodottesi nell\u2019arco di lunghi decenni. La Chiesa ha gi\u00e0 pagato e sta pagando, ed \u00e8 disposta a pagare mettendo a disposizione i beni e le risorse degli onesti per le colpe dei trasgressori. E la Chiesa? La gravissima ferita sar\u00e0 risanata dal Signore attraverso la testimonianza delle centinaia di migliaia di preti, della loro vita spesa per e tra la propria gente. La Chiesa, Corpo di Cristo infangato e umiliato, non si difende con argomenti di calcolo di dati, se non per far emergere la verit\u00e0 contro i soprusi della stampa anticlericale, che le ha dichiarato una guerra internazionale, e non vuole provocare sfidando \u201cchi \u00e8 senza peccato\u201d. Sa di essere insieme peccatrice oltre che santa e quindi semper reformanda, in stato di continua conversione. Sa anche di essere forte pur nella debolezza e di essere portatrice di una parola di speranza e salvezza per il mondo. C\u2019\u00e8 tanta gente che conosce e ama i suoi preti di cui apprezza la fatica e la disponibilit\u00e0, sperimenta la fedelt\u00e0 e la vicinanza, coglie la sincerit\u00e0 e la trasparenza e la sincera carica di umanit\u00e0 senza riserve. Coloro che intendono usare l\u2019arma del ricatto per chiudere la bocca alla Chiesa, non si illudano di poterlo fare. L\u2019antica pretesa di rendere la Chiesa muta oppure subalterna, ora a Tizio, ora a Caio, secondo da che parte tira il vento dell\u2019arroganza dei poteri, \u00e8 gi\u00e0 fallita, dal tempo in cui chiusero la bocca ad un uomo che, crocifisso, pronunci\u00f2 una parola ancora pi\u00f9 forte, assordante. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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