{"id":8151,"date":"2010-01-22T00:00:00","date_gmt":"2010-01-21T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8151"},"modified":"2015-07-08T12:09:29","modified_gmt":"2015-07-08T10:09:29","slug":"corsa-contro-il-tempo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/corsa-contro-il-tempo\/","title":{"rendered":"Corsa contro il tempo"},"content":{"rendered":"

\u201cPi\u00f9 gli aiuti tardano ad arrivare, pi\u00f9 si corre il rischio di disordini\u201d. \u00c8 una corsa disperata contro il tempo per aiutare le popolazioni di Haiti colpite dal terremoto del 12 gennaio scorso, quella raccontata da Michelle Hough, di Caritas internationalis, in questi giorni a Port-au-Prince, insieme ad una squadra di esperti che sta supportando Caritas Haiti. L\u2019abbiamo intervistata. Come \u00e8 stato il primo impatto con la realt\u00e0 del terremoto? Cosa ti ha colpito di pi\u00f9? \u201cSono arrivata sabato (16 gennaio, ndr) a Port-au-Prince. Inizialmente non pensavo ci fossero molti danni, poi sono andata in alcune zone dove tutte le case sono distrutte. Sembrava una zona di guerra. C\u2019erano pochissime missioni di soccorso. Ho subito capito che sotto gli edifici crollati c\u2019era probabilmente ancora molta gente sepolta\u201d.Sono tanti e reali gli episodi di violenza e sciacallaggio mostrati in foto e in tv? \u201cNon ho visto alcun saccheggio o violenza. La gente sembrava soprattutto sconvolta. L\u2019unico segnale di violenza che ho sentito sono stati dei colpi di arma da fuoco la notte scorsa. Ci dicono che pi\u00f9 gli aiuti tardano ad arrivare, pi\u00f9 c\u2019\u00e8 il rischio di disordini. Questo \u00e8 molto probabile, visto che molte persone vivono in condizioni veramente difficili, in strada o nei campi. Non hanno un accesso n\u00e9 all\u2019acqua potabile n\u00e9 al cibo\u201d. Quali sono le principali difficolt\u00e0 negli aiuti? \u201cLa prima difficolt\u00e0 \u00e8 far arrivare gli aiuti ad Haiti. L\u2019aeroporto \u00e8 stato chiuso e il porto danneggiato dal terremoto, quindi gli aiuti non sono potuti arrivare per almeno due giorni. Ora ne stanno arrivando molti, ma bisogna trovare il modo per portarli ai pi\u00f9 bisognosi nel modo pi\u00f9 rapido e pi\u00f9 sicuro. Il fatto che circa tre milioni di persone abbiano bisogno di aiuto ci pone di fronte ad un compito immane. Non si pu\u00f2 andare a distribuire gli aiuti in grandi spazi aperti, perch\u00e9 se vengono troppe persone e gli aiuti finiscono prima che arrivi il loro turno si genera frustrazione\u201d. C\u2019\u00e8 solidariet\u00e0 tra gli haitiani? \u201cS\u00ec, le persone dormono una accanto all\u2019altra nelle strade. Si danno una mano per racimolare un po\u2019 di cibo, cantano e pregano insieme per risollevarsi un po\u2019 il morale\u201d. Come la Chiesa cattolica nelle sue diverse componenti \u2013 le parrocchie, le Caritas, i missionari, le Ong \u2013 si sta coordinando nell\u2019organizzazione degli aiuti? \u201cCi sono incontri organizzati dalle Nazioni Unite che riuniscono esperti di cibo, acqua, salute, alloggio, ecc. Caritas Haiti sta ricevendo il sostegno del Catholic Relief Services (la Caritas degli Stati Uniti) e di Caritas internationalis per il coordinamento degli aiuti\u201d. Quali saranno le prossime azioni della rete Caritas? \u201cAl momento stiamo valutando la situazione e abbiamo iniziato distribuzioni di cibo su piccola scala. Venti camion e 80 container di aiuti sono gi\u00e0 arrivati, con cibo, acqua e tende. Siamo in attesa dell\u2019arrivo di due aerei con materiali di soccorso, una clinica mobile, depuratori d\u2019acqua e tecnici\u201d. Aiuti dall\u2019UmbriaPer ogni grave emergenza umanitaria le Chiese dell\u2019Umbria si sono mobilitate per contribuire ad alleviare attraverso gesti concreti di solidariet\u00e0 e nell\u2019essere spiritualmente vicine con la preghiera alle vittime di immani catastrofi. Lo \u00e8 stato per lo tsunami del 2004, per citare la pi\u00f9 recente del passato, e lo \u00e8 oggi per il devastante terremoto che ha colpito Haiti, provocando decine di migliaia di morti e infliggendo un durissimo colpo al gi\u00e0 precario sistema socio-economico di uno dei Paesi pi\u00f9 poveri del mondo. Alle tante forme di povert\u00e0, ingiustizie e sofferenze quotidiane di Haiti si va ad aggiungere quella \u201cstraordinaria\u201d di un terremoto che rischia di distruggere per sempre secoli di storia di un popolo. Se ci\u00f2 dovesse avvenire, le sue \u201cmacerie\u201d giungerebbero fino a noi. Per questo occorre che tutto il mondo non faccia mancare il suo aiuto ad Haiti. La solidariet\u00e0 maggiore non pu\u00f2 non venire dai Paesi pi\u00f9 ricchi, soprattutto da chi sulla propria pelle ha vissuto pi\u00f9 volte un terremoto (la gente umbra ne sa qualcosa) anche se mai paragonabile a quello dell\u2019isola caraibica. \u00c8 stato questo il pensiero di tutta la delegazione regionale Caritas Umbria, che ha tenuto la sua prima riunione del 2010 nella giornata del 15 gennaio, presso il santuario dell\u2019Amore Misericordioso in Collevalenza di Todi. Per l\u2019emergenza sisma ad Haiti, in concreto, la Caritas umbra coordiner\u00e0 la raccolta di offerte che le diocesi stanno organizzando nelle parrocchie, attraverso la rete delle Caritas diocesane aderendo alla colletta straordinaria a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto, che si terr\u00e0 in tutte le chiese d\u2019Italia domenica 24 gennaio, indetta dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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