{"id":76077,"date":"2024-05-09T17:34:10","date_gmt":"2024-05-09T15:34:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=76077"},"modified":"2024-05-09T17:53:01","modified_gmt":"2024-05-09T15:53:01","slug":"cara-unione-europe-sei-nostra-prima-casa-comune","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/cara-unione-europe-sei-nostra-prima-casa-comune\/","title":{"rendered":"Cara Unione europea, tu sei la nostra prima casa comune"},"content":{"rendered":"
Pubblichiamo la Lettera all\u2019Unione europea del card. Matteo Maria Zuppi,<\/strong> presidente della Cei, e di mons. Mariano Crociata<\/strong>, presidente della Comece, in occasione della Giornata dell\u2019Europa 2024<\/strong> e in vista delle prossime elezioni europee.<\/em><\/p>\n Cara Unione europea,<\/p>\n darti del tu \u00e8 inusuale, ma ci viene naturale perch\u00e9 siamo cresciuti con te. Sei una, sei \u201cl\u2019Europa\u201d, eppure abbracci ben 27 Paesi, con 450 milioni di abitanti<\/strong>, che hanno scelto liberamente di mettersi insieme per formare l\u2019Unione che sei diventata. Che meraviglia! Invece di litigare o ignorarsi, conoscersi e andare d\u2019accordo! Lo sappiamo: non sempre \u00e8 facile, ma quanto \u00e8 decisivo, invece di alzare barriere e difese, cancellarle e collaborare. Tu sei la nostra casa, prima casa comune. In questa impariamo a vivere da \u201cFratelli Tutti\u201d, come ha scritto un tuo figlio i cui genitori andarono fino alla \u201cfine del mondo\u201d per cercare futuro.<\/p>\n Ti scriviamo perch\u00e9 abbiamo nel cuore un desiderio: che si rafforzi ci\u00f2 che rappresenti e ci\u00f2 che sei, che tutti impariamo a sentirti vicina, amica e non distante o sconosciuta.<\/strong> Ne hai bisogno perch\u00e9 spesso si parla male di te e tanti si scordano quante cose importanti fai! Durante il Covid lo abbiamo visto: solo insieme possiamo affrontare le pandemie. Purtroppo, lo capiamo solo quando siamo sopraffatti dalle necessit\u00e0, per poi dimenticarlo facilmente! Cos\u00ec, quando pensiamo che possiamo farcela da soli finiamo tutti contro tutti.<\/p>\n Non possiamo dimenticare come prima di te, per secoli, abbiamo combattuto guerre senza fine e milioni di persone sono state uccise. Tutti i sogni di pace si sono infranti sugli scogli di guerre, le ultime quelle mondiali, che hanno portato immense distruzioni e morte. Proprio dalla tragedia della Seconda guerra mondiale<\/strong> \u2013 che ha toccato il male assoluto con la Shoah e la minaccia alla sopravvivenza dell\u2019umanit\u00e0 intera con la bomba atomica \u2013 \u00e8 nato il germe della comunit\u00e0 di Paesi sovrani che oggi \u00e8 l\u2019Unione europea<\/strong>. C\u2019\u00e8 stato chi ha creduto che le nazioni non fossero destinate a combattersi, che dopo tanto odio si potesse imparare a vivere assieme. Tra quelli che ti hanno pensata e voluta non possiamo dimenticare Robert Schuman<\/strong>, francese, Konrad Adenauer<\/strong>, tedesco, e Alcide De Gasperi<\/strong>, italiano: animati dalla fede cristiana, essi hanno sentito la chiamata a creare qualcosa che rendesse impossibile il ritorno della guerra sul suolo europeo. Hanno pensato con intelligenza, ambizione e coraggio. Non sono mancati momenti difficili, ma la forza che viene dall\u2019unit\u00e0 ha mostrato il valore del cammino intrapreso e la possibilit\u00e0 di correggere, aggiustare, intendersi.<\/p>\n La Comunit\u00e0 europea venne concepita nel 1951 attorno al carbone e all\u2019acciaio<\/strong>, materie allora indispensabili per fare la guerra, per prevenire ogni velleit\u00e0 di farne uso ancora una volta l\u2019uno contro l\u2019altro. In realt\u00e0 quei tre grandi uomini, e tanti altri con loro, hanno cercato di pi\u00f9, e cio\u00e8 la riconciliazione tra i popoli e la cancellazione degli odi e delle vendette. Trovare qualcosa su cui lavorare insieme, anche solo sul piano economico, come dimostrano i Trattati firmati a Roma nel 1957<\/strong>, \u00e8 stato l\u2019inizio di un cammino che ha visto poco alla volta nuovi popoli entrare nella Comunit\u00e0 e, dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989, il cambiamento del nome, nel 1992, in Unione europea<\/strong>, e l\u2019allargamento, nel 2004, ai Paesi dell\u2019allora Patto di Varsavia, ben dieci in una volta<\/strong>. I problemi non sono mancati, ma quanto sono stati importanti la moneta unica e l\u2019abbattimento delle barriere nazionali per la libera circolazione delle persone e delle merci! Ultimo, l\u2019accordo sulla riforma con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009<\/strong>.