{"id":7516,"date":"2009-05-08T00:00:00","date_gmt":"2009-05-08T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=7516"},"modified":"2015-06-17T14:09:02","modified_gmt":"2015-06-17T12:09:02","slug":"come-rami-della-santa-vite-di-davide","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/come-rami-della-santa-vite-di-davide\/","title":{"rendered":"Come rami della santa vite di Davide"},"content":{"rendered":"

Domenica scorsa Ges\u00f9 usava l’immagine del Buon Pastore per descrivere il suo rapporto di amore con noi, indicati come sue pecore conosciute, guidate, salvate. Oggi ci propone l’immagine della vite per illustrare la stretta comunione intima che ci unisce a lui, morto e risorto per noi. Ancora una volta fa appello all’esperienza dei suoi ascoltatori, cercando immagini significative per rendere chiaro il suo insegnamento. La vite era l’albero da frutto di gran lunga pi\u00f9 conosciuto e coltivato in Palestina, terra di vigne e di vino al tempo di Ges\u00f9. La vite coltivata sulle colline assolate della Galilea era un alberello basso che estendeva i suoi rami in orizzontale da un ceppo all’altro, sostenuti da pietre o da pali di legno. I rami si incrociavano tra loro fino a coprire quasi per intero il terreno.<\/p>\n

Spesso la vite era appoggiata ad un fico, altro albero molto diffuso e apprezzato per i suoi frutti. I grappoli d’uva ricevevano calore per la maturazione sia direttamente dal sole sia dalla terra infuocata che lo riverberava. Il Salmo<\/em> 80 cos\u00ec descrive, in maniera paradossale, la vite simbolo del popolo di Dio: “Hai divelto una vite dall’Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli. Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne, i suoi rami i pi\u00f9 alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli” (Sl<\/em> 80,9-12). La vigna era circondata da un muricciolo di pietre che la difendeva dagli animali; su un lato veniva costruita una torre di guardia e di rifugio per evitare furti in tempo di vendemmia. Ogni anno, il contadino ripuliva il terreno dalle pietre e dagli sterpi; a primavera potava le sue viti e all’inizio dell’estate le mondava dai tralci infruttuosi. Sono le due operazioni del Padre agricoltore descritte da Ges\u00f9. Sotto la penna dei profeti, la vite era il simbolo del popolo ebraico. A ricordarlo a tutti, la sua immagine era posta sulla facciata del santuario di Gerusalemme.<\/p>\n

Osea proclamava: “Rigogliosa vite era Israele, che dava frutto abbondante” (10,1): Gli faceva eco Geremia: “Io [Dio] ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di vitigni genuini” (2,21). Peccato che quella simbolica vite si fosse imbastardita e avesse prodotto frutti guasti e acerbi. Eppure era segno dell’amorevole cura di Dio, che si era cambiata in delusione cocente. Perci\u00f2 Isaia cos\u00ec la cantava: “Il mio diletto aveva una vigna sopra un fertile colle; l’aveva vangata e sgombrata dai sassi; vi aveva piantato scelte viti, vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Aspett\u00f2 che facesse uva e invece produsse uva selvatica. Toglier\u00f2 la sua siepe e si trasformer\u00e0 in pascolo, demolir\u00f2 il suo muro di cinta e verr\u00e0 calpestata. La render\u00f2 un deserto” (Is<\/em> 5,1-6).<\/p>\n

Ges\u00f9 applica a s\u00e9 l’immagine con una vera e propria autodefinizione: “Io sono la vera vite”. Vuole indicare che Dio ha sostituito l’antica vite d’Israele con l’invio di suo Figlio, trapiantato dal cielo sulla terra. Una nuova vite genuina di grande qualit\u00e0 (vera) che non deluder\u00e0 Dio, agricoltore che se ne prende cura amorosa. Non si tratta pi\u00f9 di una vigna, dove ci sono molti alberi uno accanto all’altro, ma di un’unica vite che produce molti rami che ricevono linfa dall’unico ceppo. Ges\u00f9 aveva detto: “Io, quando sar\u00f2 innalzato da terra, attirer\u00f2 tutti a me” (Gv<\/em> 12,32). Con la Pasqua (l’elevazione di Ges\u00f9 in croce e in cielo) tutti siamo stati riuniti a formare con lui un solo albero: lui il ceppo e noi i rami che vivono della sua stessa vita, che sale a noi da lui. L’immagine veicola due concetti base: la cura assidua e amorosa di Dio (l’agricoltore) per noi e l’unione vitale nostra con Cristo. Vuol dire che noi siano cosa preziosa e cara a Dio Padre, come lo \u00e8 Ges\u00f9 stesso.<\/p>\n

