{"id":7915,"date":"2009-10-16T00:00:00","date_gmt":"2009-10-16T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7915"},"modified":"2015-06-17T10:29:39","modified_gmt":"2015-06-17T08:29:39","slug":"per-servire-non-per-farsi-servire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/per-servire-non-per-farsi-servire\/","title":{"rendered":"Per servire, non per farsi servire"},"content":{"rendered":"
Aspirare a migliorare la propria condizione sociale ed economica non \u00e8 un male, \u00e8 uno stimolo naturale all\u2019agire di ogni uomo, specie quando dietro questa sana ambizione c\u2019\u00e8 la volont\u00e0 di rendersi utili alla famiglia e alla societ\u00e0. Si tratta di gente capace e competente, mossa dalla consapevolezza di avere qualit\u00e0 e carismi da far fruttificare e da mettere a servizio degli altri. \u00c8 condannabile invece il carrierismo, l\u2019arrivismo di chi vuole raggiungere posti di comando, sgomitando e sfruttando amicizie e appoggi politici ad ogni costo, anche con la corruzione e le tangenti. In questo caso c\u2019\u00e8 chi copre la propria incompetenza con le spinte e le raccomandazioni. In questo caso si tratta di soggetti pericolosi dai quali bisogna guardarsi.<\/p>\n
Quella del potere \u00e8 una tentazione sottile e devastante; Ges\u00f9 l\u2019aveva respinta decisamente nel monte del deserto (Mt<\/em> 4,8-10). Oggi egli detta le regole per un sano esercizio delle nostre capacit\u00e0 e competenze. Si rende conto realisticamente che la societ\u00e0 e la cultura di allora e di oggi si muovono in tutt\u2019altra direzione. Non \u00e8 la prima, n\u00e9 l\u2019ultima volta che il vangelo contesta atteggiamenti umani disordinati ed egoistici, indicando la retta via dell\u2019equilibrio morale. Siamo ancora sulla strada che sale dalla Galilea a Gerusalemme, Ges\u00f9 \u00e8 in viaggio verso la sua Pasqua di morte e risurrezione. Ne ha appena parlato per via in termini espliciti nelle terza predizione della Passione che precede il nostro racconto, specificando che \u201cil Figlio dell\u2019uomo sar\u00e0 consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorger\u00e0\u201d (10,33s).<\/p>\n Suona perci\u00f2 tanto pi\u00f9 stonata e fuori luogo la richiesta dei due fratelli, Giacomo e Giovanni, di aver un posto privilegiato accanto a Ges\u00f9 nella sua futura gloria. Matteo ci dice che la richiesta dei due fu raccomandata personalmente dalla loro madre, Salome, affezionata seguace di Ges\u00f9 e dedita al suo servizio (Mt<\/em> 20,20). Si ha l\u2019impressione che la petizione sia stata concordata in famiglia. Ci\u00f2 metteva in serio imbarazzo Ges\u00f9. La domanda poggiava forse sul fatto che Ges\u00f9, parlando dalla sua passione e risurrezione, indicava se stesso con l\u2019appellativo misterioso di \u201cFiglio dell\u2019uomo\u201d. La figura richiamava una famosa pagina del profeta Daniele, utilizzata anche da Cristo come profezia (14,62). Essa descriveva l\u2019intronizzazione divina di questo misterioso personaggio messianico cos\u00ec: \u201cEcco venire sulle nubi del cielo uno simile a Figlio d\u2019uomo. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano. Il suo regno non sar\u00e0 mai distrutto\u201d (Dn<\/em> 7,13s).