{"id":78530,"date":"2024-11-14T23:47:38","date_gmt":"2024-11-14T21:47:38","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=78530"},"modified":"2024-11-14T23:47:38","modified_gmt":"2024-11-14T21:47:38","slug":"dal-2019-uno-sguardo-sul-futuro-delle-diocesi-umbre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dal-2019-uno-sguardo-sul-futuro-delle-diocesi-umbre\/","title":{"rendered":"Dal 2019 uno sguardo sul futuro delle diocesi umbre"},"content":{"rendered":"
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\u201cLe Chiese diocesane dell\u2019Umbria<\/strong> hanno pensato gi\u00e0 nel 2019<\/strong> a un\u2019assemblea regionale<\/strong><\/a> che ha raccolto gli operatori pastorali per una giornata di conoscenza innanzitutto, e poi studio, condivisione, riflessione con uno sguardo al futuro. L\u00ec sono stati delineati alcuni punti centrali da realizzare nel cammino pastorale delle diverse Chiese locali. Poi \u00e8 arrivata la pandemia che ha ritardato il cammino, per\u00f2 nel 2022<\/a> abbiamo voluto riprendere il lavoro fatto allora<\/strong>\u201d. Il presidente della Conferenza episcopale umbra, l\u2019arcivescovo di Spoleto-Norcia<\/span> Renato Boccardo<\/strong>, non nasconde una punta di orgoglio per il fatto che le diocesi della regione di san Francesco e san Benedetto avessero gi\u00e0 anticipato gli incontri e le assemblee in stile sinodale che da un triennio stanno cambiando il volto della Chiesa.<\/span><\/p>\n

Dal 2019 ai giorni nostri. Proprio sabato scorso, ad Assisi le Chiese umbre si sono ritrovate quasi per una “verifica” pastorale di questo cammino iniziato cinque anni fa\u2026<\/strong><\/p>\n

\u201cEsattamente: una giornata di nuovo con i responsabili dei diversi settori della pastorale nelle nostre diocesi per guardare non tanto al cammino fatto, che ormai \u00e8 parte integrante della nostra storia, ma soprattutto con lo sguardo al futuro immediato, che \u00e8 il Giubileo. In Umbria, nel 2026 vivremo anche il centenario della morte di san Francesco<\/strong> e questo sar\u00e0 un altro momento di grazia. Dunque, ci <\/span>fermiamo un attimo per proiettarci in avanti e riprendere questo percorso gi\u00e0 pensando a quella che potr\u00e0 essere una ulteriore Assemblea ecclesiale regionale, probabilmente nel novembre del 2025,<\/strong> che far\u00e0 tesoro anche del documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, che dovr\u00e0 essere approvato dall\u2019Assemblea generale dei vescovi nel maggio prossimo\u201d.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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Tornando al Cammino sinodale della Chiesa italiana, alle sue fasi e ai suoi temi, come \u00e8 stato vissuto in parallelo con l\u2019altro cammino gi\u00e0 avviato qui in Umbria?<\/strong><\/p>\n

\u201cOgni diocesi ha avuto, com\u2019\u00e8 giusto che sia, la sua peculiarit\u00e0 nell\u2019affrontare i diversi temi suggeriti anche per ognuno dei primi due anni, ora per il terzo, del Cammino sinodale italiano. Quello che mi sembra essere comune, quasi come una linea trasversale, \u00e8 l\u2019interesse suscitato forse pi\u00f9 nei laici che non nei sacerdoti<\/strong>. In particolare, la scoperta che la differenza non \u00e8 una minaccia, ma in realt\u00e0 \u00e8 una grande ricchezza. Mettersi insieme, raccontarsi, raccontare la propria esperienza di fede, raccontare come si annuncia il Vangelo nella situazione concreta,<\/span> vedere che ognuno \u00e8 animato da una passione particolare per rendere vivo e comunicativo il messaggio del Vangelo oggi: questa si \u00e8 rivelata una grande ricchezza e ha suscitato certamente molte attese. La responsabilit\u00e0 adesso \u00e8 non deludere queste attese.<\/strong> Non si tratta di fare rivoluzioni, quanto di ritrovare la freschezza dell\u2019annuncio evangelico, che sembra essere oggi pi\u00f9 che mai necessaria per questa nostra societ\u00e0 sempre pi\u00f9 disorientata, paurosa e superficiale.<\/span><\/p>\n

