{"id":8279,"date":"2010-03-05T00:00:00","date_gmt":"2010-03-05T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8279"},"modified":"2015-06-16T15:58:38","modified_gmt":"2015-06-16T13:58:38","slug":"dio-si-fa-conoscere-a-noi-nel-suo-figlio-gesu","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dio-si-fa-conoscere-a-noi-nel-suo-figlio-gesu\/","title":{"rendered":"Dio si fa conoscere a noi nel suo Figlio Ges\u00f9"},"content":{"rendered":"<p>Noi parliamo tanto di Dio, ma non lo conosciamo; ce lo dice anche Giovanni: \u201cDio, nessuno l\u2019ha mai visto\u201d (<em>Gv<\/em> 1,18). Le parole e i concetti che usiamo, anche bellissimi (Dio \u00e8 bont\u00e0, verit\u00e0, bellezza, vita\u2026), fanno parte dei nostri linguaggi storici fatti di tempo e di spazio, che non potranno per\u00f2 mai definire Dio, che \u00e8 trascendente, totalmente indicibile, ineffabile, perch\u00e9 \u00e8 il \u201cTutt\u2019altro da noi\u201d. Dio stesso per\u00f2 si \u00e8 fatto conoscere in Ges\u00f9 di Nazareth, sua Parola diventata carne, uno di noi, che ci ha parlato di Dio come il Padre (<em>abb\u00e0<\/em>), come l\u2019Amore (<em>ag\u00e0pe<\/em>), come il Santo (<em>qad\u00f2sh<\/em>, <em>h\u00e0ghios<\/em>). Pure Giovanni dice che \u201cDio, nessuno lo ha mai visto; il Figlio unigenito, che \u00e8 Dio, ed \u00e8 nel seno del Padre, \u00e8 lui che lo ha rivelato\u201d (<em>Gv<\/em> 1,18). Nei lontani tempi della storia sacra si chiam\u00f2 semplicemente \u201cIo Sono\u201d.<\/p>\n<p>La prima lettura ci parla delle circostanze di questa auto-definizione: la svel\u00f2 a Mos\u00e8, sul monte Oreb, da un roveto ardente. Fu la semplice constatazione dell\u2019Essere che esiste: \u201cIo sono colui che sono\u201d. E Mos\u00e8, per mostrare la sua fede e la volont\u00e0 di camminare alla sua presenza, si scalz\u00f2 e si vel\u00f2. \u00c8 poco per chi vuol penetrare il Mistero, ma \u00e8 tutto per chi vuol cercare di rendersi conto perch\u00e9 anche noi ci siamo, come ci furono Abramo, Isacco, Giacobbe, e \u201cIo Sono\u201d fu il loro ed \u00e8 il nostro Dio. Ce lo ripete l\u2019apostolo Paolo scrivendone alla comunit\u00e0 di Corinto: i nostri Padri \u201cfurono tutti sotto la nube\u201d protettrice di Dio nel loro cammino verso la libert\u00e0, tutti mangiarono la manna e bevvero alla roccia. Paolo, leggendo gli eventi del passato con l\u2019occhio del presente, li interpreta come profezia del presente, e quindi l\u2019acqua \u00e8 quella del battesimo che monda dal peccato, sgorgando dalla roccia spirituale che \u00e8 Cristo; e la manna \u00e8 il corpo e il sangue di Cristo che nutre la nostra fame di Dio nel viaggio verso la terra promessa, il Regno.<\/p>\n<p>Di qui la necessit\u00e0 di camminare nella fedelt\u00e0 alla Parola di Dio, senza mormorazioni di scontentezza come avvenne per la maggioranza dei liberati, \u201ci quali furono poi sterminati nel deserto\u201d. Non basta aver raggiunto la libert\u00e0, bisogna poi conservarla. E la libert\u00e0 interiore \u00e8 pi\u00f9 difficile a conservarsi della libert\u00e0 politica. \u00c8 sempre il Maligno, la \u201cscimmia di Dio\u201d, che tenta di dominarci con l\u2019idolo del momento, e spesso ci riesce. Non facciamoci distrarre e dominare dalle idolatrie del momento, pi\u00f9 suggestive ancora quando diventano di moda; sono sempre tentazioni umane, dice Paolo, \u201ce Dio non permetter\u00e0 che siate tentati oltre le forze, ma con la tentazione dar\u00e0 anche il mezzo per sopportarla\u201d (1 <em>Cor<\/em> 10,13). Dio c\u2019\u00e8, e chiede la nostra conversione sempre, anche nei fatti luttuosi di cronaca nera come quelli di cui parla il Vangelo, e che i benpensanti intendevano come punizione dei peccati di coloro che erano morti e quindi loro &#8211; i benpensanti &#8211; si sentivano a posto. Ges\u00f9 rifiuta questa interpretazione palesemente egoistica, e ribadisce il dovere della conversione per tutti.<\/p>\n<p>E questo anche per non correre il rischio di essere rimossi come il fico infruttifero della parabola. Quanto al mistero del \u201cdolore innocente\u201d, \u00e8 problema che solo alla luce dell\u2019assassinio di Ges\u00f9, il Giusto per eccellenza, pu\u00f2 trovare una chiave di soluzione. La Quaresima comunque \u00e8 questo tempo di prova che Dio ci concede, in attesa che la nostra vita porti quei frutti di conversione che Dio s\u2019attende, e che ci consentono di conoscere qualcosa di pi\u00f9 di Dio, passando dapprima per la via della preghiera contemplativa, che Ges\u00f9 ci ha illustrato con l\u2019esempio e l\u2019insegnamento: \u201cOccorre vegliare e pregare in ogni momento\u201d (<em>Lc<\/em> 21,36; Mc 13,33), \u201cincessantemente\u201d (<em>Ef<\/em> 6,18). Scriveva sant\u2019Agostino: \u201cLeva la tua voce! Per ascoltare in profondit\u00e0 la tua anima c\u2019\u00e8 sempre Qualcuno, Dio!\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Noi parliamo tanto di Dio, ma non lo conosciamo; ce lo dice anche Giovanni: \u201cDio, nessuno l\u2019ha mai visto\u201d (Gv 1,18). 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