{"id":77450,"date":"2024-09-04T19:44:02","date_gmt":"2024-09-04T17:44:02","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=77450"},"modified":"2024-09-04T19:44:02","modified_gmt":"2024-09-04T17:44:02","slug":"ius-scholae-parliamone","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ius-scholae-parliamone\/","title":{"rendered":"Ius scholae: parliamone!"},"content":{"rendered":"

\u00c8 difficile fare previsioni sull\u2019esito che avr\u00e0 effettivamente il dibattito intorno alla nuova legge sulla cittadinanza<\/strong>, e se la via dello<\/span> ius scholae<\/em><\/strong> \u2013 su cui peraltro anche i sondaggi registrano notevoli consensi<\/strong> \u2013 trover\u00e0 finalmente una concretizzazione normativa. I precedenti non sono incoraggianti, come dimostra il fatto che sostanzialmente la legge di riferimento \u00e8 ancora quella del 1992, nonostante i profondi cambiamenti che hanno investito la realt\u00e0 del fenomeno migratorio nel nostro Paese, e nonostante la consapevolezza sempre pi\u00f9 diffusa che l\u2019apporto dei \u201cnuovi italiani\u201d \u00e8 e sar\u00e0 sempre pi\u00f9 decisivo per gli equilibri demografici ed economici.<\/span><\/p>\n

Qualcosa per\u00f2 sembra essersi davvero messo in movimento. A far ripartire il percorso della riforma \u00e8 stata l\u2019apertura di Forza Italia<\/strong>, che ha disincagliato il dibattito dalle secche di un\u2019interpretazione angusta e miope dei vincoli di maggioranza. Il premierato come nuovo assetto istituzionale \u00e8 di l\u00e0 da venire, al di l\u00e0 degli annunci che sottolineano enfaticamente ogni passaggio anche meramente formale; ma, di fatto, le dinamiche di un \u2018maggioritario spinto\u2019 che finisce per limitare fortemente le prerogative del Parlamento sono gi\u00e0 pienamente operanti. <\/span><\/p>\n

Il tema annoso dell\u2019overdose di decreti legge sta l\u00ec a documentarlo. Le stesse riforme costituzionali sono diventate un affare di maggioranza<\/strong> (ma sotto questo profilo anche il centrosinistra ha i suoi peccati da farsi perdonare\u2026), impacchettate in un accordo che prevede un capitolo per ciascuno dei partiti che formano la coalizione di governo: premierato, autonomia differenziata, separazione delle carriere dei magistrati.<\/span><\/p>\n

Nessuno nega all\u2019Esecutivo di turno il diritto di portare avanti il proprio programma con il sostegno dei gruppi parlamentari usciti dalle elezioni. Ma le Camere non possono essere ridotte a cinghia di trasmissione delle iniziative del Governo<\/strong>. \u201cOrgano della rappresentanza politica\u201d, \u201ccentro del sistema di democrazia rappresentativa e della forma di governo parlamentare prefigurati dalla Costituzione\u201d: cos\u00ec la Corte costituzionale definisce il Parlamento<\/strong>. Esso \u00e8 il luogo in cui si rispecchia il pluralismo politico e culturale del Paese<\/strong>, e questa identit\u00e0 non pu\u00f2 essere cancellata dai meccanismi che pur legittimamente vengono adottati per garantire la governabilit\u00e0. Sarebbe davvero un bel segnale se, su un tema<\/strong> di cos\u00ec grande rilevanza sociale e civile come la cittadinanza, la discussione e il voto delle Camere potessero svilupparsi con libert\u00e0 e senso di responsabilit\u00e0.<\/strong><\/span><\/p>\n

Certo, non solo la maggioranza dovrebbe rinunciare a rinchiudersi nelle mura dell\u2019Esecutivo, ma anche le opposizioni dovrebbero evitare di cavalcare la questione per mettere in difficolt\u00e0 il Governo.<\/span><\/p>\n

Mettere da parte<\/strong> contrapposizioni ideologiche<\/strong>, \u201cma non gli ideali, la conoscenza, la passione\u201d, per dirla con il cardinale Zuppi. A giudicare da come \u00e8 stato strumentalizzato dalla Lega perfino l\u2019omicidio di Sharon Verzeni, non \u00e8 facile essere ottimisti, ma il tentativo va condotto fino in fondo.<\/span><\/p>\n

Stefano De Martis<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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