{"id":8289,"date":"2010-03-05T00:00:00","date_gmt":"2010-03-05T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8289"},"modified":"2010-03-05T00:00:00","modified_gmt":"2010-03-05T00:00:00","slug":"scuola-papa-e-mamma-che-dicono","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/scuola-papa-e-mamma-che-dicono\/","title":{"rendered":"Scuola. Pap\u00e0 e mamma che dicono?"},"content":{"rendered":"

Nell\u2019ambito del primo dei tre incontri di riflessione sulla \u201cSfida educativa\u201d promossi dalla Commissione regionale per l\u2019educazione, la scuola e l\u2019universit\u00e0 (Cresu) della Ceu, il 26 febbraio alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli \u00e8 intervenuto Davide Guarneri, presidente nazionale dell\u2019Associazione italiana genitori (Age). Sposato, padre di quattro figli, \u00e8 coordinatore dell\u2019associazione \u201cComunit\u00e0 e scuola\u201d, realt\u00e0 da trent\u2019anni attiva nella pastorale della scuola, nella formazione di insegnanti, genitori e studenti di Brescia. \u00c8 stato invitato per parlare sul tema \u201cInsegnanti e genitori: alleati o nemici? Tracce per un\u2019intesa possibile\u201d. Erano presenti il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, delegato Ceu per la scuola, l\u2019educazione e l\u2019universit\u00e0, e Giovanni Carlotti, coordinatore della Cresu. Ha moderato la prof.ssa Rita Ferri. \u00c8 intervenuta anche l\u2019assessore regionale Maria Prodi. Presenti i responsabili dell\u2019Age di Perugia e di Terni e dell\u2019Agesc. Guarneri, \u00e8 possibile un\u2019intesa tra genitori e insegnanti? \u201cDevo dire che \u00e8 soprattutto necessaria e doverosa. In primo luogo perch\u00e9, come persone adulte, siamo noi ad avere la responsabilit\u00e0 dei figli-studenti. Poi perch\u00e9, nel momento in cui si mette al centro l\u2019importanza e la necessit\u00e0 di educare, allora le alleanze scattano in modo naturale. E per farlo ci sono i tradizionali organi collegiali, i patti di corresponsabilit\u00e0 educativa, i percorsi formativi comuni da mettere in campo\u201d.Cosa consiglierebbe ai genitori? \u201cDi promuovere forme comunitarie di partecipazione. Non possiamo pensare alla scuola come a qualcosa dove ognuno sta per conto proprio. Il genitore da solo non ce la fa, e deve avere il coraggio di mettersi in gioco, partecipare alle proposte della scuola, non aspettando che siano gli altri a fare il primo passo. Se si aspetta sempre che qualcun altro si candidi per fare il rappresentante dei genitori, non partir\u00e0 mai nessuno\u201d. In questi giorni sul sito del ministero dell\u2019Istruzione sono stati pubblicati i regolamenti sul riordino dei licei, degli istituti tecnici e professionali. La cosiddetta \u201criforma\u201d della scuola va avanti. Qual \u00e8 il parere dell\u2019Age? \u201cLa necessit\u00e0 di un riordino era evidente. Il sistema scolastico risale sostanzialmente agli anni Venti del secolo scorso e da allora si sono susseguite solo continue sperimentazioni. Ora di positivo c\u2019\u00e8 che ogni ordine di scuola \u00e8 stato istituzionalizzato. Pensiamo al liceo linguistico, al liceo artistico, che erano solo sperimentazioni. Condivisibile \u00e8 anche l\u2019aver dichiarato la pari dignit\u00e0 dei tre percorsi, il liceale, l\u2019istruzione tecnica e professionale\u201d. E i punti negativi? \u201cRimane il punto di domanda sul professionale: c\u2019\u00e8 stata una certa fretta, che non ha permesso di aprire un confronto sull\u2019apprendistato, sulla formazione professionale e sull\u2019istruzione professionale. Tre capitoli di un unico argomento affrontati ognuno in modo diverso e scollegato tra di loro. Altro problema \u00e8 che il riordino non nasce da un confronto: non ci si \u00e8 interrogati sul fine, su quali siano gli impianti pedagogici complessivi che la sottintendono. Nasce invece da un tipo di esigenza finanziaria, tramite decreti legge. Pu\u00f2 essere che sia una cosa inevitabile in Italia, perch\u00e9 quando si passa per via parlamentare i tempi si allungano: \u00e8 successo al ministro Berlinguer, \u00e8 successo alla Moratti. Ambedue hanno rispettato i tempi parlamentari, ma le loro riforme di fatto sono decadute. E poi la praticabilit\u00e0 di alcune scelte introdotte: buone, positive, ma a nostro parere ad ora inattuabili. Ne cito due: l\u2019insegnamento in lingua inglese di una disciplina non linguistica. \u00c8 una cosa bellissima, la si fa in molti Paesi europei, ma in Italia avremo s\u00ec e no meno di cento insegnanti in grado di farlo. Qualunque riforma deve prevedere un piano di aggiornamento e formazione del personale docente, che per\u00f2 non \u00e8 previsto\u201d. E la seconda? \u201cSi tratta delle opzioni e delle facoltativit\u00e0 introdotte per ogni indirizzo di scuola: molto positive, ma tutto ci\u00f2 si scontra con la carente situazione finanziaria degli istituti. Se non finanziamo la legge cosiddetta 440 sull\u2019autonomia degli istituti, con fondi veramente autonomi, non potr\u00e0 partire nulla. Per cui il rischio \u00e8 che siano i genitori a pagarne le spese, con contributi volontari che cominciano a diventare anche un po\u2019 pesanti. Ed \u00e8 questa la vera preoccupazione dei genitori\u201d. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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