{"id":8023,"date":"2009-11-20T00:00:00","date_gmt":"2009-11-19T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8023"},"modified":"2015-07-06T15:26:40","modified_gmt":"2015-07-06T13:26:40","slug":"siete-una-presenza-specialissima","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/siete-una-presenza-specialissima\/","title":{"rendered":"\u201cSiete una presenza specialissima\u201d"},"content":{"rendered":"

Il 3 novembre scorso l\u2019arcivescovo Boccardo ha incontrato, a Campello sul Clitunno, gli eremiti presenti nel territorio della diocesi. Il presule era accompagnato da mons. Giorgio Orioli, priore parroco di S. Pietro extra moenia a Spoleto e direttore spirituale degli eremiti. La presenza di queste persone nell\u2019archidiocesi \u00e8 da far risalire ai tempi pi\u00f9 remoti del cristianesimo, quando le nostre valli \u2013 Spoletana, parte di quella Perugina e la Valnerina \u2013 si popolarono di asceteri di cui ci ragguaglia con abbondanza di particolari il papa S. Gregorio Magno, amico di monaci, clero e laici di questo nostro territorio. Tutto inizia nella Valle Campiana e nell\u2019attigua Valle Castoriana (Preci) con il grande monaco Spes (13 settembre 517 a.C.) e i suoi discepoli Eutizio e Fiorenzo, ma soprattutto, con pi\u00f9 ampio respiro, con colui che si form\u00f2 alla sua scuola, il grande Benedetto da Norcia. Le lotte diofisite e monofisite in Oriente portarono in questi territori una schiera di asceti che costellarono le nostre montagne di piccoli eremi; celebre \u00e8 il Monteluco di Spoleto che per oltre mille anni fu abitato da eremiti. Con alterne vicende lungo lo scorrere dei secoli mai si spense la presenza in diocesi di persone che si consacravano a Dio nella vita eremitica e furono strumenti di una particolare evangelizzazione nella nostra Chiesa. \u00c8 stato l\u2019arcivescovo Riccardo Fontana, il 2 luglio 2006, a riconoscere come realt\u00e0 diocesana il gruppo di eremiti presenti, stabilendo per loro una norma di vita, affidando a ciascuno di loro un eremo. Oggi abbiamo una significativa presenza di questi consacrati nella vita dell\u2019eremo: dall\u2019alto dei nostri monti sono sentinelle nella Casa del Signore. Attualmente abbiamo sei eremiti, cinque donne e un uomo. Vivono negli eremi della Santissima Trinit\u00e0 a Campello sul Clitunno; della Madonna a Pare a Collegiacone di Cascia; di S. Fiorenzo a Piedivalle di Preci; degli Angeli a Patrico di Spoleto; a Le Cese di Spoleto. Nella sua omelia l\u2019Arcivescovo, riprendendo san Paolo, ha detto che noi Chiesa siamo un solo corpo. \u201cLo vediamo anche qui davanti a noi, in maniera concreta, il mistero della Chiesa, ognuno con doni diversi e con ministeri diversi, tutti chiamati a convergere verso l\u2019unit\u00e0 del Corpo del Signore! Il grande Mistero nel quale siamo inseriti \u00e8 questo della famiglia di Dio, dove ognuno \u00e8 chiamato a occupare quel posto che \u00e8 soltanto il suo, nato dalla fantasia e dal cuore di Dio per poter rendere bello il volto del Maestro presentato agli uomini e alle donne del nostro tempo. In questa prospettiva, in questa luce, mi piace vedere anche la vostra presenza e il vostro ministero nel cuore di questa Chiesa diocesana. Voi non appartenete a un istituto ricco di tradizioni, di spiritualit\u00e0, con patrimonio di storia; voi siete inseriti direttamente nella Chiesa diocesana, e dunque responsabili della santit\u00e0 e della bellezza di questa Chiesa come lo sono tutti i battezzati secondo la loro vocazione\u201d. Se qualcuno pu\u00f2 pensare che gli eremiti siano qualcosa di lontano dalla Chiesa diocesana, mons. Boccardo ha spazzato via ogni dubbio definendoli presenza \u201cspecialissima dentro questa Chiesa diocesana, della quale siete chiamati anche voi a portare il peso e la gloria\u201d. Ci viene in aiuto ancora l\u2019apostolo Paolo quando dice che i diversi carismi, le diverse missioni non sono n\u00e9 concepite n\u00e9 considerate separate e indipendenti l\u2019una dalle altre, bens\u00ec c\u2019\u00e8 una composizione misteriosa che fa s\u00ec che, quasi come le tessere del mosaico, s\u2019incastrino l\u2019una nell\u2019altra. E cos\u00ec i religiosi che percorrono le strade del mondo nell\u2019evangelizzazione diretta, quelli che sono chiusi nel monastero, chi vive nella solitudine dell\u2019eremo, cos\u00ec come le famiglie cristiane, i laici impegnati, le diverse forme di testimonianza cristiana: tutto concorre per rendere presente il mistero della salvezza. \u201cEd io come vescovo – ha affermato Boccardo – sono qui per dirvi l\u2019apprezzamento e la fiducia. Apprezzamento per quello che siete e per quello che fate, la fiducia che io ripongo in voi perch\u00e8 portiate nella preghiera di intercessione, di lode, di azione di grazie questa Chiesa diocesana che vi ha, in modi diversi, generati a questa vocazione che avete accolto e che state vivendo. Tutta la nostra vita cristiana \u00e8 una preparazione continua, \u00e8 un rivestirci dell\u2019abito adatto, dell\u2019abito nuziale per poter essere riconosciuti. Se noi riconosciamo il Signore, Lui ci riconoscer\u00e0\u201d. \u201cEcco – ha concluso – il segreto della nostra vita: la ricerca continua per conoscere il Maestro, per seguirlo pi\u00f9 da vicino, per rispondere alla Sua chiamata e alla Sua donazione. Allora preghiamo affinch\u00e9 ci sia dato di avere ogni giorno di pi\u00f9, coscienza della vocazione che abbiamo ricevuto e della missione che dobbiamo compiere\u201d. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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