{"id":8009,"date":"2009-11-20T00:00:00","date_gmt":"2009-11-20T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=8009"},"modified":"2009-11-20T00:00:00","modified_gmt":"2009-11-20T00:00:00","slug":"nel-segno-di-cristo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nel-segno-di-cristo\/","title":{"rendered":"Nel segno di Cristo"},"content":{"rendered":"
La croce e il Crocifisso: vi \u00e8 identit\u00e0 e alterit\u00e0 nei due soggetti iconografici; infatti si tratta di due elementi che comunemente sono intesi in rapporto evolutivo, dalla croce alla Crocifissione, ma sul piano iconografico appartengono a due distinti ambiti semantici, quello simbolico e quello rappresentativo. Il simbolo della croce, per\u00f2, ha una maggiore potenzialit\u00e0 evocativa e, pur conservando gli antichi significati rielaborati in ambito cristiano, include in s\u00e9 anche il valore rappresentativo della Crocifissione.\u201cCome Mos\u00e8 innalz\u00f2 il serpente nel deserto, cos\u00ec bisogna che sia innalzato il Figlio dell\u2019Uomo, perch\u00e9 chiunque crede in lui abbia la vita eterna\u201d (Gv.3,14). La croce, \u201cAlbero di vita\u201d La croce nell\u2019Antico Testamento era sconosciuta, ma i Padri della Chiesa vi cercarono dei testi da applicare alla croce di Cristo. Il serpente fissato a un\u2019asta per ordine del Signore diventa in epoca neotestamentaria prefigurazione di Cristo crocifisso e fra le interpretazioni simboliche \u00e8 messa in evidenza quella della Lettera agli Efesini (2,16): per mezzo della croce vengono riconciliate due parti contrapposte, cielo e terra, tempo e spazio. Le quattro dimensioni della croce alludono all\u2019universalit\u00e0 della salvezza in riferimento alle parole di Ges\u00f9 : \u201cIo, quando sar\u00f2 elevato da terra, attirer\u00f2 tutti a me\u201d (Gv.12,32). La croce \u00e8 simbolo di morte, ma \u00e8 anche di redenzione e vita (Col.1,20); \u00e8 segno della \u2018potenza di Dio\u2019, l\u2019ultimo e supremo segno di vittoria: \u201cQuanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Ges\u00f9 Cristo\u201d (Gal.6,14) e alla fine dei tempi \u201ccomparir\u00e0 nel cielo il segno del Figlio dell\u2019Uomo\u201d (Mt.24,30). Dai Padri la croce \u00e8 descritta con numerose immagini, per lo pi\u00f9 tratte dalla tradizione biblica veterotestamentaria. A Giustino, ad esempio, si deve l\u2019interpretazione della croce, che i Greci chiamano staur\u00f2s, cio\u00e8 \u2018palo\u2019 e gli Ebrei \u2018es\u2019, cio\u00e8 \u2018albero\u2019, come centro della nuova creazione, albero della vita (Gn.2,9), asse del mondo, scala per il cielo. L\u2019arte simbolica del V-VI secolo moltiplic\u00f2 l\u2019immagine della croce, spesso utilizzandola come elemento emblematico all\u2019interno di motivi floreali, vegetali o animali, come nella straordinaria decorazione del catino absidale della chiesa di San Clemente a Roma, dove il posto principale \u00e8 assegnato alla croce vivificante e non al Cristo crocifisso. La raffigurazione umana non si riscontra fino alla prima met\u00e0 del V secolo; infatti i sarcofagi del IV-V secolo raffigurano la croce ma raramente il crocifisso, come pure l\u2019arte bizantina che preferisce presentare la croce gemmata, ornata di pietre preziose, a ricordo di quella di Costantino; cos\u00ec la vediamo nel mosaico dell\u2019abside di Santa Pudenziana a Roma o in quello di Sant\u2019Apollinare in Classe a Ravenna. Il \u201cChristus triumphans\u201d L\u2019immagine di Cristo in croce \u00e8 entrata, dunque, tardi nell\u2019iconografia, ma il Cristo dei crocifissi bizantini appare, comunque, come il cosmocrator, un Dio trionfatore pur nell\u2019umanit\u00e0 umiliata e dolente: i suoi occhi sono aperti, quasi spalancati, con lo sguardo fisso innanzi a s\u00e9 e il suo corpo resta diritto, vestito da una tunica, il colobium, che cade fino ai piedi. \u00c8 la pi\u00f9 antica iconografia del \u201cChristus triumphans\u201d. San