{"id":7802,"date":"2009-09-04T00:00:00","date_gmt":"2009-09-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7802"},"modified":"2015-06-17T10:45:13","modified_gmt":"2015-06-17T08:45:13","slug":"colui-che-fa-udire-i-sordi-e-parlare-i-muti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/colui-che-fa-udire-i-sordi-e-parlare-i-muti\/","title":{"rendered":"Colui che fa udire i sordi e parlare i muti"},"content":{"rendered":"
Quello di oggi \u00e8 il secondo racconto di guarigione operata da Ges\u00f9 in terra pagana. Nei pressi di Tiro, una donna siro-fenicia aveva insistito fino allo stordimento, perch\u00e9 Ges\u00f9 le guarisse la figlia gravemente malata (7,24-30). Ottenne ci\u00f2 che chiedeva, nonostante quel miracolo in terra pagana non rientrasse nel programma messianico fissato da Dio. Ma come si fa a dire di no a chi ha estremo bisogno e insiste tanto? \u00c8 sempre possibile fare un\u2019eccezione per amore. Il Padre divino lo sa e lo ha messo in conto. Ma ormai la porta ai pagani \u00e8 aperta ed \u00e8 impossibile richiuderla. Il miracolo di oggi non \u00e8 pi\u00f9 un\u2019eccezione, sta diventando una regola. Marco lo vede come l\u2019inizio della missione cristiana tra i pagani, che era divenuta prassi del suo tempo, dopo che Ges\u00f9 risorto aveva annullato ogni confine, inviando i suoi apostoli in tutto il mondo (16,15).<\/p>\n
Era una bella notizia da cantare, perci\u00f2 il racconto, nel testo greco, ha l\u2019andatura ritmico-poetica di un canto diviso in strofe. Accade pi\u00f9 di una volta, nei Vangeli, di imbattersi in testi redatti in maniera poetica, come se l\u2019autore avesse voluto trascrivere brani di cantastorie cristiani. Ci\u00f2 \u00e8 indice dell\u2019origine orale dei testi, redatti in modo da facilitare la memoria, ma \u00e8 anche indizio che certe pagine non venivano solo annunciate, ma cantate e recitate in maniera scenica, tanto era l\u2019entusiasmo dei primi credenti. Sarebbe bello ritrovare quel metodo e quel fervore nelle nostre catechesi. Certamente sarebbe pi\u00f9 efficace di certe nostre prediche noiose. Il brano di oggi servirebbe a cantare la nostra riconoscenza a Ges\u00f9 per aver aperto le nostre orecchie alla fede e la nostra lingua alla lode.<\/p>\n
Siamo nel territorio della Decapoli (le Dieci citt\u00e0), la regione pagana che si estendeva a oriente del lago di Galilea circa da Damasco ad Amman. Oggi siamo al centro di quel vasto territorio, forse all\u2019altezza del lago, nella regione dei Geraseni, dove Ges\u00f9 aveva liberato l\u2019indemoniato posseduto da una legione di demoni (5,1-20). Quello narrato \u00e8 uno dei miracoli che descrivono un processo scenico di guarigione, in cui Ges\u00f9 compie gesti simbolici significativi per gli uomini del suo tempo. Egli si adatta alla cultura popolare dei suoi contemporanei, parla il loro linguaggio comprensibile. Gli hanno presentato un sordo che necessariamente \u00e8 anche muto. L\u2019evangelista con precisione non dice che \u00e8 muto (\u00e0lalos), ma che \u201cfa difficolt\u00e0 a parlare\u201d (mogh\u00eclalos), come ogni sordomuto, che sembra avere la lingua impastata. Egli inizia con l\u2019appartarsi insieme al malato, come a voler dare carattere di intimit\u00e0 all\u2019azione. Ges\u00f9 non ama gesti spettacolari che donano pubblicit\u00e0 ai suoi miracoli; sarebbe fra l\u2019altro una operazione pericolosa, perch\u00e9 susciterebbe l\u2019entusiasmo popolare che non induce a pensare, ma solo a manifestare.<\/p>\n
Le tentazioni, che egli ha vinto all\u2019inizio della sua missione, lo escludono categoricamente. La sua missione \u00e8 quella umile e modesta del Servo del Signore, non quella del taumaturgo che cerca successo. Ci\u00f2 non impedisce alla folla di assistere alla scena, sia pure da lontano. Ges\u00f9 infatti compie 5 gesti significativi: pone le dita nelle orecchie del sordo, gli bagna la lingua con un po\u2019 di saliva, solleva gli occhi al cielo, sospira intensamente, pronuncia la parola guaritrice. Quel dito accostato all\u2019orecchio \u00e8 il contatto vivificante di Dio, la comunicazione delicata del suo Spirito. Viene in mente l\u2019atto con cui Dio trasmette potentemente la vita al primo uomo, come l\u2019ha rappresentato Michelangelo nella Cappella Sistina. Dalla punta di quel dito scatta la scintilla della vita che sana. Ges\u00f9 protende in seguito il dito a bagnare leggermente la lingua del muto con la sua saliva. Quest\u2019ultima \u00e8 ritenuta dalla gente il primo e pi\u00f9 immediato mezzo terapeutico, anche perch\u00e9 \u00e8 strettamente collegata al soffio e alla parola del taumaturgo.<\/p>\n
