{"id":8160,"date":"2010-01-22T00:00:00","date_gmt":"2010-01-21T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8160"},"modified":"2015-07-24T10:50:02","modified_gmt":"2015-07-24T08:50:02","slug":"labito-multicolore-della-sposa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/labito-multicolore-della-sposa\/","title":{"rendered":"L\u2019abito multicolore della Sposa"},"content":{"rendered":"
Il Centro ecumenico di Perugia era pi\u00f9 ecumenico che mai, la sera di luned\u00ec 18 gennaio, all\u2019incontro di approfondimento della Settimana di preghiera per l\u2019unit\u00e0 dei cristiani (18-25 gennaio). Al tavolo dei relatori erano presenti, oltre al direttore del Centro ecumenico don Elio Bromuri, la pastora Kathrin Zanetti-Eberhart per la Chiesa valdese, padre Ionutz Radu della Chiesa ortodossa romena e il dott. Cortese in rappresentanza della Chiesa dei Fratelli. Inoltre, al momento degli interventi dal pubblico si \u00e8 scoperto che in sala c\u2019era anche il nuovo responsabile della Chiesa avventista. Il tema era quello della Settimana di preghiera, \u201cVoi sarete testimoni di tutto ci\u00f2\u201d, frase tratta dal Vangelo di Luca 24, 48. A scegliere l\u2019argomento era stato un gruppo di lavoro scozzese; ogni anno la preparazione della Settimana viene infatti affidata a qualche organismo ecumenico in giro per il mondo. Tra le prospettive offerte dai relatori si \u00e8 notata una notevole convergenza. Non sussiste infatti nessun dubbio che lo scopo della vita di ogni cristiano, a qualunque confessione appartenga, consista nella testimonianza di \u201ctutto ci\u00f2\u201d, vale a dire degli eventi relativi a Ges\u00f9 di Nazareth. Inoltre, si \u00e8 tutti d\u2019accordo sul fatto che la forza della testimonianza pu\u00f2 derivare soltanto dall\u2019incontro con il Risorto, come sottolinea appunto il capitolo 24 del Vangelo di Luca. Tra le pieghe del discorso, con molto garbo, sono comunque emerse alcune differenze di impostazione, che riflettevano la diversa sensibilit\u00e0 delle rispettive Chiese di appartenenza. Cos\u00ec, la pastora Kathrin ha sottolineato pi\u00f9 volte il fondamentale ruolo di \u201cdiscepole\u201d svolto dalle donne che incontrarono Cristo al sepolcro. Da parte sua, don Bromuri ha ricordato l\u2019importanza che in passato ebbe la \u201csociet\u00e0 cristiana\u201d nel diffondere quasi \u201cper osmosi\u201d la fede da una generazione all\u2019altra. Padre Radu ha invece richiamato testi dei Padri orientali, concentrando infine il senso della testimonianza nell\u2019eucaristia. E il dott. Cortese ha dato dimostrazione di una lettura arguta della Bibbia, suscitando dibattito con la sua osservazione – basata peraltro sul Vangelo di Giovanni – che tutti sono \u201ccreature\u201d di Dio, ma non tutti sono \u201cfigli\u201d di Dio. Fili diversi, ma che compongono l\u2019abito multicolore dell\u2019unica Chiesa, Sposa del Signore. D. R.\u201cNon ci sonosolo le badanti\u201d Fa impressione, padre Ionutz Radu, responsabile della Chiesa ortodossa romena per la provincia di Perugia. E non tanto perch\u00e9 \u00e8 un marcantonio alto un metro e 90, reso ancora pi\u00f9 imponente dall\u2019abito nero (ma reso affabile dal sorriso). E neppure perch\u00e9 \u00e8 sposato, cosa che \u00e8 normale per i sacerdoti ortodossi. No, a impressionare di pi\u00f9 l\u2019ascoltatore italiano \u00e8 il fatto che padre Radu abbia appena 31 anni e gi\u00e0 tre figli. Il prete romeno si trova in Italia da circa un anno, insieme alla famiglia; la moglie \u00e8 laureata in Giurisprudenza, ma il suo titolo non \u00e8 riconosciuto in Italia a causa delle differenze in materia legislativa tra i due Paesi. Forse in futuro far\u00e0 corsi di integrazione alla propria laurea; per il momento lo stipendio \u00e8 quello mensile percepito dal marito in qualit\u00e0 di sacerdote; infatti si occupa del ministero a tempo pieno. \u201cAltrimenti – dice padre Radu – se fosse solo un secondo lavoro, come avviene per molti preti ortodossi in Italia, non riuscirei a seguire in modo adeguato le esigenze dei fedeli\u201d. Gi\u00e0, i fedeli. L\u2019idea \u00e8 che quasi tutta la comunit\u00e0 romena alle sue dipendenze pastorali sia costituita da badanti, ma non \u00e8 cos\u00ec. \u201cOrmai si tratta in gran parte di famiglie – spiega -, giovani famiglie con i figli. Nella citt\u00e0 di Perugia vi sono circa 3 mila fedeli, e 26 mila nell\u2019intera provincia, oltre ai 17 mila presenti nel territorio di Terni. In provincia di Perugia sono concentrati, oltre che nel capoluogo, soprattutto a Bastia, Assisi e Marsciano\u201d. Resta il fatto che un buon numero di donne sono badanti, e per loro viene celebrata una liturgia speciale al sabato pomeriggio, perch\u00e9 di solito \u00e8 il loro giorno libero. Ma il vero problema sono i figli. \u201cNelle scuole della provincia – prosegue padre Radu – studiano circa 4 mila bambini e ragazzi romeni. L\u2019et\u00e0 critica \u00e8 quella tra gli 11 e i 18 anni, che \u00e8 un periodo difficile per tutti, ma ancora di pi\u00f9 per gli immigrati. A questa et\u00e0 non sentono di avere nessuna identit\u00e0. Se gli chiedi: \u2018Da grande vuoi restare in Italia?\u2019, rispondono: \u2018No\u2019. Allora vorresti tornare in Romania? \u2018No, l\u00e0 non conosco niente e nessuno\u2019. E allora…?\u201d. Per questo padre Radu vorrebbe aumentare le attivit\u00e0 di catechesi: \u201cNon tanto per l\u2019insegnamento della religione, perch\u00e9 gi\u00e0 a scuola li invitiamo a seguire l\u2019insegnamento della Religione cattolica. Il motivo \u00e8 che vorrei aiutare questi ragazzi a riappropriarsi delle proprie radici, senza dimenticare la lingua dei loro padri, come invece tendono a fare. Vorrei offrire loro un luogo per incontrarsi come comunit\u00e0, perch\u00e9 le loro famiglie provengono da zone molto diverse della Romania e spesso, prima di arrivare in Italia, non avevano nessun legame tra loro\u201d. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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