{"id":76156,"date":"2024-05-13T13:00:52","date_gmt":"2024-05-13T11:00:52","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=76156"},"modified":"2024-05-15T02:42:21","modified_gmt":"2024-05-15T00:42:21","slug":"giuseppe-ricci","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giuseppe-ricci\/","title":{"rendered":"Don Giuseppe Ricci si racconta\u2026 Il suo affetto alla sua Chiesa e alla sua gente"},"content":{"rendered":"

Monsignor Giuseppe Ricci compir\u00e0 sessant\u2019anni di sacerdozio, il 1\u00b0 luglio, e ottantacinque di et\u00e0, il 15 maggio. \u00c8 stato il primo economo diocesano perugino a mettere a frutto i contributi derivanti dall\u20198xmille alla Chiesa cattolica.<\/p>\n

Fu chiamato dall\u2019arcivescovo Cesare Pagani alla guida dell\u2019Ufficio economato nell\u2019anno della revisione del Concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede, che sanc\u00ec la nascita dello \u201cstrumento finanziario\u201d denominato \u201c8xmille\u201d di cui quest\u2019anno ricorrono i quarant\u2019anni dalla sua introduzione (1984-2024).<\/p>\n

Don Giuseppe, come preferisce essere chiamato, si racconta nell\u2019apprestarsi a \u201ctagliare\u201d questi suoi due traguardi molto significativi, testimoniando il \u201cbuon investimento\u201d dei contribuenti italiani, che firmano ogni anno l\u20198xmille, su di lui e su tanti sacerdoti.<\/p>\n

Don Giuseppe, il suo primo pensiero di parroco emerito\u2026<\/strong><\/p>\n

\u00ab\u00c8 curioso, alla veneranda et\u00e0 di 85 anni, trovarsi quasi conteso da parroci che dicono di avere bisogno del mio aiuto. Attualmente sono collaboratore di un parroco che ha cinque parrocchie\u2026 Grazie a Dio la salute mi \u00e8 sufficiente per aiutarlo e sono ben contento di farlo. Ogni giorno ringrazio il Signore, perch\u00e9 ho svolto tanti ruoli in quasi sessant\u2019anni di sacerdozio, iniziando come cappellano a San Donato all\u2019Elce di Perugia e poi parroco a San Valentino della Collina. Con l\u2019arrivo dell\u2019arcivescovo Cesare Pagani sono diventato suo segretario e canonico della cattedrale di San Lorenzo.<\/p>\n

Sempre Pagani mi incaric\u00f2 di realizzare la sede della radio diocesana in alcuni locali del Capitolo dei Canonici di San Lorenzo. Al riguardo ricordo un particolare, quello di avergli presentato il preventivo delle spese per finanziare il progetto della radio (spese pagate interamente di tasca sua), il cui consuntivo risult\u00f2 inferiore. Fu un caso davvero molto raro, perch\u00e9 \u00e8 quasi sempre l\u2019inverso per i tanti imprevisti in corso d\u2019opera. Non so se questo risparmio sulla somma preventivata sia stato il motivo ispiratore per affidarmi la guida dell\u2019Ufficio economato diocesano, incarico che mi ha visto impegnato per 17 anni\u00bb.<\/p>\n

Economo ma anche parroco<\/h2>\n

Cos\u00ec si \u00e8 trovato ad amministrare il patrimonio materiale della Chiesa, \u201ctrascurando\u201d il suo essere pastore di anime?<\/strong><\/p>\n

\u00abNon \u00e8 andata proprio cos\u00ec, mi riservo di parlarne pi\u00f9 avanti, perch\u00e9 per tutto il periodo di economo diocesano ho guidato pastoralmente una piccola, ma molto significativa comunit\u00e0 parrocchiale di periferia, che mi ha dato tantissimo nell\u2019aiutarmi a non farmi assorbire totalmente dai \u201cbilanci materiali\u201d.<\/p>\n

Quando ho poi ricevuto il dono di tornare a fare il parroco a tempo pieno, a Marsciano e dintorni, dall\u2019allora arcivescovo Giuseppe Chiaretti, affidandomi una comunit\u00e0 parrocchiale di circa 10mila anime, ho accolto con gioia questo dono che non mi ha visto impreparato grazie all\u2019esperienza della piccola parrocchia di periferia. Altro dono l\u2019ho ricevuto dal nostro giovane arcivescovo Ivan Maffeis nel benedire il mio progetto, quello di venire a Ponte Felcino, con il parroco don Alberto Veschini, a fare vita comune\u00bb.<\/p>\n

