{"id":8074,"date":"2009-12-11T00:00:00","date_gmt":"2009-12-11T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8074"},"modified":"2015-06-16T16:24:48","modified_gmt":"2015-06-16T14:24:48","slug":"non-angustiatevi-per-nulla","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-angustiatevi-per-nulla\/","title":{"rendered":"Non angustiatevi per nulla"},"content":{"rendered":"

Nel rito liturgico questa terza domenica di Avvento, dalla parola con cui inizia il brano della Lettera di Paolo ai Filippesi<\/em>, \u00e8 nota come la domenica Gaudete<\/em> ed \u00e8 consentito il paramento liturgico color rosaceo.<\/p>\n

1. Le prime due letture sprizzano, infatti, di gioia, con invito a godere e ad essere allegri pi\u00f9 volte ripetuto; deve esserci allora un grande motivo per dir cos\u00ec. Con un balzo gigantesco, non nuovo nella liturgia, si passa dalla prospettiva apocalittica della prima domenica ad un invito insistente alla gioia, alla festa, all\u2019allegria; addirittura a un \u201cNon angustiatevi per nulla\u201d, quale che sia la vostra condizione di vita. Fissate invece la vostra attenzione su Dio: il Signore della pace \u00e8 il promotore della gioia nei rapporti umani e nel cuore di ciascuno. Anzi, la vostra gioia – dice Paolo – si sveli attraverso due tipici atteggiamenti di gioia: l\u2019affabilit\u00e0 del tratto e la serenit\u00e0 interiore.<\/p>\n

La ragione di questo nuovo scenario, che la Chiesa crea nel ritmo della liturgia, \u00e8 che nel gran caos della storia sta per essere da Dio inserita una Parola assolutamente inedita, che libera e salva: \u00e8 il suo Verbo, e cio\u00e8 la Parola plenaria di Dio, il suo dirsi sin dall\u2019eternit\u00e0, in un rapporto indicibile di generante (Padre) e generato (Figlio), attraverso il quale Dio entra nella nostra storia umana limitata e contingente, assumendo forma umana personale, e immettendo con ci\u00f2 la sua potenza e la sua grazia nella nostra realt\u00e0 umana per liberarla dal male e salvarla dal fallimento, nel rispetto sempre della nostra libert\u00e0.<\/p>\n

In tal modo la Parola della promessa antica, che percorre tutta la Bibbia, giunge a compimento. Sar\u00e0 dato a noi un bambino che sar\u00e0 l\u2019Emmanuel<\/em>, il Dio per noi e con noi, e non pi\u00f9 soltanto distante da noi. \u00c8 questa la novit\u00e0 delle novit\u00e0, l\u2019evento che pu\u00f2 bloccare ogni tristezza umana, pi\u00f9 o meno colpevole, per generare gioia e speranza. In questo orizzonte di gioia pu\u00f2 esserci pi\u00f9, allora, la parola del pessimismo radicale e della disperazione?<\/p>\n

2. Il brano del Vangelo ci fa cambiare subito scenario: la gente che desidera questa novit\u00e0 di vita si presenta a Giovanni il battezzatore, il grande asceta del fiume Giordano che parla a tutti di conversione e di novit\u00e0 di vita per preparare la via del cuore all\u2019Emmanuel veniente, e indica cosa chiunque debba fare per rendere concreta questa conversione. Chi va a chiedere consiglio a Giovanni \u00e8 gente comune, devota, osservante della Legge. Tra loro per\u00f2 ci sono due gruppi di persone non proprio in odore di santit\u00e0: un gruppo di esattori delle imposte (i pubblicani) e un gruppo di soldati mercenari. I consigli di Giovanni sono concisi e chiari, tutti orientati al tema della ricchezza: si tratta o di beni propri da condividere, o di beni altrui da rispettare; in ultima analisi, di attenzione e di amore verso il prossimo, motivate da ragioni umane: \u00e8 infatti giustizia e condivisione, un comportamento di sobriet\u00e0 e di solidariet\u00e0.<\/p>\n

Non si tratta ancora di virt\u00f9 soprannaturali e di motivazioni cristiane, ma lo spirito \u00e8 gi\u00e0 quello: povert\u00e0 seria e carit\u00e0 autentica. A tutti Giovanni dice: condividete le vostre attuali \u201cricchezze\u201d, cibo e tunica, con chi non le ha. Ai pubblicani, cio\u00e8 agli esattori delle tasse da tutti mal visti, dice: non fate angherie per arricchirvi. Ai soldati, pi\u00f9 avventurieri che uomini d\u2019ordine, dice: contentatevi delle vostre paghe, e non estorcete nulla alla gente con la prepotenza e la paura. Sono indicazioni etiche e comportamentali ragionevoli, giuste, condivisibili. La fede dir\u00e0 poi altro, a partire dalla nuova identit\u00e0 del prossimo, soprattutto se povero (\u201cAmalo come ami te stesso, anzi come Cristo ha amato te!\u201d); e dalla natura intrinseca dei beni terreni, strumenti a tutti destinati per l\u2019uso e non per l\u2019accumulo privato.<\/p>\n

3. Giovanni, l\u2019asceta del deserto, ha gi\u00e0 indicato quindi una prima strada da battere per prepararsi al Natale, all\u2019incontro con il Salvatore: conversione a vita onesta e a comportamenti di giustizia e di solidariet\u00e0. Non \u00e8 ancora la carit\u00e0 di Cristo, ma siamo su quella strada. Per illustrare quanto detto con riferimenti storici concreti, basta guardare a quello che sta avvenendo oggi: con il crollo attuale delle banche viviamo una tragica situazione provocata dagli idolatri della ricchezza finanziaria e dell\u2019accumulo, in spregio dello sviluppo della stessa economia reale.<\/p>\n

Un tragico gioco di bolle di sapone, che fanno ancora pi\u00f9 amara la sorte dei poveri, dei popoli colonizzati e sfruttati, degli immigrati che cercano altrove riparo per la loro indigenza. Abbiamo bisogno di riscoprire la destinazione sociale dei beni, e quindi d\u2019impostare nuovi rapporti sociali in una societ\u00e0 che non pu\u00f2 e non deve idolatrare il \u201cmammona\u201d iniquo. Anche questo impegno, oltre a quello della carit\u00e0 vissuta comunitariamente, entra nella logica del preparare le vie per il Signore che viene.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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