<\/p>\n Cara Unione europea, sei un organismo vivo, perci\u00f2 forse viene il momento per nuove riforme istituzionali che ti rendano sempre pi\u00f9 all\u2019altezza delle sfide di oggi.<\/strong> Ma non puoi essere solo una burocrazia, pur necessaria per far funzionare organizzazioni cos\u00ec complesse come quella che sei diventata. Direttive e regolamenti da soli non fanno crescere la coesione. Serve un\u2019anima! In questi anni abbiamo visto compiere passi avanti significativi, quando per esempio hai accompagnato alcuni Paesi a superare le crisi economiche, ma abbiamo anche dovuto registrare fasi di stallo e difficolt\u00e0. E queste crescono quando smarriamo il senso dello stare insieme, la visione del nostro futuro condiviso, o facciamo resistenza a capire che il destino \u00e8 comune e che bisogna continuare a costruire un\u2019Europa unita.<\/p>\n Perci\u00f2, qualche volta ci chiediamo: Europa, dove sei? Che direzione vuoi prendere?<\/strong> Sono questi anche gli interrogativi del Papa: \u201cGuardando con accorato affetto all\u2019Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo? E ancora, allargando il campo: quale rotta segui, Occidente?<\/strong>\u201d (Discorso, Lisbona, 2 agosto 2023).<\/p>\n In tutti questi anni siamo molto cambiati e facciamo fatica a capire e a tenere vivo lo spirito degli inizi. Dopo un cos\u00ec lungo periodo di pace abbiamo pensato che una guerra su territorio europeo sarebbe stata ormai impossibile. E invece gli ultimi due anni ci dicono che ci\u00f2 che sembrava impensabile \u00e8 tornato. Abbiamo bisogno di riprendere in mano il progetto dei padri fondatori e di costruire nuovi patti di pace<\/strong> se vogliamo che la guerra contro l\u2019Ucraina finisca, e che finisca anche la guerra in corso in Medio Oriente, scoppiata a seguito dell\u2019attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro Israele, e con essa l\u2019antisemitismo, mai sconfitto e ora riemergente. Lo dice cos\u00ec bene anche la nostra Costituzione italiana: \u00e8 necessario combattere la guerra e ripudiarla per davvero!<\/strong><\/p>\n Se non si ha cura della pace, rischia sempre di tornare la guerra<\/strong>. Lo diceva Robert Schuman nella sua Dichiarazione del 9 maggio 1950,<\/strong> che ha dato avvio al processo di integrazione europea: \u201cL\u2019Europa non \u00e8 stata fatta: abbiamo avuto la guerra\u201d. Egli si riferiva al passato, ma le sue parole valgono anche oggi. L\u2019unit\u00e0 va cercata come un compito sempre nuovo e urgente.<\/strong> Non dobbiamo aspettare l\u2019esplosione di un altro conflitto per capirlo!<\/p>\n Che ruolo giochi, Europa, nel mondo?<\/strong> Vogliamo che tu incida e porti la tua volont\u00e0 di pace, gli strumenti della tua diplomazia, i tuoi valori. Risveglia la tua forza cos\u00ec da far sentire la tua voce, cos\u00ec da stabilire nuovi equilibri e relazioni internazionali. Le tue divisioni interne non ti permettono di assumere quel ruolo che dalla tua statura storica e culturale ci si aspetterebbe. Non vedi il rischio che le tue contrapposizioni intestine indeboliscano non solo il tuo peso internazionale ma anche la capacit\u00e0 di far fronte alle attese dei tuoi popoli?<\/strong><\/p>\n Tanti pensano di potere usufruire dei benefici che tu hai indubbiamente portato, come se fossero scontati e niente possa comprometterli. La pandemia o le periodiche proteste, ultima quella degli agricoltori, ci procurano uno sgradevole risveglio. Capiamo che tanti vantaggi acquisiti potrebbero svanire. Il senso della necessit\u00e0 per\u00f2 non basta a spingere sempre e tutti a superare le divisioni. Alcuni vogliono far credere che isolandosi si starebbe meglio, quando invece qualunque dei tuoi Paesi, anche grande, si ridurrebbe fatalmente al proverbiale vaso di coccio tra vasi di ferro. Per stare insieme abbiamo bisogno di motivazioni condivise, di ideali comuni, di valori apprezzati e coltivati.