{"id":75429,"date":"2024-03-22T13:18:58","date_gmt":"2024-03-22T11:18:58","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=75429"},"modified":"2024-03-22T13:25:38","modified_gmt":"2024-03-22T11:25:38","slug":"popoli-in-catene-per-il-dio-denaro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/popoli-in-catene-per-il-dio-denaro\/","title":{"rendered":"Popoli in “catene” per il dio denaro"},"content":{"rendered":"
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\u201cAnche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternit\u00e0 che originariamente ci lega\u201d.<\/span><\/p>\n

Neocolonialismo, nuova forma di oppressione
\ne privazione della libert\u00e0<\/h2>\n

Cos\u00ec Papa Francesco<\/strong> scrive nel Messaggio annuale per la Quaresima<\/strong><\/a> in cui, nel mettere a tema l\u2019esperienza di libert\u00e0 dell\u2019uomo<\/strong>, richiama all\u2019attenzione anche sulle moderne forme di oppressione e di privazione della libert\u00e0 che molti uomini e donne ancora vivono. Tra queste si pu\u00f2 annoverare un recente fenomeno che comunemente prende il nome di \u201cneocolonialismo\u201d,<\/strong> ma di cui non si parla poi cos\u00ec diffusamente.<\/span><\/p>\n

Perci\u00f2 abbiamo chiesto a<\/span> padre Giulio Albanese<\/strong>, missionario comboniano e giornalista<\/strong>, attualmente direttore dell\u2019Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Roma<\/strong>, di parlarci di questo fenomeno e delle sue conseguenze, in virt\u00f9 anche della sua attivit\u00e0 missionaria, in Uganda e in Kenya, e di quella da \u2018cronista di missione\u2019, nella maggior parte dei Paesi dell\u2019Africa.<\/span><\/p>\n

Padre Albanese cosa si intende per colonialismo e neocolonialismo?<\/strong><\/p>\n

\u201cCon colonialismo<\/strong> indichiamo quella serie di conquiste, dapprima delle Americhe, poi dell\u2019Africa e di altri paesi, da parte di nazioni del Nord del mondo<\/strong>, che ha raggiunto il suo massimo nell\u2019Ottocento guardando in particolare il continente africano e che si \u00e8 protratto fino alla met\u00e0 del Novecento. Dopodich\u00e9, negli anni \u201960 del secolo scorso \u00e8 iniziato il processo di indipendenza di quelle che erano le colonie, perch\u00e9 queste hanno affermato il principio di autodeterminazione diventando cos\u00ec indipendenti dalle potenze coloniali.<\/span> Questo fenomeno della colonizzazione \u00e8 stato estremamente invasivo e ha causato sofferenze indicibili alle popolazioni autoctone. Emblematico \u00e8 il caso di quello che oggi noi chiamiamo Repubblica Democratica del Congo, ma che un tempo di chiamava Zaire e<\/span> ancor prima Congo belga: paese africano la cui popolazione, a seguito della conquista, ha subito una grande sudditanza e una forte esclusione <\/span>sociale perch\u00e9 il potere era tutto concentrato nelle mani delle forze di occupazione, attraverso lo sfruttamento delle cosiddette<\/span> commodity (materie prime) di cui ancora oggi \u00e8 ricchissimo. <\/span><\/p>\n

E qui vengo al punto: nel nostro tempo siamo passati ad una versione riveduta e ancor pi\u00f9 scorretta di colonialismo, il neocolonialismo appunto,<\/strong> per cui apparentemente i Paesi un tempo occupati sono ora indipendenti ma vengono fortemente condizionati dagli interessi economici di diversi attori internazionali. E se nei secoli scorsi erano le potenze occidentali ad occupare i territori, nel neocolonialismo ci sono altri<\/span> player<\/em>, oltre l\u2019Occidente, come l\u2019Impero del drago<\/span> (Cina), la Russia, la Turchia, o economie emergenti come il Brasile o il Sudafrica, che portano avanti una politica, per usare il gergo anglosassone, di<\/span> exploitation<\/em> (sfruttamento) delle<\/span> commodity<\/em> energetiche ma anche alimentari. Tutto ci\u00f2 determina ancora una volta una condizione di sudditanza di molti Paesi del<\/span> Global South<\/em> (Sud del mondo)\u201d.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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Quali sono i Paesi pi\u00f9 interessati da questo fenomeno?<\/h2>\n