Lei \u00e8 tra i sacerdoti \u201cpionieri\u201d dell\u2019esperienza d\u2019Unit\u00e0 pastorale che vede protagonisti in primis presbiteri affiancati, dove \u00e8 possibile, dai diaconi, ma come si trova a Ponte Felcino?<\/strong><\/p>\n

\u00abIo mi trovo molto bene in quest\u2019esperienza di vita, perch\u00e9 sono insieme ad un fratello e tra noi c\u2019\u00e8 una gara di Amore l\u2019uno per l\u2019altro. Anche per questo ringrazio il Signore, perch\u00e9 adesso mi \u00e8 rimasta la parte pi\u00f9 facile della missione sacerdotale, quella di distribuire la grazia di Dio attraverso i sacramenti, non avendo gli impegni prettamente pastorali della parrocchia. Mi resta il \u201cdolce\u201d delle celebrazioni liturgiche: le confessioni e l\u2019Eucaristia, perch\u00e9 ho tutto il tempo a mia disposizione per prepararle bene ed anche questo \u00e8 un dono del Signore che mi d\u00e0 serenit\u00e0 e mi fa sentire in qualche modo utile alla Chiesa\u00bb.<\/p>\n

La vocazione di don Giuseppe<\/h2>\n

Come \u00e8 nata in lei la chiamata-vocazione al Sacerdozio?<\/strong><\/p>\n

\u00abRipercorrendo la mia vita a volo d\u2019uccello, ho avuto il momento di grande dolore dal punto di vista umano a cui ha fatto seguito uno successivo dove \u00e8 partito il progetto di Dio su di me. Il dolore provato ad appena cinque anni d\u2019et\u00e0 fu causato dalla perdita del pap\u00e0, cavatore di lignite a San Martino in Campo, unica fonte di reddito della nostra modestissima famiglia di quattro figli\u2026 Intervenne l\u2019assistenza sociale che fece accogliere me e mio fratello, i figli pi\u00f9 piccoli, nell\u2019orfanotrofio delle suore di Ges\u00f9 Redentore, nel quartiere Bellocchio di Perugia, all\u2019epoca la Casa Generalizia di questa congregazione ancora oggi presente in citt\u00e0 con le sue opere socio-educative e caritative.<\/p>\n

Per me chiusa una \u201cporta\u201d si \u00e8 poi aperto un \u201cportone\u201d, perch\u00e9 la madre generale, illuminata, intravvide in me qualche segno di vocazione da coltivare affidandomi alle cure del cappellano don Rino Valigi, una bella figura di sacerdote, quasi un secondo padre per me, che mi sugger\u00ec di fare la domanda per entrare al Seminario Minore. Essendo stato \u201cadottato pienamente\u201d dalle suore di Ges\u00f9 Redentore, la loro casa era la mia casa, fino a quando sono diventato sacerdote, sostenendo loro le spese per la mia istruzione-formazione in Seminario. Ho potuto godere anche dell\u2019ospitalit\u00e0 delle loro case religiose in Italia e all\u2019estero. Una provvidenza del Signore che mi ha aiutato molto a portare a compimento i miei studi e a maturare la mia vocazione al sacerdozio\u00bb.<\/p>\n

Nel suo studio campeggia su una parete una grande immagine di Chiara Lubich\u2026<\/strong><\/p>\n

\u00abAltra esperienza determinante per la mia formazione \u00e8 stato il contatto con la spiritualit\u00e0 del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich con cui ho avuto la possibilit\u00e0 di incontri personali e scambi epistolari. La ricchezza di questo carisma donato alla Chiesa ha condizionato nel bene la mia vita sia personale sia pastorale. Anche questa scelta di venire a fare \u201cfocolare sacerdotale\u201d con don Alberto, che condivide pienamente questa spiritualit\u00e0, \u00e8 quanto di meglio potessi ricevere in dono dal Signore\u00bb.<\/p>\n

Don Giuseppe Ricci: \u201cBenedetto 8xmille<\/h2>\n

Tornando al delicato ruolo di economo, come ha utilizzato i finanziamenti derivanti dall\u20198xmille?<\/strong><\/p>\n