Lo sguardo rivolto al cielo \u00e8 il gesto della preghiera che Ges\u00f9 rivolge al Padre in segno di gratitudine per il potere che gli dona (6,41). Il sospiro profondo che emette \u00e8 come la raccolta di forze per agire o l\u2019espressione della sua commozione sincera per l\u2019uomo che ha davanti. Teniamo presente che Ges\u00f9 ha a che fare qui con un sordomuto e l\u2019unico linguaggio compreso da costui \u00e8 quello dei gesti; con essi Ges\u00f9 gli parla. Il contatto delle orecchie e della lingua gli fa capire dove sta indirizzando la sua potenza curativa; con gli occhi rivolti al cielo, gli dice da dove viene la sua guarigione; con il sospiro, gli esprime tutta la sua pena e la sua partecipazione umana. Poi pronuncia nella sua lingua materna, l\u2019aramaico, la parola che guarisce: \u201cEffeta<\/em>\u201d, cio\u00e8 \u201cApriti!\u201d. \u00c8 un comando imperioso che intima all\u2019uomo chiuso dal suo male di aprirsi al mondo esterno, dal quale finora si sentiva escluso, di uscire dall\u2019isolamento al quale la sua sordit\u00e0 lo condannava. \u00c8 una parola potente, capace di inserirlo pienamente nel consesso degli uomini normali, quelli che ascoltano e parlano. Essa rompe la doppia barriera di incomunicabilit\u00e0: quella delle orecchie e quella della lingua.<\/p>\n L\u2019evangelista ci fa costatare che dopo quel comando \u201csubito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente\u201d. Il profeta Isaia, nella prima lettura di oggi, descriveva in anticipo questo miracolo come il segno della salvezza portata dal Messia: \u201cAllora si apriranno gli occhi dei ciechi, e si schiuderanno gli orecchi dei sordi, grider\u00e0 di gioia la bocca del muto\u201d (Is<\/em> 35,5s). Noi viviamo in questo nuovo tempo di Dio. Il giorno del nostro battesimo \u00e8 stato celebrato su di noi quel rito finale dell\u2019\u201cEffeta<\/em>\u201d, cio\u00e8 l\u2019apertura dei nostri sensi all\u2019ascolto e alla professione di fede, con queste parole: \u201cIl Signore, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre\u201d.<\/p>\n Ad assistere a certe nostre assemblee festive viene da dubitare che questa rito battesimale abbia raggiunto sempre il suo effetto e sia stato efficace, almeno per alcuni cristiani che non sembrano ascoltare, e soprattutto non sanno parlare. In genere, se si \u00e8 muti nella preghiera e nella lode, significa che si \u00e8 sordi all\u2019ascolto della Parola; il mutismo \u00e8 frutto della sordit\u00e0, non viceversa. Il significato storico simbolico del miracolo appena illustrato ci invita a riflettere sul nostro stato di credenti, che devono professare la loro fede con parole e azioni. Dovr\u00e0 ripassare Ges\u00f9 a guarire questi nostri fratelli sordomuti nella fede? Sarebbe una bella sorpresa.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Quello di oggi \u00e8 il secondo racconto di guarigione operata da Ges\u00f9 in terra pagana. Nei pressi di Tiro, una donna siro-fenicia aveva insistito fino allo stordimento, perch\u00e9 Ges\u00f9 le guarisse la figlia gravemente malata (7,24-30). Ottenne ci\u00f2 che chiedeva, nonostante quel miracolo in terra pagana non rientrasse nel programma messianico fissato da Dio. Ma […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7802"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=7802"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7802\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":36055,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7802\/revisions\/36055"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=7802"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=7802"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=7802"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}