<\/strong> Non bastano convenienze economiche, poich\u00e9 alla lunga devono essere percepite le ragioni dello stare insieme, le uniche capaci di far superare tensioni e contrasti che proprio gli interessi economici portano con s\u00e9 nel loro fisiologico confrontarsi.<\/p>\n Ha detto Papa Francesco<\/strong>: \u201cIn questo frangente storico l\u2019Europa \u00e8 fondamentale<\/strong>. Perch\u00e9 essa, grazie alla sua storia, rappresenta la memoria dell\u2019umanit\u00e0 ed \u00e8 perci\u00f2 chiamata a interpretare il ruolo che le corrisponde: quello di unire i distanti, di accogliere al suo interno i popoli e di non lasciare nessuno per sempre nemico<\/strong>. \u00c8 dunque essenziale ritrovare l\u2019anima europea\u201d (Discorso<\/em>, Budapest, 28 aprile 2023). Le nostre idee e i nostri valori definiscono il tuo volto, cara Europa. Anche in questo la fede cristiana ha svolto un ruolo importante<\/strong>, tanto pi\u00f9 che dal suo sentire \u00e8 uscito il progetto e il disegno originario della tua Unione. Come cristiani continuiamo a sentirne viva responsabilit\u00e0; e del resto troviamo in te tanta attenzione alla dignit\u00e0 della persona, che il Vangelo di Cristo ha seminato nei cuori e nella tua cultura. Soffriamo non poco, perci\u00f2, nel vedere che hai paura della vita, non la sai difendere e accogliere dal suo inizio alla sua fine, e non sempre incoraggi la crescita demografica.<\/p>\n \u201cPenso \u2013 dice il Papa \u2013 a un\u2019Europa che non sia ostaggio delle parti,<\/strong> diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno si trasformi in una realt\u00e0 fluida, se non gassosa, in una sorta di sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli. [\u2026] Che bello invece costruire un\u2019Europa centrata sulla persona e sui popoli<\/strong>, dove vi siano politiche effettive per la natalit\u00e0 e la famiglia [\u2026], dove nazioni diverse siano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarit\u00e0 di ciascuno\u201d (Discorso<\/em>, Budapest, 28 aprile 2023).<\/p>\n Cara Europa, tu non puoi guardare solo al tuo interno. Non si pu\u00f2 vivere solo per stare bene, ma stare bene per aiutare il mondo, combattere l\u2019ingiustizia, lottare contro le povert\u00e0. Ormai da decenni sei il punto di arrivo, il sogno di tante persone migranti che da diversi continenti cercano entro i tuoi confini una vita migliore. Tanti vogliono raggiungerti perch\u00e9 sono alla ricerca disperata di un futuro. E molti, con il loro lavoro, non ti aiutano forse gi\u00e0 a prepararne uno migliore?<\/p>\n Non si tratta di accogliere tutti, ma che nessuno perda la vita nei \u201cviaggi della speranza\u201d e tanti possano trovare ospitalit\u00e0.<\/strong> Chi accoglie genera vita! L\u2019Italia \u00e8 spesso lasciata sola, come se fosse un problema solo suo o di alcuni, ma non per questo deve chiudersi. Prima o poi impareremo che le responsabilit\u00e0, comprese quelle verso i migranti, vanno condivise, per affrontare e risolvere problemi che in realt\u00e0 sono di tutti. Cara Europa, \u00e8 tempo di un nuovo grande rilancio del tuo cammino di Unione verso una integrazione sempre pi\u00f9 piena<\/strong>, che guardi a un fisco europeo che sia il pi\u00f9 possibile equo; a una politica estera autorevole; a una difesa comune che ti permetta di esercitare la tua responsabilit\u00e0 internazionale; a un processo di allargamento ai Paesi che ancora non ne fanno parte, garanzia di una forza sempre pi\u00f9 proporzionata all\u2019unit\u00e0 che raccogli ed esprimi. Le esigenze di innovazione economica e tecnica (pensiamo all\u2019Intelligenza Artificiale), di sicurezza, di cura dell\u2019ambiente e di custodia della \u201ccasa comune\u201d, di salvaguardia del welfare e dei diritti individuali e sociali, sono alcune delle sfide che solo insieme potremo affrontare e superare.