\u201cCertamente non solo<\/strong> l\u2019Africa<\/strong>, anche se questo continente \u00e8 paradigmatico perch\u00e9 risente degli interessi occidentali, come di quelli russi, cinesi e indiani, ma anche Paesi dell\u2019America latina o dell\u2019Oriente, <\/strong>come ad esempio Cambogia e Vietnam<\/strong>. Purtroppo, da parte di diverse nazioni non c\u2019\u00e8, evidentemente, attenzione nei confronti della<\/span> res publica<\/em> dei popoli. E mai come oggi, soprattutto il mondo cattolico deve coltivare l\u2019\u2018azzardo dell\u2019utopia\u2019 cio\u00e8 di una globalizzazione intelligente, segnata dalla solidariet\u00e0 e dalla fratellanza universale, perch\u00e9 come afferma papa Francesco \u2018siamo tutti sulla stessa barca\u2019 e \u2018nessuno si salva da solo\u2019\u201d.<\/span><\/p>\n

Quali sono gli effetti del neocolonialismo?<\/h2>\n

\u201cAnzitutto quello pi\u00f9 evidente \u00e8 la povert\u00e0<\/strong>: a seguito della finanziarizzazione<\/span> dell\u2019economia abbiamo meno dell\u20191% della popolazione mondiale che ha una ricchezza superiore al restante 99%. All\u2019interno di questi paesi del Sud del mondo c\u2019\u00e8 pi\u00f9 o meno la stessa percentuale. La differenza qual \u00e8? \u00c8 che non \u00e8 paragonabile la povert\u00e0 nel Nord del mondo<\/strong>, per esempio in Europa, nonostante vi sia stato un notevole impoverimento soprattutto del ceto medio, con la povert\u00e0 del<\/strong><\/span> Global South<\/strong><\/em> dove c\u2019\u00e8 un senso di precariet\u00e0 molto pi\u00f9 evidente e le persone sono costrette a fuggire da povert\u00e0, guerre, epidemie. Anche il debito estero di questi Paesi \u00e8 \u2018finanziarizzato\u2019<\/strong>, che in linguaggio corrente significa che il pagamento degli interessi \u00e8 legato alle speculazioni di borsa<\/strong>, <\/span>aumentando cos\u00ec la dipendenza e la marginalit\u00e0 di questi popoli con il resto del mondo. Un altro male, paradossale, \u00e8 quello della disoccupazione<\/strong>\u201d.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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Perch\u00e9 paradossale?<\/h2>\n

\u201cDico paradossale perch\u00e9 in fondo in Paesi come l\u2019Africa tutti dovrebbero vivere come nababbi perch\u00e9 ricco di materie prime<\/strong>; eppure ci sono Stati come quello della Repubblica Centrafricana che, con una popolazione di 5-6 milioni di abitanti, un territorio due volte l\u2019Italia ricco di petrolio, uranio e diamanti per non parlare delle foreste ricchissime di legname pregiato, ha un prodotto interno lordo di 5\/6 miliardi di dollari<\/strong>. Una cifra davvero irrisoria se confrontata con il Pil di altre nazioni benestanti<\/strong>. Tutto ci\u00f2 \u00e8 aggravato dalle cosiddette guerre dimenticate,<\/strong> quelle guerre che non fanno notizia.\u00a0<\/span> In merito a questo mi tornano alla mente le parole dell\u2019economista e politologo francese Frederic Bastiat, il quale in un trattato sul libero scambio delle merci affermava: \u2018dove non passano le merci, passeranno gli eserciti\u2019, che in positivo significa che le politiche regionali a livello economico rappresentano un deterrente contro la conflittualit\u00e0, ma di converso significa anche che le guerre si fanno proprio per motivi economici, per il dio denaro con la d minuscola\u201d.<\/span><\/p>\n

Francesco Verzini<\/strong><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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