\u00abHo benedetto il momento in cui monsignor Attilio Nicora, poi divenuto cardinale, \u00e8 stato l\u2019ispiratore di quell\u2019accordo provvidenziale per le risorse dell\u20198xmille, preziosissime per compiere tante opere di sostegno, di intervento nelle strutture necessarie agli enti ecclesiastici. Come non ricordare due grandi opere della nostra Chiesa particolare negli anni in cui ho ricoperto la responsabilit\u00e0 di economo, il Centro \u201cMater Gratiae\u201d e la Casa del Clero.<\/p>\n

Il primo fu realizzato con il recupero del complesso un tempo Seminario Minore ridotto a un immenso deposito di 4mila mq, senza nessun utilizzo pastorale, mentre io vedevo l\u2019urgenza per il nostro Clero di avere un luogo dignitoso dove incontrarsi mensilmente e dove poter promuovere e ospitare convegni, incontri, ritiri\u2026 All\u2019interno di questo complesso vennero realizzate la grande sala riunioni, poi intitolata all\u2019arcivescovo Pagani, e diverse aule, oltre alla struttura ricettiva del Centro \u201cMater Gratiae\u201d, con annessi ambienti adibiti ad uffici e foresteria; il tutto con un ampio parcheggio a poco meno di due chilometri dal centro storico.<\/p>\n

Altra opera \u00e8 stata la ristrutturazione della \u201cCasa del Clero\u201d del complesso della Cattedrale, un\u2019altra esigenza condivisa con i pastori per garantire ai nostri sacerdoti un luogo per le loro necessit\u00e0 una volta espletato in parrocchia il servizio pastorale e in assenza di una dignitosa assistenza con l\u2019avanzare dell\u2019et\u00e0. Con mia gioia vedo oggi valorizzare la \u201cCasa del Clero\u201d dall\u2019arcivescovo Ivan, perch\u00e9 \u00e8 ritornata pienamente funzionante e con le sue originali finalit\u00e0\u00bb.<\/p>\n

Non ha trascurato nemmeno la nascita di opere di carit\u00e0\u2026<\/strong><\/p>\n

\u00abQuando sono stato parroco di Marsciano e Schiavo, abbiamo dato vita all\u2019Emporio Caritas \u201cBetlemme\u201d (Casa del Pane)<\/a>, il quarto aperto in diocesi per volont\u00e0 del cardinale Gualtiero Bassetti, per la cui realizzazione \u00e8 stato determinante l\u2019aiuto dell\u20198xmille. Inoltre \u00e8 stata fondamentale l\u2019opera svolta da operatori e volontari guidati dal diacono Luciano Cerati, il cui sostegno \u00e8 stato non poco significativo prendendo a cuore questo funzionante progetto di carit\u00e0 concreta, che va avanti ancora oggi grazie allo stesso diacono Luciano e al mio successore, il giovane parroco don Marco Pezzanera\u00bb.<\/p>\n

Gli anni in parrocchia<\/h2>\n

A Marsciano ha lasciato un segno anche in questa parrocchia \u201cprestigiosa ma complessa\u201d<\/strong><\/p>\n

\u00abArrivai a Marsciano<\/a> salutando i miei nuovi parrocchiani con queste parole: ” rimboccarsi le maniche e seguire Cristo, vero ed unico pastore, dovunque avesse voluto Lui”.<\/p>\n

Dopo 17 anni, al momento del congedo, una parrocchiana mi scrisse: \u201cDa saggio e umile servo nella vigna del Signore, Lei, don Giuseppe Ricci, ha mantenuto fede al Suo impegno, vivendo fino in fondo l’esperienza del \u2018buon pastore\u2019 che, come dice Papa Francesco, conosce le sue pecore e sa quando \u00e8 il momento di stare in mezzo ad esse e, a volte, anche dietro di loro. Una volta Lei ha presentato la vita della nostra Comunit\u00e0 con l\u2019immagine di un operoso cantiere, dove ognuno \u00e8 invitato a collaborare: questo ci ha aiutato a comprendere il valore e la funzione dell’Unit\u00e0 Pastorale, intesa come \u2018un modo nuovo di offrire il Vangelo\u2019, integrando le risorse del territorio e sostenendo il ruolo dei laici negli organismi di partecipazione.<\/p>\n

Ripercorrere gli anni che vanno dal 2001 al 2018 significa capire quanti doni di Grazia abbiamo ricevuto nel cercare di fare della nostra Comunit\u00e0 \u2018la casa di tutti\u2019, sostenuti dal Suo \u2018Avanti con coraggio!\u2019 e alla scuola di quella \u2018spiritualit\u00e0 di comunione\u2019 che secondo San Giovanni Paolo II ci educa a vedere \u2018il fratello come primo strumento prezioso\u2019 per andare a Dio\u201d.<\/p>\n

