{"id":7958,"date":"2009-10-30T00:00:00","date_gmt":"2009-10-30T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7958"},"modified":"2022-03-26T22:38:22","modified_gmt":"2022-03-26T20:38:22","slug":"la-chiesa-della-terra-guarda-e-venera-la-chiesa-del-cielo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-chiesa-della-terra-guarda-e-venera-la-chiesa-del-cielo\/","title":{"rendered":"La Chiesa della terra guarda e venera la Chiesa del cielo"},"content":{"rendered":"
Il brano del vangelo appena letto ricorre altre volte nella liturgia, ma oggi serve di commento alla festa di Tutti i santi descritta con colori simbolici dall\u2019Apocalisse di san Giovanni nella prima lettura. Siamo chiamati ad assistere all\u2019apertura del sesto sigillo del libro che contiene il misterioso piano salvifico di Dio. Protagonista \u00e8 Ges\u00f9, l\u2019Agnello di Dio morto e risorto, l\u2019unico che pu\u00f2 spezzare i sigilli del mistero, cio\u00e8 l\u2019unico che sa rivelare il significato segreto degli eventi progettati da Dio per la storia del mondo. Dietro il sesto sigillo appare la conclusione della storia, con la panoramica grandiosa dei salvati. Essi sono segnati col sigillo divino della croce (il Tau, che \u00e8 l\u2019ultima lettera dell\u2019alfabeto ebraico e aveva appunto la forma di croce), il segno dell\u2019appartenenza a Dio.<\/p>\n
Gli eletti sono propriet\u00e0 divina, contrassegnati da Dio stesso sulla fronte, nel punto pi\u00f9 evidente e nobile del loro corpo. Il numero \u00e8 simbolico: 144.000 \u00e8 un multiplo di 12 che \u00e8 la cifra del popolo di Dio. Risulta dalla triplice moltiplicazione di 12 per 12 e per 1.000, e indica che i salvati sono il popolo Dio al quadrato e allargato fino all\u2019infinito. Per gli ebrei il numero 1.000 era un numero incalcolabile, che solo Dio sapeva contare. Il concetto \u00e8 ribadito con pi\u00f9 chiarezza poco dopo, quando spariscono i numeri e si indica una folla di persone immensa, che nessuno poteva calcolare: era composta di gente \u201cdi ogni nazione, trib\u00f9, popolo e lingua\u201d. Essi stanno a dire che Dio vuole tutti salvi (1 Tim<\/em> 2,4); nel suo progetto tutti sono candidati alla salvezza definitiva, senza nessuna esclusione preventiva.<\/p>\n Questa folla di santi \u00e8 fotografata durante una grandiosa liturgia celeste: i salvati indossano vesti candide perch\u00e9 lavate nel sangue dell\u2019Agnello e riflettono il colore del Dio della luce in cui non c\u2019\u00e8 ombra di sorta. Stanno in piedi davanti al trono di Dio e dell\u2019Agnello, come sacerdoti del Dio Altissimo, e celebrano con dignit\u00e0 e gioia la \u201ceucaristia\u201d, cio\u00e8 il ringraziamento festoso per la felicit\u00e0 finalmente raggiunta. Portano in mano delle palme, segno di festa e di vittoria: hanno vinto la loro battaglia contro il demonio e il male del mondo, reduci dalla grande tribolazione della vita. Hanno seguito Cristo portando con lui la loro croce quotidiana (Lc<\/em> 9,23), ora godono la vita stessa di Dio.<\/p>\n Sono proprio gli uomini descritti dalle beatitudini che abbiamo ascoltato: hanno sperimentato la loro povert\u00e0 umana fino a sentire il bisogno acuto di Dio, hanno provato la sofferenza che li ha fatti piangere con amarezza, hanno conquistato la mitezza generata dalla pazienza, hanno sperimentato la fame e la sete di giustizia, hanno conquistato la dote della misericordia che li ha resi compassionevoli verso tutti, hanno provato quella purezza di cuore che ha fatto loro aborrire il peccato, hanno subito la persecuzione di un mondo ostile. Le beatitudini sono stampate nel loro cuore come il segno di Dio sulla loro fronte.