{"id":7869,"date":"2009-09-25T00:00:00","date_gmt":"2009-09-24T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7869"},"modified":"2015-07-02T15:24:15","modified_gmt":"2015-07-02T13:24:15","slug":"alzheimer-malattia-doppiamente-grave","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/alzheimer-malattia-doppiamente-grave\/","title":{"rendered":"Alzheimer, malattia doppiamente grave"},"content":{"rendered":"

L\u2019Alzheimer fa due malati: il paziente e chi lo assiste\u201d. \u00c8 una frase che circola nel difficile ambiente dei malati di alzheimer e delle loro famiglie. Una malattia che colpisce l\u20191 per cento della popolazione, ossia circa 500 mila persone in Italia. Un 10 per cento di chi si ammala di alzheimer sono giovani. Ci sono delle regole d\u2019oro per prevenire o, perlomeno, per cercare di rallentare il corso della malattia invalidante: il primo comandamento \u00e8 \u201cci\u00f2 che fa bene al cuore, fa bene anche al cervello\u201d. Ossia una dieta equilibrata, un po\u2019 di movimento, curare il diabete e la pressione alta, non fumare e non assumere droghe. Si studia il cervello delle suoreUno studio americano, condotto su alcune suore di clausura che avevano acconsentito a far esaminare i loro cervelli dopo la morte, ha dimostrato che l\u2019alzheimer viene decisamente aggravata da problemi cardiovascolari. \u201cLa malattia pu\u00f2 totalmente scardinare la vita di una famiglia. Sicuramente l\u2019alzheimer presenta effetti socialmente molto pericolosi\u201d, afferma la dottoressa Annalisa Longo del reparto Geriatria dell\u2019ospedale di Perugia. \u201cLa nostra societ\u00e0 – continua – gi\u00e0 ha prodotto quello che noi chiamiamo \u2018ageismo\u2019, ossia una forma di razzismo piuttosto spiccato nei confronti delle persone anziane. Le nostre istituzioni regionali non fanno abbastanza per contrastare questo fenomeno e per dare sollievo alle famiglie dei malati di alzheimer. Doveva infatti esserci un centro diurno in ogni distretto sanitario, secondo le previsioni dell\u2019ultimo Piano regionale sanitario: ancora non ci sono, nonostante diversi soggetti privati siano pronti a metterci i propri soldi per costruirli. Il problema, purtroppo irrisolto, rimane la loro gestione\u201d. \u00c8 vittima anche la famiglia Le famiglie che gestiscono un malato di alzheimer continuano ad avere una serie infinita di problemi, ma senza soluzioni. Di notte \u2013 per fare l\u2019esempio pi\u00f9 comune – il familiare affetto da alzheimer pu\u00f2 sconvolgere il sonno di chi, la mattina seguente, deve recarsi al lavoro o a scuola. Alcuni malati possono mostrare anche comportamenti violenti, oppure allontanarsi di casa improvvisamente. \u201cLa famiglia – continua la dottoressa Longo – resta il pi\u00f9 diffuso servizio di assistenza domiciliare. Nell\u201980 per cento dei casi, infatti, l\u2019assistenza \u00e8 garantita dalla famiglia, che svolge tale compito fino all\u2019istituzionalizzazione o alla morte del malato. Uno studio italiano evidenzia come sia una donna, di solito una figlia, ad assistere il malato di alzheimer sette giorni su sette. Oltre il 50 per cento di chi fornisce assistenza – conclude – va incontro ad una sindrome da disadattamento, con elevata incidenza e prevalenza di ansia, depressione, insonnia, sensazione di cattiva salute\u201d. Inoltre avere in casa un malato di alzheimer costa: un recente studio effettuato in Italia ha evidenziato come, nell\u2019arco di sei anni, una famiglia possa spendere da 18 mila a quasi 26 mila euro, a seconda della gravit\u00e0 della demenza maturata dal loro caro. Soldi che vengono utilizzati, fra altro, per adattare la casa, per introdurre sistemi di vigilanza sul comportamento del malato o per pagare un\u2019assistenza esterna. Dieci idee per la prevenzione1. La testa innanzitutto. La salute inizia dal cervello. \u00c8 uno degli organi pi\u00f9 vitali del corpo e ha bisogno di cure e attenzione. 2. Dal cervello al cuore. Ci\u00f2 che \u00e8 buono per il cuore \u00e8 buono per il cervello. Fare qualcosa tutti i giorni per prevenire malattie cardiache, ipertensione, diabete e ictus: possono aumentare il rischio di Alzheimer.3. I numeri che contano davvero. Tenere scrupolosamente sotto controllo peso, pressione, colesterolo e glicemia4. Nutrire il cervello. Assumere meno grassi e pi\u00f9 sostanze antiossidanti. 5. Far lavorare il corpo. L\u2019attivit\u00e0 fisica ossigena il sangue e aiuta le cellule nervose: camminare 30 minuti al giorno tiene attivi mente e corpo. 6. Stimolare la mente. Mantenere il cervello attivo e impegnato stimola la crescita delle cellule e delle connessioni nervose: leggere, scrivere, giocare, imparare cose nuove, fare i cruciverba. 7. Avere rapporti sociali. Occupare il tempo libero con attivit\u00e0 che richiedono sforzo fisico e mentale: socializzare, conversare, fare volontariato, frequentare un club, ritornare sui banchi di scuola. 8. Attenzione ai colpi. Usare le cinture di sicurezza in auto, stare attenti al rischio di cadute, indossare il casco anche quando si va in bicicletta. 9. Essere saggi. Evitare le cattive abitudini: non fumare, non bere troppo, non fare uso di droghe.10. Guardare avanti. Iniziare oggi a preparare la propria anzianit\u00e0. Paolo GiovannelliL\u2019Associazione malati alzheimer e Telefono alzheimer (Amata – Umbria) \u00e8 un\u2019associazione di familiari, operatori, volontari e persone comunque sensibili al problema, costituitasi il 5 settembre 1997 con la finalit\u00e0 il difendere i diritti dei malati di alzheimer e delle loro famiglie, troppo spesso lasciate da sole ad affrontare tutti i problemi che questa devastante malattia comporta. CONTATTI: Sito web www.amataumbria.it; e-mail annalisazlongo@libero.it. SEDI: Perugia, via C. Colombo 9\/B; Terni, via del Rivo 103; Apsp \u201cFusoni Lombrici Renzi\u201d, via Lombrici 27, Norcia. TELEFONO ALZHEIMER: 075 5011256 e 0744 304799, con segreteria telefonica. PER DONAZIONI (specificare causale, nome ed indirizzo): c\/c postale n. 66293762 intestato ad Amata Umbria. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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