{"id":7812,"date":"2009-09-04T00:00:00","date_gmt":"2009-09-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7812"},"modified":"2009-09-04T00:00:00","modified_gmt":"2009-09-04T00:00:00","slug":"lo-spirito-fraterno-migliora-il-business","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lo-spirito-fraterno-migliora-il-business\/","title":{"rendered":"Lo spirito fraterno migliora il business"},"content":{"rendered":"
C\u2019\u00e8 una svolta antropologica profonda, rispetto alla cultura oggi prevalente, nell\u2019enciclica Caritas in veritate, promulgata il 29\/6\/09 da Papa Benedetto XVI. Essa ha infatti per oggetto i presupposti e le implicazioni di uno sviluppo socio-economico considerato in tutti i suoi aspetti, riferito all\u2019uomo in tutti i suoi profili: uno sviluppo \u201cintegrale, di tutto l\u2019uomo e di tutti gli uomini\u201d, come gi\u00e0 auspicato da Paolo VI nell\u2019altra celebre enciclica Populorum progressio (ci\u00f2 \u00e8 sottolineato ai paragrafi 11 e 18 della Caritas in veritate). Un uomo che, al di l\u00e0 dei limiti angusti posti dall\u2019approccio oggi consueto, funzionalista ed utilitarista, sia aperto alla Trascendenza, alla ricerca della verit\u00e0 su se stesso e sul mondo, un uomo che avverte la forza attrattiva di una vita di fraternit\u00e0, di condivisione, di comunione; un uomo che si ispira ai principi della carit\u00e0, nella luce della verit\u00e0 di Cristo. Questo modello d\u2019uomo \u00e8 la persona, che l\u2019enciclica pone al centro dell\u2019attivit\u00e0 economica, principio, soggetto e fine della medesima (n. 25), e si sviluppa ponendosi in relazione con se stesso, con gli altri uomini, con Dio.Vorrei iniziare questa riflessione, focalizzata su alcuni aspetti della nostra Umbria e sui comportamenti degli Attori che vi operano, proprio segnalando la vigorosa sottolineatura dell\u2019enciclica sull\u2019importanza dell\u2019aspetto relazionale nella vita economica. La creatura umana si realizza nelle relazioni interpersonali, orientate appunto a valorizzare pienamente la persona (n. 53). Questo aspetto merita un\u2019attenzione particolare se ci si impegna per un avanzamento della nostra regione: penso alle relazioni tra Attori collettivi realizzatesi nel corso dell\u2019attivit\u00e0 di concertazione collegata al Patto per lo sviluppo: iniziativa rilevante di cui va riconosciuto il merito al Governo della Regione, ma che abbisogna di un rilancio sostanziale, in cui le relazioni si distinguano per trasparenza, responsabilit\u00e0 e impegno reciproco per un contributo effettivo al progresso del territorio. Se poi consideriamo le relazioni tra operatori, \u00e8 largamente diffusa e sostenuta da studi recenti l\u2019opinione sull\u2019opportunit\u00e0 per la nostra regione di un\u2019espansione appropriata delle reti di relazioni tra imprese manifatturiere, e tra queste e le imprese dei servizi, e in particolare le banche: reti di relazione, secondo le modalit\u00e0 delle filiere, reti corte, limitate al territorio regionale o a sotto-aree dello stesso, e reti lunghe, che possono oltrepassare i confini dello stesso (e quindi i limiti delle dotazioni regionali di risorse). Ma il tessuto relazionale deve sostanziarsi di solidariet\u00e0 e di fiducia reciproca. Altrimenti, sottolinea l\u2019enciclica, il mercato non pu\u00f2 pienamente e correttamente espletare la propria funzione economica (35): la crisi in corso lo ha mostrato con assoluta evidenza ! Altres\u00ec fondamentali sono le relazioni tra imprese e sindacati: anche in Umbria da pi\u00f9 parti si fa osservare come un sistema di relazioni industriali che garantisca un\u2019equa contrattazione e concorra ad un\u2019efficiente organizzazione possa essere condizione fondamentale per un rilancio della competitivit\u00e0 d\u2019impresa. Ma sembra manchino ancora la schiettezza e la fiducia reciproche essenziali per una tale svolta! Per il governo di tali reti, l\u2019enciclica auspica un\u2019appropriata miscela delle tre forme regolative dello scambio sociale: il contratto, l\u2019autorit\u00e0, la reciprocit\u00e0 (37). Reciprocit\u00e0 implica che una prestazione sia compiuta senza una precisa definizione della futura controprestazione; implica fiducia tra le parti e una componente donativa, per lo pi\u00f9 essenziale per imprimere sviluppi significativi e innovativi dell\u2019attivit\u00e0 economica (e di altri tipi di azione umana). Reciprocit\u00e0 e sussidiariet\u00e0 nel socialeLa forza della componente donativa si rivela con particolare evidenza nel sociale. Si manifesta nei molteplici sviluppi della solidariet\u00e0 che in Umbria mostra una presenza diffusa e significativa. L\u2019enciclica sottolinea l\u2019esigenza prioritaria di combattere la povert\u00e0 che, come noto, anche in Umbria assume dimensioni significative, e verso di cui la Chiesa cattolica ha avviato di recente un\u2019iniziativa rilevante. L\u2019enciclica afferma che la solidariet\u00e0 deve accompagnarsi alla sussidiariet\u00e0 (58), a quel principio cio\u00e8 teso principalmente a sviluppare