Giovanni Crisostomo esclama: \u201cIo lo vedo crocifisso e lo chiamo Re\u201d. In epoca carolingia erano due i tipi iconografici pi\u00f9 diffusi: il primo presentava ancora Cristo con il colobium, il secondo il Cristo pendente dalla croce coperto solamente da un lembo di lenzuolo, ma l\u2019Alto medioevo non propone ancora la raffigurazione di un corpo devastato dal dolore; nell\u2019iconografia carolingia Cristo trasmette una sensazione e di maest\u00e0, serenit\u00e0 e trionfo. Il concetto di \u2018trionfo sulla morte\u2019 \u00e8 a volte sottolineato presentando Cristo come un re, con la testa cinta da una corona: \u00e8 il vincitore, il re dei cieli, elevato al di sopra del dolore e della morte, e sotto la croce spesso compare il teschio di Adamo. In generale non si pu\u00f2 ancora parlare di un\u2019immagine del Cristo sofferente, poich\u00e9 anche la letteratura del tempo non poneva l\u2019accento sul dolore e sull\u2019umiliazione della croce. Bonaventura da Bagnoregio nel \u2018Laudismus de Sancta Croce\u2019 dice, anzi, che \u201cLa croce \u00e8 porta al paradiso\u2026 \u00e8 medicina al mondo\u2026. La croce \u00e8 nave, la croce \u00e8 porto, la croce \u00e8 giardino di delizie ove tutto fiorisce. La croce \u00e8 forte armatura\u2026 \u00e8 albero adorno consacrato dal sangue di Cristo, colmo di ogni frutto, di cui le anime godono\u2026\u201d.Il \u201cChristus patiens\u201d Questa iconografia si protrae fino agli inizi del XIII sec., quando in Occidente subentra il tipo iconografico del \u201cChristus patiens\u201d, stilizzato nella tensione dolorosa del volto sofferente e piagato, contorto, con gli occhi chiusi e il capo lievemente reclinato sulle spalle; la corona regale delle rappresentazioni antiche \u00e8 sostituita dalla corona di spine e sul volto visibilmente insanguinato sono visibili profonde ferite. La croce acquista progressivamente l\u2019aspetto di un patibolo formato dall\u2019unione di due tronchi fissati tra loro. Furono gli Ordini Mendicanti, con la loro mistica del dolore, che mutarono radicalmente l\u2019iconografia del Cristo trionfante in una visione sofferente, il cui apice fu raggiunto nel periodo gotico e prolungato con diversi canoni stilistici per tutto il \u2018400. Lentamente scompare la divinit\u00e0 del Crocifisso per far prevalere la sua umanit\u00e0 sofferente e a questo tipo appartengono i crocifissi di Giunta Pisano, Cimabue e Giotto e solo con Michelangelo si ha la riscoperta del Crocifisso vivente, erculeo, con gli occhi aperti. La croce nella LiturgiaDal punto di vista liturgico la croce, segno di Cristo innalzato e risorto, a partire dall\u2019XI sec. si trova sempre sopra l\u2019altare delle chiese; pende, gigantesca e solenne, dall\u2019arco trionfale delle antiche basiliche, all\u2019inizio del presbiterio. Una particolarit\u00e0 sulla differenza tra croce e crocifisso si pu\u00f2 notare nelle prescrizioni del nuovo Ordinamento Generale del Messale Romano, dove si specifica con insistenza che la croce deve avere sempre l\u2019immagine di Cristo. Forse si \u00e8 sentita la necessit\u00e0 di fare chiarezza su questo fondamentale simbolo della fede cristiana, che in questi ultimi anni \u00e8 stato ridotto ad amuleto o a ciondolo, moltiplicandosi in maniera esasperata su bracciali, orecchini, collane e accessori vari. Nella tradizione cristiana si ritrova in diverse formeLa croce, simbolo antichissimopresente in molte religioniCome simbolo, la croce, \u00e8 pi\u00f9 antico del quadrato ed ugualmente caratterizzato dal numero quattro. Gi\u00e0 in epoca precristiana la croce rappresenta la doppia congiunzione di punti diametralmente opposti, segno antichissimo per evocare il concetto di mediazione, di sintesi; rimanda alla congiunzione fra terra e cielo, tra tempo e spazio. Era un simbolo molto diffuso per indicare la vita e quindi la divinit\u00e0 nelle varie forme; come segno cosmico relativo al sole e al suo corso e ai