{"id":8030,"date":"2009-11-27T00:00:00","date_gmt":"2009-11-26T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8030"},"modified":"2015-08-04T11:06:00","modified_gmt":"2015-08-04T09:06:00","slug":"il-ritorno-non-cancella-il-cammino-ecumenico","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-ritorno-non-cancella-il-cammino-ecumenico\/","title":{"rendered":"Il \u201critorno\u201d non cancella il cammino ecumenico"},"content":{"rendered":"

La visita del 21 novembre scorso del Primate anglicano Rowan Williams a Papa Benedetto XVI, pubblicizzata con la foto dei due capi religiosi, sorridenti e sereni, sulla prima pagina dell\u2019Osservatore Romano e di altri quotidiani, rappresenta la risposta pi\u00f9 chiara alle complesse domande poste dalle attuali vicende di quegli anglicani, pochi o tanti che siano (secondo calcoli approssimativi di giornalisti, sarebbero un migliaio tra vescovi, preti, e un totale di 500 mila fedeli), che intendono passare alla Chiesa cattolica, mostrando che non si tratta di una chiusura n\u00e9 tanto meno di uno strappo. L\u2019arcivescovo Williams e Benedetto XVI sono l\u00e0 a dirsi e a dire al mondo che le vicende della Chiesa le governa lo Spirito santo, e poco possono fare le autorit\u00e0 ecclesiastiche, anche quelle supreme. Tanto pi\u00f9 che nelle Chiese le autorit\u00e0 non trovano davanti a s\u00e9 eserciti schierati, ma popoli legati a forti convinzioni e tradizioni; popoli vincolati dalla Parola di Dio alla fedelt\u00e0, che pu\u00f2 diventare anche resistenza. Le ragioni di una sceltaQuello che sta avvenendo in ambito della Comunione anglicana potrebbe configurarsi come un moto di resistenza contro una deriva secolaristica che va prendendo sempre pi\u00f9 piede dentro e fuori l\u2019anglicanesimo. La reazione, che pu\u00f2 considerarsi estrema, di rompere i legami con la comunit\u00e0 d\u2019appartenenza, nella quale si \u00e8 stati battezzati, dovrebbe suonare come un campanello d\u2019allarme per tutti quei gruppi ecclesiali che fanno la rincorsa alla secolarizzazione e spingono per un aggiornamento delle regole ecclesiastiche secondo l\u2019evoluzione dei modelli di vita imposti dall\u2019opinione pubblica dominante; dominata, a sua volta, dai poteri forti del mercato e della comunicazione di massa. Su questi temi Benedetto XVI e Rowan Williams si sono confrontati, ambedue compresi di un difficile ruolo da svolgere: da una parte, di contenimento del processo di riduzionismo e relativismo etico in nome di una coraggiosa fedelt\u00e0 al Vangelo; dall\u2019altra, di aiuto a superare forme di immobilismo antistorico di gruppi di intransigenti tradizionalisti. Una fede nel crogiolo dei venti del rapido sviluppo culturale e sociale, anzich\u00e9 dividere, deve spingere le Chiese a stringersi tutte al comune centro di salvezza che \u00e8 Cristo e il suo Vangelo. Tornare al VangeloUn recente volume dell\u2019arcivescovo di Lanciano-Ortona, mons. Carlo Ghidelli, La gioia e il coraggio dell\u2019ecumenismo (Alleanza biblica britannica e forestiera), si apre con il chiaro ammonimento di ricentrare tutto il movimento ecumenico sul Vangelo. Tornare al Vangelo per ricomprendere le ragioni del cammino delle Chiese nella storia, senza perdersi dietro le strade senza uscita di una post-modernit\u00e0 debole e stanca.\u00c8 del tutto insufficiente e fuori luogo, pertanto, pensare che il \u201critorno\u201d di un gruppo di anglicani alla Chiesa di Roma possa significare l\u2019alba di un generale ritorno dei cristiani delle varie Confessioni all\u2019Unit\u00e0, che sar\u00e0 raggiunta nei tempi e nei modi che Dio vorr\u00e0. Formule immaginate e provvedimenti giuridici approntati gi\u00e0 nel passato nella prospettiva unionistica del \u201critorno\u201d non sono stati sufficienti a facilitare nuove relazioni d\u2019unit\u00e0 riconciliata. I colloqui dei Gruppi misti di lavoro teologico, bilaterali e multilaterali, hanno messo la coscienza delle Chiese di fronte alla responsabilit\u00e0 di confrontarsi con le verit\u00e0 di fede rivelate, secondo una convergente comprensione interconfessionale. \u00c8 avvenuto, ad esempio, con la Dichiarazione congiunta sulla giustificazione tra cattolici e luterani, sul matrimonio tra valdesi e cattolici, sul battesimo nel documento di Lima, nelle intese sulla ospitalit\u00e0 eucaristica in ambito protestante con l\u2019accordo detto \u201cConcordia di Leuenberg\u201d.Il documento del PapaTutto questo non toglie l\u2019importanza della costituzione Anglicanorum coetibus, che non \u00e8 alternativa e in deroga dai principi e dall\u2019esercizio dell\u2019ecumenismo, ma vi si affianca proponendo soluzioni coerenti con i principi cattolici dell\u2019ecumenismo espressi nel decreto Unitatis Redintegratio. L\u2019importante novit\u00e0 della costituzione \u00e8 l\u2019esplicito riconoscimento che nel passaggio degli anglicani alla Chiesa cattolica \u00e8 prevista la conservazione delle caratteristiche proprie della tradizione anglicana, che saranno garantite nel previsto \u201cOrdinariato personale per anglicani\u201d, organizzato sul tipo di una diocesi. Sar\u00e0 raggiunto cos\u00ec il fine della comunione nel rispetto della diversa tradizione. Ci\u00f2 \u00e8 stato considerato dal Primate anglicano \u201cuna risposta pastorale ingegnosa alle necessit\u00e0 di alcuni, ma non un\u2019innovazione ecclesiologica\u201d. Come a dire, che rimane in piedi l\u2019impianto del dialogo ecumenico in atto tra le Chiese. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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