{"id":7775,"date":"2009-08-07T00:00:00","date_gmt":"2009-08-07T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7775"},"modified":"2015-06-17T11:14:18","modified_gmt":"2015-06-17T09:14:18","slug":"la-chiara-scelta-di-cristo-in-un-mondo-incredulo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-chiara-scelta-di-cristo-in-un-mondo-incredulo\/","title":{"rendered":"La chiara scelta di Cristo in un mondo incredulo"},"content":{"rendered":"
Quando Ges\u00f9 operava miracoli, era facile per la gente credere in lui e seguirlo, fino a dimenticare di mangiare. Era accaduto un giorno prima, sull’altra riva del lago, quando egli aveva moltiplicato i cinque pani e i due pesciolini di un bambino per saziare pi\u00f9 di cinquemila persone. In quella felice occasione, la gente entusiasta avrebbe voluto addirittura proclamarlo re per acclamazione. Egli si era dovuto sottrarre con la fuga alla morsa popolare Gv<\/em> 6,15). Ma ora, nella sinagoga di Cafarnao, tutto \u00e8 completamente cambiato: l’entusiasmo della folla \u00e8 sbollito gradatamente, man mano che Ges\u00f9 parla e la gente ascolta le cose per loro misteriose che egli sta dicendo. Ad un certo punto addirittura il tifo iniziale si cambia in protesta e ostilit\u00e0, fino all’abbandono: “Questa parola \u00e8 dura; chi pu\u00f2 ascoltarla?”. C’\u00e8 chi rifiuta di ascoltarlo, tanto \u00e8 grande la delusione e il distacco che le sue parole hanno creato.<\/p>\n Questo terribile voltafaccia popolare Ges\u00f9 l’ha provato altre volte fino alla vigilia della morte; basta confrontare la domenica delle Palme con il Venerd\u00ec sabato. Per l’evangelista questa \u00e8 la crisi della Galilea, quando la folla si dirada e Ges\u00f9 resta quasi solo con i suoi apostoli. La crisi \u00e8 causata dal discorso sul pane di vita. L’eucaristia, se ben compresa, mette in crisi chiunque per il profondo mistero che nasconde, e che agli occhi umani appare assurdo. Tra la folla di Caf\u00e0rnao risuona ancora l’altra protesta pi\u00f9 esplicita: “Come pu\u00f2 costui darci a mangiare la sua carne e a bere il suo sangue?”. Chi sa che queste proteste non scavalchino i tempi e non riescano a scuoterci dal letargo della nostra fede? Ci accorgeremmo quanto siamo superficiali e incoscienti come cristiani nel partecipare all’eucaristia, divenuta, per chi non frequenta mai la chiesa, un gesto da compiere per convenienza o consuetudine, come accettare per cortesia un biscottino. Il vangelo di oggi si muove tutto sul filo di una contestazione che nasce per una debole fede.<\/p>\n Nel silenzio della sinagoga di Caf\u00e0rnao, dove Ges\u00f9 ha appena finito di parlare, risuona la voce sdegnata di un discepolo. Non \u00e8 uno dei dodici apostoli scelti da Ges\u00f9, ma uno dei tanti seguaci spontanei che gli vanno dietro, perch\u00e9 tifosi dei suoi miracoli e del suo modo di parlare. Uno di quelli che hanno detto forse pi\u00f9 volte di Ges\u00f9: “Nessuno ha parlato mai come quest’uomo, egli parla con autorit\u00e0 e non come gli scribi” (Gv<\/em>\u00a07,46; Mc<\/em> 1,22). Quel discepolo gli grida in faccia una protesta clamorosa: “Questo discorso \u00e8 duro, chi pu\u00f2 starlo ad accettare?”. L’intervento non turba pi\u00f9 di tanto Ges\u00f9, che sa di aver fatto un discorso impegnativo per la fede e conosce bene il cuore dell’uomo. L’evangelista Giovanni, a proposito della gente che seguiva Ges\u00f9, attratta dai miracoli, dice: “Molti, vedendo i segni che compiva, credettero nel suo nome; ma lui, Ges\u00f9, non si fidava di loro, perch\u00e9 conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’\u00e8 nell’uomo” (Gv<\/em> 2,24s).