{"id":7631,"date":"2009-06-19T00:00:00","date_gmt":"2009-06-19T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7631"},"modified":"2015-06-17T12:36:39","modified_gmt":"2015-06-17T10:36:39","slug":"lammirazione-e-la-riconoscenza-di-chi-si-sente-salvato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lammirazione-e-la-riconoscenza-di-chi-si-sente-salvato\/","title":{"rendered":"L’ammirazione e la riconoscenza di chi si sente salvato"},"content":{"rendered":"

Ci sono momenti in cui ci sentiamo impotenti davanti ad un pericolo incombente. Sperimentiamo allora tutta la nostra limitatezza e ci assale un grave senso di angoscia. Vorremmo gridare aiuto a chi ci sta vicino, ma nessuno ci pu\u00f2 aiutare; siamo spesso soli a portare la nostra incapacit\u00e0, pur essendo tutti nella stessa fragile barca della vita. Allora il nostro grido di supplica pu\u00f2 avere una sola direzione: quella di Dio. Solo Lui pu\u00f2 aiutarci, perch\u00e9 \u00e8 l’unico Signore del mondo e della storia, colui che vive insieme con noi e in noi la difficile traversata della vita. La sua presenza a bordo ci dona sicurezza e speranza per affrontare la fatica di ogni giorno.<\/p>\n

Se viviamo di fede, sentiamo che il Signore \u00e8 con noi e non ci pu\u00f2 trascurare: “Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto pi\u00f9 il Padre vostro che \u00e8 nei cieli dar\u00e0 cose buone a coloro che gliele chiedono” (Mt<\/em> 7,11). Ges\u00f9 aveva assicurato: “Io sar\u00f2 con voi fino alla fine del mondo”. Con questa certezza il Vangelo di oggi diviene estremamente attuale. Siamo trasferiti sulle rive del lago di Genezaret dove Ges\u00f9 sta parlando, seduto a poppa di una barca, alla folla schierata davanti a lui sulla spiaggia (Mc<\/em> 4,1). Quel podio sul mare gli consentiva di farsi vedere e sentire da tutti. La brezza che spira dal mare spinge la sua voce chiara fino agli ultimi di quell’anfiteatro umano. L’attenzione \u00e8 massima perch\u00e9 Ges\u00f9 sta parlando in parabole, cio\u00e8 sta usando episodi ed immagini da tutti conosciuti e vissuti. La sua \u00e8 un catechesi narrativa concreta che incanta le folle.<\/p>\n

Il suo insegnamento, la sua voce pacata e viva, la sua autorevolezza fanno colpo sulla folla che sta ad ascoltarlo per l’intera giornata. Questo deve essere accaduto quel giorno, perch\u00e9 a sera la folla era ancora l\u00e0 e non si decideva a tornare a casa. Marco conclude dicendo che “con molte parabole insegnava loro la Parola secondo quanto potevano capire”. Ma la sera ormai incombe e Ges\u00f9 \u00e8 stanco per un’intera giornata di insegnamenti; perci\u00f2 invita i discepoli, che sono con lui sulla barca, a prendere il largo e a passare alla riva opposta. Dietro la scarna descrizione dell’evangelista si avverte la grande stanchezza di Cristo, che non ha pi\u00f9 la forza nemmeno di muoversi; perci\u00f2 “lo presero con s\u00e9 cos\u00ec com’era nella barca”. In pratica lo aiutarono, prendendolo quasi di peso, fino a farlo coricare all’interno, a poppa, da dove aveva parlato per tante ore. Il segno evidente di quella stanchezza estrema, che Ges\u00f9 non nasconde, \u00e8 il sonno profondo nel quale subito piomba pesantemente. Fanno appena in tempo a mettergli un cuscino sotto la testa, che \u00e8 gi\u00e0 addormentato.<\/p>\n

Dopo questa introduzione scenica, il racconto \u00e8 scandito da quattro momenti: la situazione di pericolo, l’invocazione di aiuto, il comando al vento e al mare, il rimprovero della poca fede. Appena la barca di Pietro e le altre che l’accompagnavano presero il largo, scese la notte e si scaten\u00f2 un violento uragano. Il linguaggio sembra alludere alla tempesta che invest\u00ec la nave dove si era imbarcato il profeta Giona, che, come Ges\u00f9, dormiva tranquillo sottocoperta ignaro di ci\u00f2 che stava accadendo intorno a lui (1,4s). L’allusione vuole solo indicare che “ora qui c’\u00e8 pi\u00f9 di Giona” (Mt<\/em> 12,41). Nella memoria degli ascoltatori e dei lettori ebrei, si destava spontaneo il ricordo della traversata del mare guidata da Mos\u00e8 nell’Esodo (14,15-22). Come nel nostro caso, c’era il grido disperato della paura, c’era l’intervento miracoloso di Mos\u00e8, il buio della notte rischiarata dalla presenza di Dio e il forte vento che divise le acque per salvare Israele.<\/p>\n

