{"id":7648,"date":"2009-06-26T00:00:00","date_gmt":"2009-06-26T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7648"},"modified":"2015-05-27T14:31:13","modified_gmt":"2015-05-27T12:31:13","slug":"il-dialogo-inizia-dal-silenzio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-dialogo-inizia-dal-silenzio\/","title":{"rendered":"Il dialogo inizia dal silenzio"},"content":{"rendered":"

‘La via della santit\u00e0, nella tematica cruciale del rapporto Chiesa – mondo, si pu\u00f2 descrivere cos\u00ec: un prete capace di avere il coraggio del dialogo con il mondo’. Cos\u00ec concludeva il suo intervento, pubblicato nel numero scorso, mons. Nazzareno Marconi, rettore del Seminario regionale umbro. Questa settimana prosegue la sua riflessione approfondendo proprio il tema del dialogo Chiesa – mondo. esperienza pastorale, soprattutto con le famiglie in difficolt\u00e0, mi ha insegnato poche ma fondamentali regole del dialogo. Che vorrei riproporre come provocazione alla ricerca di una nuova, o forse molto vecchia santit\u00e0 del prete. Si comincia dal silenzio, lo strumento che nel linguaggio universale consente di riflettere. Solo se c’\u00e8 il silenzio, anche delle proprie idee, a volte difficili da districare dalle radici dei pregiudizi e dei difetti personali, si inizia il primo passo del dialogo, che \u00e8 l’ascolto. La Chiesa, perch\u00e9 \u00e8 pi\u00f9 anziana e giudiziosa del mondo, deve ascoltare per prima. San Benedetto dice che l’abate, per essere veramente paterno e decidere bene, deve prima di tutto ascoltare e deve iniziare a farlo partendo dal monaco pi\u00f9 giovane. Quest’ultimo probabilmente dir\u00e0 la cosa meno saggia, ma va ascoltato per primo, con la mente sgombra da idee gi\u00e0 ‘precotte’ e magari consolidate dall’appoggio dei pi\u00f9 anziani. La Chiesa deve perci\u00f2 ascoltare per prima il mondo e deve anche ascoltarsi al suo interno. Non \u00e8 un ascolto indiscriminato: il pensiero di ognuno pesa per la sua vita e per il compito che lo Spirito affida a ciascuno nella Chiesa. Non si ascolta allo stesso modo e con lo stesso ossequio il pensiero del Papa e la proposta del pi\u00f9 scalmanato sedicenne che frequenta l’oratorio; ma non bisogna neppure dimenticare che un giorno Dio fece al giovinetto Daniele il dono dell’anzianit\u00e0, mentre i saggi di Israele non sapevano quale strada seguire. Furono per\u00f2 questi stessi saggi a riconoscere il dono fatto al giovinetto e a chiamarlo nel loro tribunale (Dan 13,50). La caratteristica pi\u00f9 significativa di un tale ascolto entro e fuori della Chiesa \u00e8 l’umilt\u00e0: la capacit\u00e0 serena di accogliere le umiliazioni e le critiche che ci ridimensionano a ci\u00f2 che siamo veramente. Questa mi sembra oggi la prima virt\u00f9 del prete, e non conosco altre strade per raggiungerla che la preghiera. Solo chi si specchia costantemente in Dio giunge a dire come san Francesco: ‘Chi sei tu Signore, e chi sono io al Tuo confronto!’. Vivere cos\u00ec, nella vita di ogni giorno, non \u00e8 facile. N\u00e9 trova un plauso universale. Infatti alcuni lo definiscono un atteggiamento debole ed incerto nel proporre l’identit\u00e0 cristiana, mentre altri all’opposto non lo ritengono sufficientemente ‘laicizzato’. Anche il ‘mondo’ non gradisce troppo dei preti che restano desiderosi di santit\u00e0 e di spiritualit\u00e0, ma che escono dalla nicchia per dialogare con il mondo. Per questo non ci bastano dei preti comunque siano, ma ci servono dei preti santi, non ostentatamente santi, n\u00e9 orgogliosamente santi, ma umilmente sulla strada che conduce ad una santit\u00e0 un po’ pi\u00f9 grande. Coraggiosi uomini del dialogo con il mondo. ‘Voi siete nel mondo, ma non del mondo’ (Gv 15,19) ha detto Ges\u00f9, ma ha anche detto: ‘non temente, io ho vinto il mondo'(Gv 16,33) e soprattutto: ‘Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio’ (Gv 3,16).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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