{"id":8054,"date":"2009-12-04T00:00:00","date_gmt":"2009-12-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8054"},"modified":"2009-12-04T00:00:00","modified_gmt":"2009-12-04T00:00:00","slug":"salvaci-cioe","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/salvaci-cioe\/","title":{"rendered":"\u201cSalvaci\u201d: cio\u00e8…"},"content":{"rendered":"
\u00c8 morto Lellino. Un eugubino che fu a lungo titolare di quel \u201cBar moderno\u201d che, nei lontani anni \u201960, fu quasi la seconda sede del \u201cmio\u201d Movimento studenti eugubino, come dire quell\u2019associazione che riemp\u00ec tutti gli spazi della mia vita di giovane prete. Ci riunivamo\u2026 due volte al giorno! Tutti i santi giorni, tranne le domenica. Alle 2 del pomeriggio nel Bar moderno (ma le ragazze non c\u2019erano), alle 18 nella sede di via Menghini 1 (e le ragazze facevano la parte del leone).Lellino a Gubbio era \u201cun vecchio socialista\u201d. Gente dalla dirittura morale assoluta; con un culto rigoroso e concreto della giustizia. Con un appassionato senso d\u2019umanit\u00e0. Con un\u2019ammirazione sconfinata per l\u2019uomo Cristo, che poi tracimava quasi sempre in fede in Cristo come Dio. Con una\u2026 punta (a volte pi\u00f9 che una punta) di prevenzione nei confronti della Chiesa: scusabile, anche se non sempre condivisibile, in chi aveva nel suo Dna sociale memoria delle malefatte socio-politiche compiute dalle nostre parti dallo Stato della Chiesa.Ho presieduto io la liturgia di commiato di Raffaele \u201cLellino\u201d Bellucci. E mi sono commosso. Soprattutto quando sul primo banco ho notato che c\u2019erano dei\u2026 distinti signori: un farmacista, uno psicologo, un programmatore della tv di Stato, un caposezione degli Uffici tecnici del Comune. \u201cDistinti signori\u201d: erano i \u201cmiei\u201d ragazzi di allora. I ragazzi del Movimento studenti eugubino. Quelli che alle 14 c\u2019erano sempre, al bar di Lellino. Quelli che un giorno s\u00ec e l\u2019altro pure gli facevano degli scherzi \u201cche non sempre erano il massimo dell\u2019intelligenza\u201d, ma lui li assorbiva come un padre sempre propenso a chiudere un occhio; solo nelle grandi occasioni se ne usciva con un \u201cmoccolo\u201d da vecchio socialista: \u201cBrutto Diogene!!\u201d. Durante la liturgia, improvvisa, folgorante, un\u2019intuizione. Sto pregando una preghiera litanica alla quale tutti rispondono \u201cSalvaci, Signore!\u201d. Ma che cosa di noi salva, il Signore? Solo la nostra animuccia individuale, strigioletta, ripulita dalla ultime tracce della triplice concupiscenza, linda, essiccata come uno stoccafisso, seduta con le mani sulle ginocchia ad ascoltare le musiche degli Angioloni di Benozzo Gozzoli? No. Il Verbo ha salvato tutta la storia, la grande storia raccontata da Giovanni Minoli e le piccole storie che ci raccontiamo in occasione delle nostre rimpatriate, sempre pi\u00f9 rare, sempre meno cariche di cibo, sempre pi\u00f9 cariche di nostalgia. Il Signore lascer\u00e0 andare a fondo le (tante) sciocchezze che abbiamo fatto nella vita, e ci permetter\u00e0 di portare con noi quelle situazioni che anche quando non ce ne rendevamo conto erano accoglienza della Sua grazia, cio\u00e8 della Sua iniziativa nella grande storia e nelle piccole storie. Sar\u00e0 una faticaccia? Siamo tanti, e abbiamo tante situazioni da salvare! Ma Lui mnifesta la sua ONNIPOTENZA come infinta grazia di perdono. La sua ONNIPOTENZA, n.b.!, non semplicemente la sua bont\u00e0. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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