{"id":8093,"date":"2009-12-18T00:00:00","date_gmt":"2009-12-17T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8093"},"modified":"2015-08-05T14:54:19","modified_gmt":"2015-08-05T12:54:19","slug":"il-bene-comune-in-umbria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-bene-comune-in-umbria\/","title":{"rendered":"Il bene comune in Umbria"},"content":{"rendered":"
Il seminario sul futuro dell\u2019Umbria \u00e8 un evento molto atteso, in particolare tra i politici e in generale tra quanti si occupano della \u201ccosa pubblica\u201d, e trenta sono gli interventi in programma. Ne parliamo con il presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia. La proposta e l\u2019organizzazione del convegno sono stati portati avanti dalla Consulta Ceu affari sociali, lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato, di cui \u00e8 presidente. Mons. Paglia, quali sono le ragioni che vi hanno portato a proporre questo incontro? \u201cL\u2019idea iniziale venne dopo le Settimane sociali cattoliche svoltesi a Pistoia sul \u2018Bene comune dell\u2019Italia\u2019. Con i membri della Commissione per i problemi sociali e del lavoro della Ceu che parteciparono all\u2019incontro pensammo fosse utile riflettere sullo stesso tema del bene comune, ma applicato all\u2019Umbria. Sentimmo che era indispensabile una tale riflessione a livello regionale. La proposta fu accolta dalla Ceu ed iniziammo a organizzare il convegno. Sono passati molti mesi da allora ed abbiamo svolto vari seminari di studio attorno a questo tema, vagliando via via i risultati delle ricerche. Man mano che andavamo avanti emergeva l\u2019opportunit\u00e0 di uno sguardo attento al presente e soprattutto al futuro prossimo della societ\u00e0 umbra. Sempre pi\u00f9 emergeva l\u2019esigenza di confrontare tra loro i diversi dati economici, strutturali, sociali ed anche religiosi per poter delineare i tratti del futuro prossimo della nostra cienza va fatto anche in questa direzione. La convinzione che sta all\u2019oriregione. Non si tratta di delineare i principi della dottrina sociale della Chiesa ma di applicarli alla nostra situazione per vedere quale futuro vogliamo delineare per la nostra regione. Assieme ai dati positivi per una pace sociale, ci sono dati economici che preoccupano, come anche fanno pensare alcune scelte strutturali. C\u2019\u00e8 poi anche da riflettere sulle responsabilit\u00e0 che le Chiese dell\u2019Umbria hanno nei confronti della societ\u00e0 umbra. Un esame di coscienza va fatto anche in questa direzione. La convinzione che sta all\u2019orizzonte di questo convegno \u2013 sostenuta straordinariamente dalle suggestioni dell\u2019ultima enciclica papale Caritas in veritate – \u00e8 che il bene comune delle nostre citt\u00e0 come della nostra regione \u00e8 una responsabilit\u00e0 che investe tutti, anche le nostre Chiese. Possiamo dire che, dopo la pubblicazione dell\u2019enciclica, questo convegno ne \u00e8 come una riflessione non astratta ma realizzata nella concretezza di una societ\u00e0 come quella nella quale viviamo in Umbria\u201d. La Chiesa non \u00e8 un partito. Perch\u00e9 interviene su questi temi in modo cos\u00ec importante, da protagonista? Non va oltre il suo proprium? \u201cRicordo che lo stesso Vaticano II – penso alla Gaudium et spes, e ora anche l\u2019enciclica Caritas in veritate – esorta i cristiani ad assumersi le loro responsabilit\u00e0 per l\u2019edificazione della polis. Vorrei citare un brano di Benedetto XVI: \u2018Bisogna tenere in grande considerazione il bene comune. Amare qualcuno \u00e8 volere il suo bene e adoperarsi efficacemente per esso. Accanto al bene individuale, c\u2019\u00e8 un bene legato al vivere sociale delle persone: il bene comune. \u00c8 il bene di quel noi-tutti formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunit\u00e0 sociale\u2026 Ogni cristiano \u00e8 chiamato a questa carit\u00e0, nel modo della sua vocazione e secondo le sue possibilit\u00e0 d\u2019incidenza nella p\u00f3lis. \u00c8 questa la via istituzionale \u2014 possiamo anche dire politica \u2014 della carit\u00e0, non meno qualificata e incisiva di quanto lo sia la carit\u00e0 che incontra il prossimo direttamente, fuori delle mediazioni istituzionali della p\u00f3lis\u201d. L\u2019amore per la \u2018citt\u00e0\u2019 deve pertanto stare a cuore della Chiesa. Questo non nasce tanto da un atteggiamento di bont\u00e0 dei cristiani, ma dalla forza stessa dell\u2019eucarestia. \u00c8 la messa della domenica che ci spinge a fermentare di amore tutta la settimana che viene. L\u2019eucarestia spinge i cristiani ad essere lievito di una socialit\u00e0 nuova nella nostra regione. La Chiesa per\u00f2 non \u00e8 un partito. Il legame che unisce i credenti \u00e8 la comunione con Ges\u00f9 e non una ideologia o un programma politico. In questo senso \u00e8 ormai lontana dalla Chiesa la tentazione di guidare la citt\u00e0 degli uomini; conosciamo bene peraltro i guasti provocati dal potere temporale. Ma la Chiesa \u2013 intesa come comunit\u00e0 dei credenti ove ci sono laici e clero \u2013 \u00e8 parte integrante della societ\u00e0 nella quale vive e sente, o meglio deve sentire, la responsabilit\u00e0 di contribuire al bene di tutti. La Chiesa non vive per se stessa o per accrescere la sua organizzazione, ma per far crescere l\u2019amore di tutti