<\/p>\n \u00c8 bello poter contemplare questi fratelli giunti prima di noi nella casa del Padre. Non sono diversi da noi, perch\u00e9 hanno vissuto le nostra stessa fatica del vivere da cristiani, le nostre difficolt\u00e0 umane di lavoro e di fatica, hanno patito i nostri dolori e le nostre malattie, hanno goduto le nostre stesse gioie quotidiane. Le beatitudini sono la strada di tutti, in salita, per arrivare alla salvezza, quella che porta i credenti alla gioia senza fine del regno di Dio nel cielo. Sono \u201cla porta stretta e la via angusta\u201d (Mt<\/em> 7,14), perch\u00e9 operano un capovolgimento di mentalit\u00e0 e di valori umani. Marciano contromano nel tumultuoso traffico di idee del mondo, vanno al rovescio da come va il mondo, che stima beati i ricchi e tutti coloro che rincorrono il benessere e il guadagno, quelli che non hanno problemi di salute, i prepotenti che si fanno valere, le persone corrotte e disoneste che calpestano la giustizia, coloro che cercano il loro successo individuale a scapito di chi vive onestamente.<\/p>\n I credenti descritti nelle beatitudini invece seguono Ges\u00f9 senza tener conto di questa segnaletica stradale sballata, posta artificiosamente sulle vie del mondo dagli uomini che ignorano Dio e il vangelo, e tuttavia pretendono di indicare la vera direzione della vita. I credenti sanno che il primo a vivere le beatitudini \u00e8 stato lo stesso Ges\u00f9, perci\u00f2 \u00e8 l\u2019unico autorizzato a farci da guida: egli \u00e8 partito dalla povert\u00e0 di Betlemme fino ad arrivare alla sofferenza della croce passando per le otto tappe da lui descritte nel brano del vangelo. Solo cos\u00ec ha sfondato la porta della morte per entrare nella beatitudine eterna del cielo con la sua risurrezione. Ci ha tracciato la via giusta, percorsa da lui prima di noi e davanti a noi. Prima di descrivercela l\u2019ha vissuta nella sua carne, ce l\u2019ha indicata dopo averla interamente percorsa.<\/p>\n La prima beatitudine \u00e8 quella della povert\u00e0, la beatitudine di chi si sente e si fa piccolo davanti a Dio, perch\u00e9 bisognoso e in debito di tutto ci\u00f2 che ha dalla vita; la beatitudine di chi \u00e8 distaccato dal denaro e dai beni perch\u00e9 non ne fa lo scopo principale del suo vivere, di chi usa il denaro per aiutare il fratello nel bisogno, diventando cos\u00ec strumento attivo della Provvidenza divina. \u00c8 l\u2019antidoto contro il male pi\u00f9 terribile di questo mondo, la corruzione dovuta alla rincorsa al denaro. Come sarebbe diverso il mondo senza questa terribile fame di guadagno che uccide! La beatitudine del pianto \u00e8 quella che insegna a condividere i dolori e le angosce che ci circondano, quella che ci rende umani in un modo egoista e crudele.<\/p>\n \u00c8 anche la beatitudine che ci insegna piangere i nostri peccati e a sopportare con amore le nostre malattie. La beatitudine della mitezza ci invita a trattare tutti con comprensione e tolleranza, rinunciando alla violenza e alla vendetta (Mt<\/em> 5,38-42). La beatitudine della fame e della sete di giustizia \u00e8 quella di coloro che cercano la volont\u00e0 di Dio; essa esige giustizia e lealt\u00e0 con lui e con i fratelli. Affine ad essa \u00e8 la beatitudine dei misericordiosi, che, ad imitazione di Dio, sanno compatire e perdonare che sbaglia. Essa diventa condizione indispensabile, nella preghiera del Padre nostro per ottenere misericordia da Dio stesso (Mt<\/em> 6,14-15).<\/p>\n La beatitudine dei puri di cuore \u00e8 quella dell\u2019onest\u00e0 e della rettitudine morale senza ipocrisie. La beatitudine dei costruttori di pace \u00e8 quella di chi lavora fattivamente per la concordia e la pace nella famiglia, e nella societ\u00e0. La beatitudine della persecuzione \u00e8 quella dei martiri; invita ad affrontare con coraggio ogni contrasto suscitato dal proprio impegno di fede. La fede ha un prezzo che bisogna pagare con la testimonianza coraggiosa fino al martirio. I santi ci insegnano e ci guidano perch\u00e9 sono uomini e donne come noi che hanno vissuto nella storia questi valori. Evitiamo di considerarli come una specie di extraterrestri.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il brano del vangelo appena letto ricorre altre volte nella liturgia, ma oggi serve di commento alla festa di Tutti i santi descritta con colori simbolici dall\u2019Apocalisse di san Giovanni nella prima lettura. Siamo chiamati ad assistere all\u2019apertura del sesto sigillo del libro che contiene il misterioso piano salvifico di Dio. 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