Pensando proprio a queste sue ultime parole – dal punto di vista del credente \u201csemplice\u201d, che non ha ministeri n\u00e9 incarichi pastorali – che ricaduta possono avere i cammini ecclesiali locale, regionale, nazionale, universale?<\/span><\/strong><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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\u201cA me piacerebbe che – al di l\u00e0 di tutte le dichiarazioni, i documenti, gli orientamenti, ecc. – rinascesse nelle nostre comunit\u00e0 la voglia di stare insieme<\/strong>, cio\u00e8 di far vedere che oggi, nella complessit\u00e0 di questo nostro mondo, il Vangelo pu\u00f2 ancora dare senso all\u2019esistenza<\/strong>. Credo sia il messaggio pi\u00f9 urgente che noi dobbiamo tentare di trasmettere. Giustamente, non facendo riferimento esclusivamente ai cosiddetti operatori<\/span> pastorali o a chi ha ricevuto un ministero, guardiamo le nostre comunit\u00e0, le nostre parrocchie che fanno fatica, che si lamentano continuamente perch\u00e9 i giovani non ci sono, perch\u00e9 gli anziani non si possono spostare da una parte all\u2019altra per partecipare alla celebrazione domenicale, poi le famiglie, il catechismo… Ecco, non possiamo nasconderci dietro un dito: in queste situazioni di fatica, proviamo a far vedere che il Vangelo \u00e8 fecondo, che porta frutto. In modi diversi, non possiamo pretendere di uniformare il tutto, di fare tutti la stessa cosa, nello stesso modo, nello stesso tempo. Concentriamoci su alcune cose fondamentali ed essenziali, e proviamo a renderle \u2018parlanti\u2019, direi. Qualcosa che possa interpellare i nostri contemporanei fino a chiedersi: ma chi te lo fa fare? Ma perch\u00e9 tu vivi cos\u00ec? Credo che se noi riuscissimo a suscitare questa curiosit\u00e0 e questo interesse gi\u00e0 avremmo fatto una grande operazione\u201d.<\/span><\/p>\n

Da una parte i vescovi, i sacerdoti, i ministri ordinati, dall\u2019altra il popolo di Dio. Sono pronti gli uni e gli altri a lavorare sempre pi\u00f9 con questo stile sinodale di cui si parla ormai da tre anni?<\/strong><\/p>\n

\u201cIl Papa ci parla spesso di conversione, cio\u00e8 di cambiamento. Noi preti dobbiamo cambiare la mentalit\u00e0 <\/span>perch\u00e9 siamo stati formati per essere responsabili. Poi naturalmente questa responsabilit\u00e0 ognuno la esercita secondo i propri carismi, per\u00f2 sentiamo fortemente la responsabilit\u00e0 di essere guida della comunit\u00e0. I fedeli laici sono stati formati, o forse \u2018deformati\u2019, dal fatto di essere guidati. La parrocchia non \u00e8 affidata esclusivamente al prete.<\/strong> Per il battesimo che prete e laici hanno ricevuto, la parrocchia vive grazie all\u2019impegno di tutti.<\/strong> Nessuno \u00e8 inutile, ognuno ha il suo posto e – se quel posto che \u00e8 il mio non lo occupo – rimane vuoto, non c\u2019\u00e8 qualcun altro che lo possa fare al mio posto. Credo che noi dobbiamo recuperare proprio questa visione d\u2019insieme\u201d.<\/span><\/p>\n\n