per tutti e particolarmente per i poveri, come amava dire Giovanni XXIII\u201d. Quali frutti si aspetta dal confronto di sabato? \u201cUn primo frutto vorrei che fosse la crescita nella coscienza di tutti (sia dei cittadini che delle istituzioni) delle responsabilit\u00e0 per il bene comune. Si tratta di sconfiggere in radice quell\u2019individualismo che come un veleno si \u00e8 introdotto in tutte le coscienze, anche dei credenti, e che porta ciascuno verso la cura solo dei propri interessi particolari o di gruppo, dimenticando appunto il bene comune. Dobbiamo inoltre prendere coscienza della nuova condizione nella quale ci troviamo, a partire anche dalla situazione storico-politica della nostra regione. Papa Benedetto XVI avverte \u2013 e questa coscienza \u00e8 ci\u00f2 che il convegno intende promuovere \u2013 che una buona Citt\u00e0 terrena \u00e8 pluriforme non uniforme, poliarchica non monarchica, democratica non autoritaria. Vale a dire che nessun ceto e nessuna singola istituzione \u00e8 arbitra del bene comune, che deve essere, invece, misura dell\u2019operato di ciascun individuo e di ciascun gruppo. Cittadini, gruppi sociali, autorit\u00e0 civili, Chiesa, altre comunit\u00e0 religiose: nel modo proprio a ciascuno, tutti hanno il diritto e il dovere di contribuire alla costruzione del bene comune\u201d. Tra le relazioni introduttive, una \u00e8 dedicata alla presenza dei cattolici nella nostra regione. La Chiesa mette in discussione anche se stessa? \u201c\u00c8 indispensabile che i cristiani e ricomprendano la responsabilit\u00e0 sociale che ha la loro fede. Come prima dicevo, \u00e8 la stessa eucarestia che ci spinge a non vivere per noi stessi ma per gli altri, per il bene di tutti. \u00c8 questo il senso di essere luce e sale, lievito e speranza per una citt\u00e0 (e una societ\u00e0) nuova. Purtroppo dobbiamo constatare un cristianesimo fortemente individualista anche nella nostra regione. Benedetto XVI, nella enciclica Spe salvi, contrasta fortemente l\u2019accento individualista che ha segnato la fede di molti credenti in questi ultimi secoli. Si chiede il Papa: \u2018Come ha potuto svilupparsi l\u2019idea che il messaggio di Ges\u00f9 sia strettamente individualistico e miri solo al singolo? Come si \u00e8 arrivati a interpretare la salvezza dell\u2019anima come fuga davanti alla responsabilit\u00e0 per l\u2019insieme, e a considerare di conseguenza il programma del cristianesimo come ricerca egoistica della salvezza che si rifiuta al servizio degli altri?\u2019. Esorta quindi i cristiani a fare un serio esame di coscienza ricordando che la Lettera agli Ebrei usa pi\u00f9 volte il termine \u2018citt\u00e0\u2019per mostrare la salvezza a cui siamo chiamati: il Signore \u2018ha preparato infatti per loro una citt\u00e0\u2019 (Eb 11, 16). Non dobbiamo interrogarci se la fiacchezza della nostra comunione non sia complice dell\u2019affermarsi dell\u2019individualismo nella societ\u00e0 contemporanea? Riflettere pertanto sul rapporto della Chiesa con la societ\u00e0 nella quale viviamo significa individuare una delle frontiere pi\u00f9 delicate per il futuro della nostra societ\u00e0 umbra all\u2019inizio di questo terzo millennio\u201d. Maria Rita ValliIl programmaAssisiSacro ConventoSala dei Papi19 dicembre ore 15.30 – 20INTRODUZIONE- Moderatori: Silvia Angeletti e Vincenzo Menna (Consulta regionale) Indirizzo di saluto di Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi – Nocera – GualdoINTERVENTI Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Consulta regionale: L\u2019Umbria e il bene comunePierluigi Grasselli, Docente di Politica economica – Universit\u00e0 di Perugia: Sviluppo socio-economico e tessuto relazionale in Umbria, nella prospettiva del bene comuneGiuseppe Croce, Docente di Politica economica – Universit\u00e0 La Sapienza, Roma: L\u2019economia della conoscenza: sfide e ritardi dell\u2019UmbriaFrancesco Clementi, Docente di Diritto Pubblico Comparato – Universit\u00e0 di Perugia: Responsabilit\u00e0 e Territorio. L\u2019Umbria e le riforme politico-istituzionaliLuca Diotallevi, Docente di Sociologia generale – Universit\u00e0 Roma Tre: Chiesa e cattolici nell\u2019Umbria di oggi: alcuni adattamenti inutili17.40 – 18.00 Coffee breakDIBATTITO (interventi programmati) CONCLUSIONI: Mons. Vincenzo Paglia<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Il seminario sul futuro dell\u2019Umbria \u00e8 un evento molto atteso, in particolare tra i politici e in generale tra quanti si occupano della \u201ccosa pubblica\u201d, e trenta sono gli interventi in programma. Ne parliamo con il presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia. La proposta e l\u2019organizzazione […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[9],"tags":[1338,1313,2013,2381,3096,1211],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/8093"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=8093"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/8093\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":41933,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/8093\/revisions\/41933"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=8093"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=8093"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=8093"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}