l\u2019autonoma capacit\u00e0 di iniziativa della parte pi\u00f9 debole. Con riferimento all\u2019Umbria, l\u2019applicazione di questo principio, inteso come sussidiariet\u00e0 orizzontale, si rivela particolarmente attuale ed importante, con attenzione alle componenti pi\u00f9 deboli della popolazione, ivi inclusi gli immigrati, con dimensioni e problemi crescenti. Studi recentissimi su parti significative del territorio regionale sottolineano comunque il persistere di una marcata dipendenza delle imprese sociali e delle forme associative private dal settore pubblico, sullo sfondo di una denuncia di inadeguatezza delle risorse dedicate al sociale. L\u2019enciclica sottolinea altres\u00ec l\u2019importanza di sostenere la centralit\u00e0 e l\u2019integrit\u00e0 della famiglia (44), fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: va qui ricordata l\u2019importanza di dare pronta attuazione alla proposta, gi\u00e0 positivamente accolta dalle forze politiche, di Legge regionale per la famiglia presentata dal Forum delle associazioni familiari dell\u2019Umbria. Pubblica Amministrazione e partecipazione dei cittadiniPi\u00f9 in generale, sempre in linea con i suggerimenti proposti dall\u2019enciclica (24), occorrono ancora in Umbria progressi significativi nell\u2019alleggerimento della presenza e del ruolo esercitato dalla pubblica Amministrazione. Come argomenta lo stesso Dap 2009 a proposito del rilancio del Patto per lo sviluppo dell\u2019Umbria, si impone, tra l\u2019altro, di diffondere il significato del Patto – e la connessa visione del futuro dell\u2019Umbria – nella realt\u00e0 regionale; di ridefinire i limiti del partenariato, per non sconfinare in una sorta di \u201cconsociativismo neocorporativo\u201d; di coinvolgere gli enti locali nelle valutazioni e nelle scelte del Patto. In linea con la piena valorizzazione della persona, tanto rimarcata nell\u2019enciclica, s\u2019impone altres\u00ec un potenziamento della partecipazione dei cittadini alle decisioni che li concernono. Su questo punto convengono molti politici, di maggioranza e di opposizione. Ma, al di l\u00e0 delle parole, si pone la questione dell\u2019effettivit\u00e0 di tale impegno – incompatibile con l\u2019auto-referenzialit\u00e0, e spesso con l\u2019arroganza, mostrata da tanta parte del ceto politico attuale – fondato invece su trasparenza, fiducia, sincerit\u00e0, continuit\u00e0. Ecologia umana ed ecologia ambientaleUn altro punto su cui l\u2019enciclica si sofferma a lungo \u00e8 quello sul rispetto e sulla tutela dell\u2019ambiente, al cui proposito le vicende recenti hanno portato alla ribalta nella regione gravissime trascuratezze e sottovalutazioni. Questo aspetto conferma l\u2019esigenza di un approccio \u201cintegrale\u201d allo sviluppo, che tenga conto di tutte le sue dimensioni, anche ambientali e quindi multigenerazionali (48). Ma va ricordata una puntualizzazione dell\u2019enciclica: nell\u2019atteggiamento verso l\u2019ambiente si riflette \u201cla complessiva tenuta morale della societ\u00e0\u201d. Il rispetto per l\u2019ecologia ambientale va di pari passo con quello per l\u2019ecologia umana (51). La prospettiva del bene comuneVorrei infine ricordare l\u2019accento posto dall\u2019enciclica sulla necessit\u00e0 di perseguire il bene comune, cio\u00e8 il \u201cbene legato al vivere sociale delle persone\u201d e fondato su un impegno di giustizia e di carit\u00e0 (7). Personalmente, ritengo che un approccio orientato alla ricerca del bene comune dei residenti potrebbe anche in Umbria favorire la soluzione dei principali problemi che la affliggono, dalla disoccupazione intellettuale e femminile, al potenziamento della competitivit\u00e0, alla realizzazione di un welfare comunitario e sussidiario. Un approccio siffatto richiede tra l\u2019altro: una condivisione di obiettivi, valori, risorse; un\u2019attenzione ad ogni persona, nella prospettiva di una sua piena valorizzazione; una razionalit\u00e0 \u201callargata\u201d, in cui le considerazioni di efficienza e di giustizia tengano conto dei diritti fondamentali della persona (31). Si tratta chiaramente di un approccio molto esigente, con delle premesse talora assai lontane dal contesto attuale. Per\u00f2 mi sembra che spunti isolati, intenzioni anche appena accennate, siano qua e l\u00e0 ravvisabili, e che possa darsi loro evidenza, e valorizzazione. E che le diverse agenzie educative, dai vari ordini di scuole, alle Istituzioni religiose, ai sindacati, e i mezzi di comunicazione, e almeno una parte del ceto politico potrebbero avviare un\u2019azione volta a favorire la ricerca e la comprensione del bene, e la volont\u00e0 del bene, del bene proprio compatibile con quello altrui. L\u2019interdipendenza crescente tipica delle nostre societ\u00e0 pu\u00f2 suggerire, anche con forza, la rilevanza che potrebbe assumere la diffusione di uno spirito di vera fraternit\u00e0, auspicato con vigore dalla Caritas in veritate. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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