quattro punti cardinali, si incontra nella forma a ruota o uncinata presso i Sumeri, in India e nella zona danubiana nel neolitico. Come segno di salvezza o di protezione si presenta su numerosi sigilli e amuleti antichi gi\u00e0 nel IX sec. a.C. La croce per i cristianiLa prima raffigurazione datata della croce su un monumento cristiano si trova in un\u2019iscrizione di Palmira del 134; seguono le iscrizioni di Dura Europos e di Medula in Siria (232 e 197). Nelle catacombe il segno della croce compare di rado; talvolta \u00e8 sostituita dalla T, che corrisponde alla forma della croce usata per la crocifissione; pi\u00f9 spesso si incontra l\u2019ancora. Dopo il ritrovamento della croce a Gerusalemme, essa appare nei sarcofaghi come crux invicta, diventando nell\u2019iconografia simbolo o trofeo di vittoria. La sua origine va ricercata nel pensiero escatologico dei primi cristiani, secondo Matteo 24,30; questa interpretazione \u00e8 espressa chiaramente da Cirillo di Gerusalemme: \u201cIl trofeo della vittoria di Cristo, la croce, un giorno apparir\u00e0 nuovamente nel cielo\u201d. Dopo il 300 ritroviamo la croce su medaglie e ampolle di pellegrini rinvenute in Palestina, dove \u00e8 raffigurata al di sotto del volto di Cristo. Il motivo \u00e8 spesso rappresentato su lastre funerarie e questo significato escatologico viene a volte rafforzato dalla combinazione della croce con le lettere Alfa e Omega. Dopo il 350 la croce, sempre simile a un trofeo, \u00e8 regolarmente attestata nella documentazione figurativa: pu\u00f2 comparire da sola o portata sulla spalla da Pietro oppure tenuta da Cristo. Dal 400 all\u2019epoca carolingia riscontriamo tutta una serie di monumenti trionfali nei quali la croce, greca o latina, \u00e8 ben evidenziata sopra Cristo o la Vergine. Questo tipo di rappresentazione si ritrova soprattutto nei dittici di avorio bizantini e carolingi o sulle copertine degli Evangeliari. Le molte formeLa croce greca e quella latina sono state determinanti per definire la pianta delle chiese, ma molte altre sono le forme che la croce ha assunto con significati diversi. Tra le pi\u00f9 conosciute vi \u00e8 la \u2018croce a Tau\u2019 o croce di s.Antonio, segno antichissimo presso gli Assiri e sacro, come simbolo del punto centrale del mondo. La Tau si ritrova in Ezechiele 9,4, quando il profeta, per ordine di Dio, indica con una tau la fronte dei fedeli e in Apocalisse7,2, dove gli eletti sono segnati col sigillo di Dio, segno della redenzione. Pi\u00f9 tardi, ai bastoni dei monaci fu data, in alto, la forma di tau; cos\u00ec questo tipo di bastone divenne l\u2019attributo di sant\u2019Antonio. Vi \u00e8, poi, la \u2018croce biforcuta\u2019 usata in alcune raffigurazioni di crocifissione solo per i ladroni e in altre anche per Cristo: anch\u2019essa ha un significato simbolico molto antico, poich\u00e9 allude all\u2019albero della vita. La \u2018croce a ruota\u2019 con quattro raggi \u00e8, invece, un simbolo precristiano della luce e del sole, del corso dell\u2019anno e della ruota della vita; nell\u2019arte cristiana \u00e8 segno della sovranit\u00e0 di Cristo, apportatrice di vita e di luce al mondo. Infine, \u00e8 diventata tristemente famosa la \u2018croce uncinata o svastica\u2019, anche se il suo nome deriva dal sanscrito \u2018svasti\u2019 che significa salvezza, bene, vita. \u00c8 antichissimo segno del fuoco e del sole; nel buddismo \u00e8 segno della chiave del paradiso e in numerose civilt\u00e0 \u00e8 simbolo del movimento rotatorio; in ambito cristiano richiama anche il \u2018turbine della creazione\u2019. Tutti questi significati permangono e trovano realizzazione nell\u2019allusione diretta del simbolo al sacrificio salvifico di Cristo, che riunisce cielo e terra, divino e umano, luce del mondo (fwV) e vera vita (zwh) disposte, appunto, in croce. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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