Nei discepoli raccolti nella barca c’era ora il nuovo Israele di Dio, che Ges\u00f9 accompagnava nella traversata del mare, vincendo le potenze scatenate del male. Per l’ebreo il mare ingovernabile era il segno delle forze demoniache che solo Dio sa vincere (S<\/em>l 65,8; 89,10). Qui il piccolo mare di Galilea stava tentando di travolgere la barca di Pietro con la sua furia. L’acqua ne aveva scavalcato le sponde e la stava riempiendo. Sarebbe stata la fine. Gli esperti pescatori sono disperati, non hanno pi\u00f9 risorse, e Ges\u00f9, pur investito dagli spruzzi d’acqua e lambito dalla onde, dorme tranquillo sul suo cuscino. A corto di risorse, i discepoli lo scuotono con forza e lo destano, gridandogli forte la loro paura: “Non t’importa che siamo perduti?”. Lo spavento impedisce loro di ragionare. Pensano solo a se stessi, senza tener conto che il loro destino \u00e8 legato a quello del Signore, che \u00e8 con loro a bordo e sta condividendo la loro sorte.<\/p>\n

Colui che ha comandato quella traversata, pu\u00f2 pensare di salvarsi da solo, mandando in malora i suoi compagni di viaggio da lui amati e scelti? Ges\u00f9 per\u00f2 non perde tempo con queste discussioni teologiche: con la voce potente del Dio creatore sgrida ora le forze scatenate, come in altri momenti ha sgridato i demoni che devastavano un uomo. Il vento e il mare, come cagnolini, ubbidiscono alla voce del loro Signore. Sembra di riascoltare il canto del Salm<\/em>o 107,29: “Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare”. Il successo \u00e8 immediato: alla furia paurosa degli elementi della natura scatenati, subentra il silenzio e la bonaccia. Nel cuore agitato dei discepoli, alla paura subentra la sorpresa piena di meraviglia. Scoprono nel loro Maestro la gloria potente di Dio, padrone del creato. Da buoni ebrei, avranno ripetuto in cuor loro il canto dei loro pellegrinaggi a Gerusalemme: “Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il tuono, il Signore sull’immensit\u00e0 della acque. Nel tempio del Signore tutti dicono: gloria!” (Sl<\/em> 29,3.9).<\/p>\n

Sono l\u00e0 ancora imbambolati e sorpresi per le meraviglie che hanno veduto, quasi non credono ai loro occhi, quando Ges\u00f9 li risveglia con il suo benevolo rimprovero: “Perch\u00e9 avete avuto paura? Non avete ancora fede?”. Solo allora si rendono pienamente conto dell’accaduto e si domandano: “Chi \u00e8 costui, che anche il vento e il mare gli ubbidiscono?”. Il timore, la gioia, la meraviglia si scatenano ora nel loro piccolo mare interiore. Sono stati toccati dal mistero di Dio, e ora la paura di Lui li avvolge dolcemente. Possibile che Dio sia cos\u00ec vicino da prenderti in braccio e portarti al sicuro? Non si finisce mai di scoprirlo, perch\u00e9 ci sorprende sempre con la sua novit\u00e0. Nei momenti pi\u00f9 difficili anche noi sentiamo che ci ripete: “Perch\u00e9 avete paura? Non avete abbastanza fede?”. Come si fa a non amare un Dio cos\u00ec? Paolo gridava ai Romani: “Se Dio \u00e8 con noi, chi sar\u00e0 contro di noi? Nulla ci separer\u00e0, n\u00e9 in cielo, n\u00e9 in terra, dall’amore di Dio” (Rom<\/em> 8,31).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Ci sono momenti in cui ci sentiamo impotenti davanti ad un pericolo incombente. Sperimentiamo allora tutta la nostra limitatezza e ci assale un grave senso di angoscia. Vorremmo gridare aiuto a chi ci sta vicino, ma nessuno ci pu\u00f2 aiutare; siamo spesso soli a portare la nostra incapacit\u00e0, pur essendo tutti nella stessa fragile barca […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7631"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=7631"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7631\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":36082,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7631\/revisions\/36082"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=7631"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=7631"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=7631"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}