{"id":8278,"date":"2010-03-05T00:00:00","date_gmt":"2010-03-05T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8278"},"modified":"2010-03-05T00:00:00","modified_gmt":"2010-03-05T00:00:00","slug":"tutte-bugie","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/tutte-bugie\/","title":{"rendered":"Tutte bugie"},"content":{"rendered":"
Tutte bugie. Cos\u00ec l\u2019enciclopedia informatica Wikipedia definisce la storia che in pi\u00f9 di una Commissione per le pari opportunit\u00e0 viene accreditata come il riferimento essenziale dell\u2019epica tragicit\u00e0 dell\u2019origine\u00a0della Giornata internazionale della donna, festa laica che viene celebrata l\u20198 marzo di ogni anno. Tutte balle: l\u2019epica tragicit\u00e0 della giornata si basa su fantasiose leggende che cominciarono a circolare nel dopoguerra, secondo le quali l\u20198 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie bruciate quel giorno nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cottons, a New York; effettivamente una tragedia del genere si verific\u00f2 nel 1911, non per\u00f2 l\u20198 ma il 25 marzo, quando nell\u2019incendio della fabbrica Triangle morirono, prevalentemente schiacciate nel trambusto che fece seguito ad un principio d\u2019incendio, 146 operaie, in gran parte emigrate italiane. La reazione della gente perbene a quella immane tragedia fu quella consueta quando a morire \u00e8 gente che non contava niente: un piantarello andante con moto e la notizia in prima pagina il primo giorno, scivolamento della notizia e quattro lacrimucce sintetiche andantino con la sordina nei giorni immediatamente successivi, poi la gente che non conta niente viene sepolta come merita: nel silenzio pi\u00f9 pesante, quello dell\u2019indifferenza.In realt\u00e0 questa festa \u00e8 nata come celebrazione di quella lotta e di quella protesta che nei Paesi del socialismo reale vide protagonista la tedesca Clara Zetkin, nei Paesi di area capitalista l\u2019americana Corinne Brown, anch\u2019essa socialista che, nel febbraio del 1908, sulla rivista The Socialist Woman, diffidava il Congresso dal \u201cdettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione\u201d. Festa dunque che intende ricordare da una parte le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, dall\u2019altra le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.Ma la stessa enciclopedia nota che \u201cnel corso degli anni la ricorrenza sta perdendo in molti Paesi l\u2019originario significato,\u00a0per assumere una connotazione di mero carattere commerciale\u201d. E infatti se provate a scorrere su internet voci come \u201cOtto marzo\u201d o \u201cFesta della donna\u201d vi corre incontro un\u2019imponente\u00a0teoria di peracottari che, a voi come soggetto intermedio, e come obiettivo definitivo a tutte quelle che in casa sono di sesso femminile, offrono di tutto e di pi\u00f9. Gioielli, \u201ccarinerie\u201d assortite, mimose sintetiche\u2026 Di tutto e di pi\u00f9.\u00a0\u00a0Certo se, di tra le righe, si potesse recuperare anche la dignit\u00e0 della donna… Difficile. Perch\u00e9 prima bisognerebbe recuperare la dignit\u00e0 della persona, e prima ancora la dignit\u00e0 della vita. Cose lunghe,\u00a0complicate. Limitiamoci alla mimosa: dalla tarda mattinata dell\u20198 marzo i fiorai la vendono a prezzi stracciati. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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