<\/p>\n I fatti prodigiosi danno il brivido del mistero, appagano la curiosit\u00e0 innata e soddisfano il bisogno di contatto con il mondo di Dio, ma, se non provocano il cambiamento del cuore e della vita, sono perfettamente inutili. Dio non vuole curiosi, ma amici e figli. Il grande miracolo sar\u00e0 quando lo vedranno salire in cielo, lui che \u00e8 disceso dal cielo. Solo allora potranno credere in lui e alla sua parola che oggi non accettano. In termini diversi, Ges\u00f9 dice a quelle persone: “Quando io sar\u00f2 innalzato da terra, attirer\u00f2 tutti a me” (12,34). Solo a Pasqua \u00e8 donata la fede, solo a Pasqua l’eucaristia assume valore come corpo e sangue del Cristo immolato e risorto. Prima \u00e8 un discorso troppo duro. Le parole che Ges\u00f9 ha detto a Caf\u00e0rnao furono interpretate in maniera materiale, come se lui volesse dare fisicamente a mangiare la sua carne tangibile e a bere il sangue corrente nelle sue vene.<\/p>\n In realt\u00e0 egli parlava su un piano diverso, quello divino, perci\u00f2 poteva dire: “Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita”. Spiegava cos\u00ec che la sua carne e il suo sangue erano donate a mangiare in maniera spirituale nei segni del pane del vino, perch\u00e9 lo Spirito rende possibile tutto questo. Ci\u00f2 non vuol dire che la carne e il sangue di Ges\u00f9 non siano veri, ma solo simbolici; sono reali, ma su un piano diverso da quello materiale visibile ai nostri occhi: lo sono nel mondo soprannaturale dove abita Dio e lo Spirito insieme a Ges\u00f9 risorto. Egli non sta parlando di cose della terra, ma delle cose del cielo. Nel prendere e mangiare con fede il pane che lui dona, noi siamo trasportati nel mondo di Dio, entriamo nella vita eterna e vi abitiamo, come aveva detto Ges\u00f9: “‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita terna”. Per chi non crede, queste sono fantasie, ma per chi crede questa \u00e8 la realt\u00e0 vera del mondo, non quella visibile che passa e scompare presto come ombra.<\/p>\n Ges\u00f9 oggi dice a tutti che, per accettare questa visione della realt\u00e0 da lui prospettata, bisogna credere, ma poi costata con amarezza: “Tra voi vi sono alcuni che non credono”. \u00c8 inutile dunque insistere, bisogna lasciare al Padre il potere di attrarre a Ges\u00f9 coloro che non credono, come egli stesso dice: “Nessuno viene a me, se non gli \u00e8 concesso dal Padre”. Per\u00f2 questa misteriosa concessione del Padre non esclude che ciascuno possa prendere la libera decisione di accettare o rifiutare Ges\u00f9. Anzi, siamo obbligati dalla vita e dalla coerenza a fare una scelta chiara ed esplicita di Dio, simile a quella che richiese Giosu\u00e8 a suoi ebrei entrati nella Terra promessa e narrataci dalla prima lettura (Gios<\/em> 24).<\/p>\n Ges\u00f9 la propose ai Dodici apostoli, dopo le larghe defezioni dei discepoli: “Volete andarvene anche voi?”. In contrasto con Giuda che rimane e tradisce, c’\u00e8 un Pietro che crede e proclama alta la sua fede, pur nei limiti della sua natura vulnerabile. Lo scambio di battute tra Ges\u00f9 e Pietro \u00e8 di estrema attualit\u00e0 per noi. Se siamo cristiani, dobbiamo prendere posizione nei confronti di Cristo, specie in quest’epoca di allontanamento di tanti dalla fede. Nessun credente si pu\u00f2 oggi vergognare delle proprie convinzioni religiose. Non c’\u00e8 bisogno di sbandierarle con fanatismo o con atteggiamenti radicali; basta viverle con dignit\u00e0 e coerenza. Oggi \u00e8 tempo di testimoni: “Chiunque mi riconoscer\u00e0 davanti agli uomini, anch’io lo riconoscer\u00f2 davanti al Padre mio che \u00e8 nei cieli” (Mt<\/em> 10,32).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Quando Ges\u00f9 operava miracoli, era facile per la gente credere in lui e seguirlo, fino a dimenticare di mangiare. Era accaduto un giorno prima, sull’altra riva del lago, quando egli aveva moltiplicato i cinque pani e i due pesciolini di un bambino per saziare pi\u00f9 di cinquemila persone. 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