<\/p>\n Ges\u00f9 stesso aveva garantito agli apostoli: \u201cVoi che mi avete seguito, quando il Figlio dell\u2019uomo sar\u00e0 seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici trib\u00f9 d\u2019Israele\u201d (Mt<\/em> 19,28). Ce n\u2019era abbastanza per far passare la Passione, appena descritta con crudi dettagli, in seconda linea, psicologicamente rimossa, perch\u00e9 rifiutata dai discepoli. Non ne volevano sentir parlare. Ci\u00f2 che interessava loro era la gloria del Figlio dell\u2019uomo e il loro posto sui troni collocati accanto a lui. Ad essi si riferiscono i due fratelli, chiedendo di poter accaparrare i primi due. La risposta di Ges\u00f9 \u00e8 deludente: \u201cNon sapete quello che chiedete\u201d. La via per la gloria \u00e8 cammino di croce, lungo e difficile. I due hanno la capacit\u00e0 e la forza di seguirlo? Ges\u00f9 usa due immagini consuete che egli stesso applica a se stesso: il calice e il battesimo.<\/p>\n Il calice ha un significato contrastante: indica il dolore e la morte (Sal<\/em> 75,9), ma anche la salvezza e la gioia (116,13). Ges\u00f9 lo usa qui e altrove come simbolo della sua morte violenta (14,36). Il battesimo ha qui il significato etimologico di \u201cimmersione\u201d nel dolore e nella morte (Sal<\/em> 69,2s). Sar\u00e0 il battesimo di sangue dei martiri cristiani. I due fratelli, con un po\u2019 di incoscienza giovanile, si dicono pronti ad affrontare i pericoli descritti. Ma Ges\u00f9 si rifiuta di garantire loro in anticipo i posti richiesti. Nonostante questo rifiuto, gli altri dieci insorgono e protestano contro i due fratelli per il loro tentativo di sorpasso. Giocano ancora ambizione, gelosia, emulazione egoista. Ges\u00f9 li convoca e tratteggia loro un tipo di societ\u00e0 totalmente diversa da quella che conoscono. Egli disegna due quadri in parallelismo antitetico di grande efficacia: da una parte c\u2019\u00e8 la comunit\u00e0 politica in vigore, dall\u2019altra la nuova societ\u00e0 dei credenti, assolutamente agli antipodi. La prima \u00e8 caratterizzata dal dominio assoluto e dall\u2019oppressione, cio\u00e8 dall\u2019abuso di potere, dallo sfruttamento, dall\u2019ingiustizia. La seconda, fondata da Ges\u00f9, deve essere una vera comunit\u00e0 di amore, dove non ci sono padroni, ma servi; dove nessuno si deve sentire sfruttato o oppresso, ma amato, aiutato, servito.<\/p>\n Dove l\u2019unica ambizione consentita \u00e8 quella del servizio generoso e disinteressato: \u201cChi vuole diventare grande tra voi sar\u00e0 vostro servitore (diakonos<\/em>), e chi vuol essere il primo tra voi sar\u00e0 schiavo (doulos<\/em>) di tutti\u201d: servitore e schiavo per amore, sono gli unici titoli nobiliari dei ministri della Chiesa. In questo Ges\u00f9 si \u00e8 proposto come modello, egli, il vero grande perch\u00e9 Figlio di Dio. Egli \u201cvenne\u201d (\u00e9lthen<\/em>) nel mondo \u201cnon per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti\u201d. Il suo \u00e8 un servizio di amore praticato fino in fondo con l\u2019offerta della sua stessa vita come \u201cespiazione\u201d (lytron<\/em>), cio\u00e8 come sostituzione della nostra vita con la sua, come prezzo di riscatto della nostra morte con la sua morte. E tutto questo fatto per puro amore. Giovanni poteva dire: \u201cIn questo abbiamo conosciuto l\u2019amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli\u201d (1 Gv<\/em> 3,16). C\u2019\u00e8 chi la dona tutta in una volta e c\u2019\u00e8 chi la spende giorno dopo giorno con stillicidio quotidiano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Aspirare a migliorare la propria condizione sociale ed economica non \u00e8 un male, \u00e8 uno stimolo naturale all\u2019agire di ogni uomo, specie quando dietro questa sana ambizione c\u2019\u00e8 la volont\u00e0 di rendersi utili alla famiglia e alla societ\u00e0. 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