<\/p>\n Non mancano purtroppo i pericoli, come quelli che vengono dalla disinformazione, che minaccia l\u2019ordinato svolgimento della vita democratica e la stessa possibilit\u00e0 di una memoria e di una storia non falsate. Insieme alle riforme istituzionali democraticamente adottate, c\u2019\u00e8 bisogno di far crescere un sentire comune<\/strong>, un apprezzamento condiviso dei valori che stanno alla base della nostra convivenza nell\u2019Unione europea. Ci vuole un nuovo senso della cittadinanza, un senso civico di respiro europeo, la coscienza dei popoli del continente di essere un unico grande popolo. Ne siamo convinti: \u00e8 innanzitutto questo senso di comunit\u00e0 di cittadini e di popoli che ci chiedi di fare nostro, cara Europa.<\/p>\n Le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e la nomina della Commissione europea<\/strong> sono l\u2019occasione propizia e irripetibile, da cogliere senza esitazione. Purtroppo, a farsi valere spesso sono le paure e il senso di insicurezza di fronte alle difficolt\u00e0. Anche questo andrebbe raccolto e ascoltato per mostrare come proprio tu sia lo strumento e il luogo per affrontare e vincere paure e minacce. L\u2019assenteismo ha l\u2019effetto di accrescere la sfiducia, la diffidenza degli uni nei confronti degli altri, la perdita della possibilit\u00e0 di dare il proprio contributo alla vita sociale, e quindi la rinuncia ad avere capacit\u00e0 e titolo per rendere migliore lo stare insieme nell\u2019Unione europea. L\u2019augurio<\/strong> che ti facciamo, cara Unione europea, \u00e8 che questa tornata elettorale diventi davvero un\u2019occasione di rilancio, un risveglio di entusiasmo per un cammino comune<\/strong> che contiene gi\u00e0, in s\u00e9 e nella visione che proietta, un senso vivo di speranza e di impegno motivato e convinto da parte dei tuoi cittadini.<\/p>\n Sogniamo perci\u00f2 ancora con Papa Francesco<\/strong>: \u201cCon la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo, \u2018un costante cammino di umanizzazione\u2019, cui servono \u2018memoria, coraggio, sana e umana utopia’\u201d (Discorso<\/em>, Vaticano, 6 maggio 2016).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Pubblichiamo la Lettera all\u2019Unione europea del card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, e di mons. 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Dagli inizi ad oggi<\/strong><\/h2>\n
Il senso dello stare insieme<\/strong><\/h2>\n
Il ritorno della guerra<\/strong><\/h2>\n
Il ruolo internazionale e la tentazione dei nazionalismi<\/strong><\/h2>\n
\nVorremmo che tutti sentissimo l\u2019orgoglio di appartenerti, Europa. Oggi appare distante, a volte estraneo, tutto ci\u00f2 che sta oltre i confini del proprio Paese. Eppure, le due appartenenze, quella nazionale e quella europea, si implicano a vicenda. La tua \u00e8 stata fin dall\u2019inizio l\u2019Unione di Paesi liberi e sovrani che rinunciavano a parte della loro sovranit\u00e0 a favore di una, comune, pi\u00f9 forte. Perci\u00f2 non si tratta di sminuire l\u2019identit\u00e0 e la libert\u00e0 di alcuno, ma di conservare l\u2019autonomia propria di ciascuno in un rapporto organico e leale con tutti gli altri.<\/p>\nValori europei e fede cristiana<\/strong><\/h2>\n
Il tema dei migranti e le sue implicazioni<\/strong><\/h2>\n
\nTu rappresenti un punto di riferimento per i Paesi mediterranei e africani, un bacino immenso di popoli e di risorse nella prospettiva di un partenariato tra uguali. Compito essenziale perch\u00e9 in realt\u00e0 un soggetto sovranazionale come l\u2019Unione non pu\u00f2 sussistere al di fuori di una reciprocit\u00e0 di relazioni internazionali che ne dicano il riconoscimento e il compito storico, e che promuovano il comune progresso sociale ed economico nel segno dell\u2019amicizia e della fraternit\u00e0.<\/p>\nCompiti e sfide<\/strong><\/h2>\n
Le prossime elezioni<\/strong><\/h2>\n
\nFacciamo appello, perci\u00f2, a tutti, candidati e cittadini, a cominciare dai sedicenni che per la prima volta in alcuni Paesi andranno a votare, perch\u00e9 sentano quanto sia importante compiere questo gesto civico di partecipazione alla vita e alla crescita dell\u2019Unione. Non andare a votare non equivale a restare neutrali, ma assumersi una precisa responsabilit\u00e0, quella di dare ad altri il potere di agire senza, se non addirittura contro, la nostra libert\u00e0.<\/strong><\/p>\nUn nuovo umanesimo europeo<\/strong><\/h2>\n