{"id":75387,"date":"2024-03-20T17:26:50","date_gmt":"2024-03-20T15:26:50","guid":{"rendered":"https:\/\/www.lavoce.it\/?p=75387"},"modified":"2024-03-20T17:33:15","modified_gmt":"2024-03-20T15:33:15","slug":"non-rassegnarsi-alle-armi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-rassegnarsi-alle-armi\/","title":{"rendered":"Non rassegnarsi alle armi"},"content":{"rendered":"
C\u2019\u00e8 un rischio: impossibile non vederlo. Il summit dei Capi di Stato e di governo Ue<\/strong>, convocato per il 21 e 22 marzo a Bruxelles<\/strong>, rischia di trasformarsi in un \u201cConsiglio di guerra\u201d<\/strong>.<\/span> L\u2019aggressione russa all\u2019Ucraina sta segnando da oltre due anni la storia continentale, che si era abituata alla pace.<\/span><\/p>\n Il risultato delle \u201celezioni\u201d<\/strong> (le virgolette sono d\u2019obbligo) in Russia rafforza<\/strong> il minaccioso autocrate Putin<\/strong>, il quale ormai si occupa solo di guerra. Sul campo avverso c\u2019\u00e8 l\u2019aggredita Ucraina<\/strong>, con un leader \u2013 Zelensky \u2013 cui non resta che invocare aiuti militari<\/strong> nella disperata impresa di salvare il proprio Paese dalla distruzione totale. Il terzo co-protagonista \u00e8 l\u2019Unione europea, schierata al fianco di Kiev con soldi e armamenti; ma anche qui il peso del conflitto comincia a segnare \u201cdiserzioni\u201d (Ungheria), passi indietro e divisioni (diventare cobelligeranti? Inviare truppe di terra? Entrare in campo assieme alla Nato?).<\/span><\/p>\n Una cosa \u00e8 certa: diversi leader europei (Macron, Tusk\u2026)<\/strong> e qualche responsabile di istituzioni Ue hanno imboccato la strada del conflitto aperto<\/strong>, con una parola d\u2019ordine: sostenere militarmente l\u2019Ucraina, sconfiggere la Russia. <\/strong>Atteggiamento comprensibile secondo il diritto internazionale. Purch\u00e9 non si rinunci<\/strong>, al contempo, a tenere testardamente aperta la strada della mediazione, della soluzione politica e diplomatica.<\/strong> In questo senso, un peccato di omissione non sarebbe giustificabile, perch\u00e9 nel frattempo le armi uccidono e distruggono.<\/span><\/p>\n Tornando al Consiglio europeo di primavera, l\u2019ordine del giorno parla <\/span>chiaro: \u201cI leader dell\u2019Ue discuteranno del proseguimento del sostegno all\u2019Ucraina e alla sua popolazione in risposta all\u2019aggressione militare della Russia. L\u2019Ue continuer\u00e0 a fornire un sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario\u201d. <\/span><\/p>\n Finora l\u2019Unione europea e i suoi Stati membri hanno fornito all\u2019Ucraina oltre 138 miliardi di euro, e tante, tante armi e munizioni.<\/strong> Ora si parla di missili. Sempre nell\u2019agenda dei leader figura al secondo punto il tema della difesa: se Putin attacca, occorre difendersi, \u00e8 il ragionamento<\/strong>. Cos\u00ec i Ventisette discuteranno della \u201cnecessit\u00e0 per l\u2019Europa di aumentare la sua prontezza in materia di difesa\u201d<\/strong>, di come \u201crendere l\u2019industria della difesa pi\u00f9 resiliente e competitiva\u201d e di un \u201cprogramma europeo di investimenti nel settore della difesa\u201d. La quale dovr\u00e0 essere appunto \u201ccompetitiva\u201d nel produrre armi per i propri eserciti (e continuare a commerciare aerei, carri armati, bombe, fucili con numerosi Paesi del mondo). Gli arsenali vanno riempiti per essere poi svuotati.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n I venti di guerra \u2013 in Ucraina, cos\u00ec pure in Medio Oriente e in altre aree del pianeta \u2013 segnano profondamente il cammino dell\u2019Unione, e dell\u2019umanit\u00e0. Con un timore<\/strong> sottaciuto: un\u2019escalation regionale dei conflitti<\/strong>. Con esiti imprevedibili.<\/span><\/p>\n Risuonano, come un monito, le parole espresse il 18 marzo dal cardinale Matteo Zuppi<\/strong> al Consiglio permanente della Cei: \u201cNon possiamo rassegnarci a un aumento incontrollato delle armi, n\u00e9 tanto meno alla guerra come via per la pace\u201d.<\/strong><\/span><\/p>\n Gianni Borsa<\/strong><\/p>\n \n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" C\u2019\u00e8 un rischio: impossibile non vederlo. Il summit dei Capi di Stato e di governo Ue, convocato per il 21 e 22 marzo a Bruxelles, rischia di trasformarsi in un \u201cConsiglio di guerra\u201d. L\u2019aggressione russa all\u2019Ucraina sta segnando da oltre due anni la storia continentale, che si era abituata alla pace. 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