Egli ci cura con attenzione e attende, come il contadino, il frutto della vendemmia, il vino nuovo, per allietare la sua festa finale con noi. La sua cura inizia a primavera con la potatura, che \u00e8 operazione dolorosa per i rami, che sembrano piangere, ma necessaria per produrre frutto. Le vicende dolorose della nostra vita umana provengono dall’amore misterioso di Dio che ci purifica in vista del raccolto finale. Tali sono state quelle dolorosissime di Ges\u00f9, il ceppo che ci sostiene e ci d\u00e0 vita. Noi formiamo con Ges\u00f9 risorto un unico organismo vivente, dove circola la vita divina che ci fa figli nel Figlio. Dipendiamo in tutto e per tutto da lui, tanto che senza di lui secchiamo come sterpi, buoni soltanto a far fuoco. Il legno della vita non pu\u00f2 essere utilizzato per nessun oggetto artigianale, perch\u00e9 fragile e inconsistente. I sarmenti della vigna sono adoperati solo come combustibile per il fuoco. Finch\u00e9 quei rami sono attaccati alla vite, sono preziosi in vista del frutto dolce e abbondante che producono; quando sono staccati, non servono a nulla.<\/p>\n

Ecco perch\u00e9 Ges\u00f9 proclama: “Rimanete in me e io rimango in voi. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perch\u00e9 senza di me non potete far nulla”. Il verbo “rimanere” \u00e8 molto caro all’evangelista Giovanni, perch\u00e9 indica la perseveranza nella fede. Il cammino di fede inizia infatti con ‘l’ascolto’ della Parola, nel quale Dio opera una specie di attrazione magnetica spirituale; continua con il “venire” che \u00e8 cammino spirituale progressivo; termina con il “rimanere” che consente di restare uniti a Cristo come rami alla vite, e avr\u00e0 il suo culmine nella permanenza definitiva nella casa del Padre. La perseveranza ci consente di tenerci attaccati alla vita di Ges\u00f9, come il filo elettrico ad una presa di corrente. Se l’attacco tiene, la corrente passa, la lampadina si accende, il motore gira. Se la spina si stacca, tutto piomba nel buio e il motore si spegne. Nessuno di noi \u00e8 personalmente autosufficiente, dipendiamo in tutto e per tutto da Dio, attraverso Ges\u00f9 che ci tiene uniti a lui e ci d\u00e0 vita.<\/p>\n

Questo ci consente di essere in presa diretta con il Padre per qualsiasi richiesta: “Chiedete quello che volete e vi sar\u00e0 dato”. Certo, Dio non si impegna ad ascoltare qualsiasi nostro capriccio e qualunque richiesta che ci danneggerebbe. La condizione posta da Ges\u00f9 \u00e8 chiara: dobbiamo pregare come discepoli suoi, traducendo in preghiera il suo insegnamento, e dobbiamo rimanere in lui, pregando attraverso lui, che filtra solo le richieste veramente utili. C’\u00e8 da chiedere: “Signore, insegnaci a pregare!”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Domenica scorsa Ges\u00f9 usava l’immagine del Buon Pastore per descrivere il suo rapporto di amore con noi, indicati come sue pecore conosciute, guidate, salvate. Oggi ci propone l’immagine della vite per illustrare la stretta comunione intima che ci unisce a lui, morto e risorto per noi. Ancora una volta fa appello all’esperienza dei suoi ascoltatori, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7516"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=7516"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7516\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":36095,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/7516\/revisions\/36095"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=7516"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=7516"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=7516"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}