Sono stato e sono tutt\u2019ora un convinto sostenitore delle Unit\u00e0 pastorali, espressioni concrete anche della comunione tra sacerdoti. Non mi dilungo oltre, aggiungo solo un\u2019opera realizzata per i giovani, l\u2019\u201cOSMA\u201d (Oratorio Santa Maria Assunta)<\/a>, anch\u2019essa con il contributo dell\u20198xmille. Ben presto l\u2019\u201cOSMA\u201d si rivel\u00f2 un punto di riferimento per tutta la comunit\u00e0 marscianese, perch\u00e9 gli oratori parrocchiali svolgono anche una funzione sociale come del resto noi sacerdoti\u00bb.<\/p>\n

Don Giuseppe Ricci, avviandoci alla conclusione di questo piacevole dialogo-intervista, ci rivela il nome di quella \u00abpiccola parrocchia di periferia\u00bb che le ha permesso di continuare ad essere curato di anime mentre \u201ccurava\u201d, teneva in ordine i conti dell\u2019intera Diocesi?<\/strong><\/p>\n

\u00ab\u00c8 la parrocchia di Castelvieto, nel comune di Corciano, una comunit\u00e0 di appena cinquecento abitanti dove ho trovato persone e famiglie meravigliose. Ricordo, quando ero segretario dell\u2019arcivescovo\u2026, venivano in Curia genitori a chiedere a monsignor Pagani un prete per i loro figli, perch\u00e9 il parroco era malato. Chiese a me di seguire questa comunit\u00e0 almeno la domenica, ma io iniziai quasi subito ad andarci ogni sera, perch\u00e9, trovando del terreno fertile, diedi vita a degli incontri formativi. Vi celebrai il mio 25\u00b0 di sacerdozio e fu meraviglioso\u2026<\/p>\n

Quando dovetti lasciarla, perch\u00e9 nominato parroco a Marsciano, ricevetti dai giovani di Castelvieto una lettera commovente che conservo tra le mie carte pi\u00f9 care. Scrissero un toccante \u201carrivederci, ad una persona, un padre, un amico, un fratello che \u00e8 stato per ben 17 anni con noi, anzi, \u00e8 meglio dire fra noi\u2026 \u00c8 arrivato quasi in punta di piedi, don Giuseppe\u2026, ma ha fatto subito capire che a Castelvieto non era giunta una personalit\u00e0 come tante altre, ma un ciclone dalle idee meravigliose e dalle maniere esaltanti, coinvolgenti; un gentiluomo, oltre che un parroco\u2026, un motivatore! Non era facile farsi apprezzare, e soprattutto seguire, dalla giovent\u00f9 cos\u00ec bella e piena di potenzialit\u00e0, ma anche cos\u00ec restia al coinvolgimento…, ebbene lei, don Giuseppe, ci \u00e8 riuscito.<\/p>\n

Il \u201cgrazie\u201d dei giovani a don Giuseppe Ricci<\/h2>\n

Non si deve pensare di chiss\u00e0 quali alchimie o miracoli sia stato autore, serviva una cosa tanto semplice ma cos\u00ec complicata allo stesso tempo\u2026 affetto! Con tanto affetto e amore, don Giuseppe, lei ha plasmato un gruppo di giovani assetati di opere buone tra di noi e verso gli altri. La ringraziamo per averci portato un ideale, per essere intervenuto ai nostri incontri, per aver organizzato i nostri incontri, per aver fatto confluire la nostra creativit\u00e0 in quelle belle feste di Natale e dell\u2019Epifania, per averci consigliato, per averci prestato una spalla quando dovevamo piangere, per averci telefonato tutte quelle volte quando si accorgeva che ci stavamo allontanando, per averci sgridato quando ce lo meritavamo\u2026 Siamo felici per i giovani della sua nuova parrocchia, perch\u00e9 potranno godere della sua vicinanza, anzi, forse \u00e8 meglio dire che siamo un po\u2019 invidiosi\u2026\u201d\u00bb.<\/p>\n

Anche dalla testimonianza dei giovani della piccola Castelvieto traspare nitidamente l\u2019affetto di don Giuseppe alla sua Chiesa e alla sua gente, un \u201cinvestimento\u201d, soprattutto umano e spirituale, andato a buon fine per il bene dell\u2019intera societ\u00e0.<\/p>\n\n